A Morbegno l'incontro del PD sulla Brexit: si è parlato di cause e conseguenze
“Negli ultimi tre anni abbiamo sentito, a periodi alterni, parlare moltissimo della Brexit: oggi - a distanza di quasi quattro anni dal referendum inglese – sembra che questo processo sia in dirittura d’arrivo.” Ha spiegato Federico Gusmeroli, coordinatore del circolo PD “Giulio Spini” di Morbegno e Bassa Valle, organizzatore del partecipato incontro sulla Brexit che si è tenuto nella città del Bitto domenica 12 gennaio. “Come circolo, in vista della data del 31 gennaio, abbiamo dunque pensato di organizzare questo incontro di informazione e discussione su un tema che – seppur riguardante un altro Paese – tocca molti di noi, e non solo perché il Comune di Morbegno è gemellato con il Comune gallese di LLanberis: chi non ha un amico, un parente, un conoscente che ha vissuto o tutt’ora vive nel Regno Unito?”
Di fronte a una platea attenta e numerosa, i relatori, tecnici e politici, hanno spiegato come si è arrivati fino al referendum e alle negoziazioni tra Regno Unito e Unione europea, quali sono le conseguenze della Brexit e quali lezioni possiamo imparare da quanto successo.
“L’idea del referendum sulla Brexit nasce come a seguito di una promessa fatta dall’allora premier David Cameron, con l’obiettivo principale di soddisfare una richiesta di una parte minoritaria del partito conservatore: il referendum si è concluso con un’affermazione non clamorosa, ma netta, a favore di chi voleva lasciare l’Unione europea.” ha spiegato Andrea Pareschi, ricercatore universitario e grande esperto del sistema politico britannico e della Brexit. “Il partito conservatore al governo ha affrontato all’inizio con nonchalance l’arduo impegno, sottovalutando l’enorme complessità del processo di negoziazione. Quando è diventato chiaro che la Brexit avrebbe avuto un impatto molto più forte di quello previsto, il Governo ha dovuto fare i conti con l’opposizione di molti parlamentari, tra i quali molti parlamentari di maggioranza: l’accordo negoziato dall’allora premier Theresa May è stato più volte respinto dal Parlamento, cosa che ha portato alla nomina di Boris Johnson che ha quasi subito convocato le elezioni, vincendole e avviandosi verso la formalizzazione definitiva della Brexit.”
“La Brexit è un processo ancora in corso, che produrrà effetti reali e concreti soprattutto negli anni a venire: stiamo parlando di ridiscutere norme, accordi, e un intero corpus giuridico che si è consolidato per quasi cinquant’anni.” Ha affermato Alessandro Alfieri, senatore del Partito democratico e membro della Commissione Affari Esteri. “Pensiamo ad esempio ai diritti dei cittadini europei che oggi vivono e lavorano nel Regno Unito: al momento attuale si stima che vi risiedano circa 700-800 mila italiani, ma poiché solo una parte di essi è iscritta all’AIRE, non è possibile avere dati sicuri; dobbiamo lavorare con gli altri Paesi europei per garantire la loro condizione e i loro diritti, in un’ottica di solidarietà".
articolo del 18.01.2020, ore 17:30
Di fronte a una platea attenta e numerosa, i relatori, tecnici e politici, hanno spiegato come si è arrivati fino al referendum e alle negoziazioni tra Regno Unito e Unione europea, quali sono le conseguenze della Brexit e quali lezioni possiamo imparare da quanto successo.
“L’idea del referendum sulla Brexit nasce come a seguito di una promessa fatta dall’allora premier David Cameron, con l’obiettivo principale di soddisfare una richiesta di una parte minoritaria del partito conservatore: il referendum si è concluso con un’affermazione non clamorosa, ma netta, a favore di chi voleva lasciare l’Unione europea.” ha spiegato Andrea Pareschi, ricercatore universitario e grande esperto del sistema politico britannico e della Brexit. “Il partito conservatore al governo ha affrontato all’inizio con nonchalance l’arduo impegno, sottovalutando l’enorme complessità del processo di negoziazione. Quando è diventato chiaro che la Brexit avrebbe avuto un impatto molto più forte di quello previsto, il Governo ha dovuto fare i conti con l’opposizione di molti parlamentari, tra i quali molti parlamentari di maggioranza: l’accordo negoziato dall’allora premier Theresa May è stato più volte respinto dal Parlamento, cosa che ha portato alla nomina di Boris Johnson che ha quasi subito convocato le elezioni, vincendole e avviandosi verso la formalizzazione definitiva della Brexit.”
“La Brexit è un processo ancora in corso, che produrrà effetti reali e concreti soprattutto negli anni a venire: stiamo parlando di ridiscutere norme, accordi, e un intero corpus giuridico che si è consolidato per quasi cinquant’anni.” Ha affermato Alessandro Alfieri, senatore del Partito democratico e membro della Commissione Affari Esteri. “Pensiamo ad esempio ai diritti dei cittadini europei che oggi vivono e lavorano nel Regno Unito: al momento attuale si stima che vi risiedano circa 700-800 mila italiani, ma poiché solo una parte di essi è iscritta all’AIRE, non è possibile avere dati sicuri; dobbiamo lavorare con gli altri Paesi europei per garantire la loro condizione e i loro diritti, in un’ottica di solidarietà".
articolo del 18.01.2020, ore 17:30