25 aprile, le celebrazioni sul territorio
Sul nostro territorio sono state molte le celebrazioni dedicate oggi, 25 aprile 2019, alla 73° Festa della Liberazione d’Italia. A Colico, il tradizionale raduno delle autorità, delle associazioni e delle scolaresche di fronte al Municipio è avvenuto alle 10, mentre alle 10.30 è stata celebrata la Santa Messa nella Chiesa Parrocchiale di San Giorgio. Alle 11.30, la commemorazione del 25 aprile in Piazza V Alpini. Presenti il sindaco dei ragazzi, il Corpo Musicale di Villatico ed il Coro Musica Viva.
A Morbegno, le celebrazioni sono partite alle 10.30 nella Chiesa di San Giovanni con la Santa Messa dedicata, per poi proseguire alle 11.30 con il corteo tra Piazza San Giovanni, Piazza Caduti per la Libertà e Piazza Mattei. Alle 11.40, di fronte al Monumento ai Caduti in Piazza Mattei, l’alzabandiera e la deposizione dell’omaggio floreale. Infine, alle 12.15, nel piazzale delle scuole di via Ambrosetti, si è svolta un’ulteriore deposizione di un omaggio floreale ed il saluto alle autorità.
Sempre in provincia di Sondrio, la festa di rilevanza provinciale si è tenuta a Chiavenna. Alle 10.30 la Santa Messa nella Chiesa Collegiata di San Lorenzo, celebrata da monsignor Andrea Caelli, con la partecipazione delle autorità e delle rappresentanze; alle 11.15 la formazione del corteo in via Picchi che, aperto alla Banda Cittadina, ha sfilato per poi raggiungere piazza Caduti per la Libertà. Alle 11.30, infine, al cerimonia ufficiale al monumento in piazza Caduti per la Libertà (di fronte alla Stazione) con la partecipazione di uan Formazione militare in armi. Di seguito, i saluti della città e i discorsi ufficiali delle Autorità.
Su Facebook, il sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta ha spiegato: “Un saluto ed un benvenuto alle autorità civili, militari, religiose. Alle associazioni d’arma, all’ANPI, ai partigiani, agli alpini ed ai volontari di Protezione civile, a tutti i cittadini presenti
Un saluto speciale ed un benvenuto nella nostra città al Prefetto di Sondrio Paola Spena che ci onora della Sua Presenza.
È motivo di orgoglio per la città di Chiavenna ospitare la cerimonia provinciale in occasione del 25 aprile. Voglio ricordare due persone in particolare. Il caro Amati Pasquale che da poco ci ha lasciato e che sempre è stato presente. Ricordo ancora la sua emozione al ritiro della medaglia in Prefettura: era un riconoscimento non solo a lui ma ai valori in cui credeva. Inoltre un ricordo per Giulio Chiarelli, personaggio che ha creduto nei valori della liberta a 30 anni dalla sua morte.
Questo non è un momento di nostalgia.. ma di impegno, per conoscere i valori della libertà, della democrazia, del rispetto. Non possiamo e e dobbiamo dividerci di fronte a questi valori, non sono di parte o di colore politico, è l’eredità viva della nostra Costituzione.
Chiavenna ha molti luoghi che parlano di libertà e di battaglia per la democrazia. Ricordare i protagonisti che hanno vissuto queste pagine di storia, come? Vivendo la nostra città, ogni giorno, a scuola, al lavoro, a contatto con i problemi, a fare la spesa. Se vivi in un luogo puoi essere protagonista. Solo se vivi un luogo, ci abiti, può conoscere come essere strumento di libertà e democrazia.
Chi erano i protagonisti? I giovani…” Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti.” (Pertini)
Oggi come allora sia dato spazio ai giovani. Chi ha più esperienza lasci spazi, dia fiducia, ma non calchi le prime file. Il futuro, le scelte, i ruoli, le comunita siano tra le mani dei più giovani,
Ricordo, Vita vissuta sul territorio, impegno e protagonismo dei giovani.
Questo il nostro modo di vivere questa giornata. Viva la liberta e la costituzione, Viva l’Italia. Non siamo in uno stadio facendo il tifo, il rispetto delle istituzioni prima di ogni cosa”.
Festa anche a Cosio Valtellino
La commemorazione del 25 aprile, a Cosio Valtellino, si è tenuta domenica 28 aprile. Ciò non ha tolto la partecipazione dei cittadini, degli Alpini, delle autorità e degli alunni degli istituti scolastici delebiesi.
Il primo cittadino, Alan Vaninetti, ha preso la parola per primo e ha ricordato coloro che "ci hanno consegnato un'italia democratica, una tra le più belle Costituzioni e la possibilità di vivere nella pace che abbiamo oggi in Italia". Dai reduci e dai prigionieri nati e vissuti a Cosio Valtellino: "Da loro ho sempre colto una testimonianza importante, loro che hanno segnato con la loro vita uqesta nostra Italia, che sono stati attori attivi di quella storia che noi leggiamo nei libri: la volontà di stare in silenzio, di non raccontare, "quello che ho vissuto resta dentro di me, mi ha portato tanta sofferenza e sacrifici" mi han detto. Da loro possiamo imparare di fare qualcosa di concreto per la nostra Italia e per la nostra comunità. Siamo tutti bravi a fare i leoni da tastiera sui social, o a giudicare al bar. Invece impariamo da loro a metterci in gioco in prima persona se vogliamo cambiare il nostro Paese. Loro sono testimonianza reale che se si fa qualcosa di concreto si può cambiare. Noi possiamo farlo all'interno della nostra realtà". Successivamente, sono stati ringraziati l'associazione Combattenti e reduci, i partigiani, il gruppo Alpini del paese, la Croce Rossa, i Carabinieri, la Filarmonica Santa Cecilia, gli studenti, gli insegnanti e don Enzo Ravelli.
Nel contempo, è stata celebrata ieri, sabato 27 aprile, alle 16.30, presso la Cappella del Cimitero di Sondrio, la Messa in suffragio di Benito Mussolini. Si tratta di un momento ogni anno piuttosto discusso, che ospita decine di “fedelissimi” da tutta la provincia e oltre. Le Messe per Benito Mussolini sono dedicate da molte città italiane (nei giorni scorsi la polemica di Terni). Nel caso del capoluogo valtellinese, l’Azione Antifascista di Sondrio aveva già tentato di lanciare una petizione on-line per impedirne lo svolgimento, non ottenendo però successo.
Il Sindaco Marco Scaramellini in un’intervista al Corriere della Sera afferma: «La domanda inoltrata in Comune è stata presentata da due cittadini. Nessuna associazione o movimento politico. Dagli accertamenti fatti è emerso che si tratta di un evento quasi rituale, che non ci sono mai stati problemi ed è tutto in regola. Così ho dato il mio assenso allo svolgimento”.
La Messa è stata celebrata dal prete lefebvriano sondriese Giulio Maria Tam, dalle posizioni politiche vicine all'estrema destra. Durante la celebrazione, Tam ha spiegato: "Qualunque battezzato cattolico ha diritto ad una Messa in suffragio, io sono qui con il permesso dei miei superiori".
Il 25 aprile
Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.
«Arrendersi o perire!» fu la parola d'ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.
Entro il 1º maggio tutta l'Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mise così fine a vent'anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l'avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, e poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.
Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all'esercito alleato, si ebbe solo il 3 maggio, come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo durante la cosiddetta resa di Caserta firmata il 29 aprile 1945: tali date segnano anche la fine del ventennio fascista.
Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il re Umberto II, allora principe e luogotenente del Regno d'Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale ("Disposizioni in materia di ricorrenze festive") che recitava: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.»
La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, ma solo il 27 maggio 1949, con la legge 260 ("Disposizioni in materia di ricorrenze festive")[6], essa è stata istituzionalizzata stabilmente quale festa nazionale: «Sono considerati giorni festivi, agli effetti della osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici, oltre al giorno della festa nazionale, i giorni seguenti: [...] il 25 aprile, anniversario della liberazione;[...]»
Da allora, annualmente in tutte le città italiane – specialmente in quelle decorate al valor militare per la guerra di liberazione – vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria dell'evento.
Tra gli eventi del programma della festa c'è il solenne omaggio, da parte del Presidente della Repubblica Italiana e delle massime cariche dello Stato, al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d'alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi.
Le tappe, da "TPINews"
– Il primo settembre 1939 la Germania nazista di Adolf Hitler invase la Polonia. Di contro Francia e Regno Unito dichiararono guerra alla Germania: ebbe inizio così la seconda guerra mondiale. L’Italia, dal 1922 un regime fascista guidato da Benito Mussolini e alleata della Germania, si unì a Hitler nella guerra dopo un anno.
– Il Paese tra il 1936 e il 1939 aveva partecipato alla guerra di Etiopia, la guerra civile spagnola e l’invasione dell’Albania, e fu evidente che non era in grado di gestire un’ulteriore sforzo bellico. Gli italiani svilupparono sempre di più una contrarietà alla partecipazione alla seconda guerra mondiale.
– Nel marzo 1943 si svilupparono i primi malumori verso il regime fascista e si verificarono nelle grandi fabbriche del nord i primi scioperi contro il fascismo.
– Nel giugno 1943, gli Alleati, per la prima volta, entrarono in Italia, conquistando le isole di Pantelleria e Lampedusa e nel luglio sbarcando in Sicilia. La popolarità di Benito Mussolini iniziò a vacillare anche tra i gerarchi fascisti.
– Il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo approvò l’ordine Grandi, con il quale veniva tolta la fiducia a Benito Mussolini che dovette dimettersi e fu sostituito dal Re con il Maresciallo Pietro Badoglio.
– L’8 settembre 1943 il governo di Badoglio ruppe l’alleanza con Hitler e divenne co-belligerante degli Alleati. La Germania volle punire il tradimento dell’Italia, per questo invase il Paese fino al confine con la Campania (dove erano arrivati gli Alleati, nel frattempo), liberò Mussolini che a sua volta, nel nord Italia, fondò la Repubblica Sociale Italiana, uno stato, di fatto, fantoccio della Germania che portava avanti ciò che rimaneva del regime fascista.
– Nel frattempo, il Re Vittorio Emanuele III e il primo ministro Badoglio, lasciarono Roma, dove a giorni sarebbero entrati i tedeschi, per rifugiarsi a Brindisi, già liberata dagli Alleati.
– Nell’Italia controllata dai tedeschi, intanto, cittadini ed ex militari che si opponevano al fascismo, si organizzarono in brigate partigiane per combattere contro i nazisti. Contro di loro, però, vi erano anche altri italiani, fedeli alla Repubblica di Salò. Iniziò quindi a svolgersi un’altra guerra, che vide italiani contro altri italiani, la cosiddetta Guerra di Liberazione.
– Le truppe naziste, in questo periodo, si macchiarono di orrende stragi di civili come rappresaglia nei confronti della popolazione italiana e della attività dei partigiani. Particolarmente tragici furono gli eccidi di Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e delle Fosse Ardeatini in cui furono uccisi centinaia di italiani.
– La Resistenza, quel movimento formato da partigiani, che aiutando gli Alleaticombattevano contro le truppe nazifasciste, fu molto influente nello svolgimento della guerra, tanto che le brigate partigiane riuscirono a liberare alcune zone e a formare delle Repubbliche partigiane, come in Val d’Ossola o a Montefiorino.
– Il 25 aprile 1945 fu lanciata la definitiva insurrezione che portò alla sconfitta delle truppe nazifasciste in Italia.
articolo del 25.04.2019, ore 21:55
A Morbegno, le celebrazioni sono partite alle 10.30 nella Chiesa di San Giovanni con la Santa Messa dedicata, per poi proseguire alle 11.30 con il corteo tra Piazza San Giovanni, Piazza Caduti per la Libertà e Piazza Mattei. Alle 11.40, di fronte al Monumento ai Caduti in Piazza Mattei, l’alzabandiera e la deposizione dell’omaggio floreale. Infine, alle 12.15, nel piazzale delle scuole di via Ambrosetti, si è svolta un’ulteriore deposizione di un omaggio floreale ed il saluto alle autorità.
Sempre in provincia di Sondrio, la festa di rilevanza provinciale si è tenuta a Chiavenna. Alle 10.30 la Santa Messa nella Chiesa Collegiata di San Lorenzo, celebrata da monsignor Andrea Caelli, con la partecipazione delle autorità e delle rappresentanze; alle 11.15 la formazione del corteo in via Picchi che, aperto alla Banda Cittadina, ha sfilato per poi raggiungere piazza Caduti per la Libertà. Alle 11.30, infine, al cerimonia ufficiale al monumento in piazza Caduti per la Libertà (di fronte alla Stazione) con la partecipazione di uan Formazione militare in armi. Di seguito, i saluti della città e i discorsi ufficiali delle Autorità.
Su Facebook, il sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta ha spiegato: “Un saluto ed un benvenuto alle autorità civili, militari, religiose. Alle associazioni d’arma, all’ANPI, ai partigiani, agli alpini ed ai volontari di Protezione civile, a tutti i cittadini presenti
Un saluto speciale ed un benvenuto nella nostra città al Prefetto di Sondrio Paola Spena che ci onora della Sua Presenza.
È motivo di orgoglio per la città di Chiavenna ospitare la cerimonia provinciale in occasione del 25 aprile. Voglio ricordare due persone in particolare. Il caro Amati Pasquale che da poco ci ha lasciato e che sempre è stato presente. Ricordo ancora la sua emozione al ritiro della medaglia in Prefettura: era un riconoscimento non solo a lui ma ai valori in cui credeva. Inoltre un ricordo per Giulio Chiarelli, personaggio che ha creduto nei valori della liberta a 30 anni dalla sua morte.
Questo non è un momento di nostalgia.. ma di impegno, per conoscere i valori della libertà, della democrazia, del rispetto. Non possiamo e e dobbiamo dividerci di fronte a questi valori, non sono di parte o di colore politico, è l’eredità viva della nostra Costituzione.
Chiavenna ha molti luoghi che parlano di libertà e di battaglia per la democrazia. Ricordare i protagonisti che hanno vissuto queste pagine di storia, come? Vivendo la nostra città, ogni giorno, a scuola, al lavoro, a contatto con i problemi, a fare la spesa. Se vivi in un luogo puoi essere protagonista. Solo se vivi un luogo, ci abiti, può conoscere come essere strumento di libertà e democrazia.
Chi erano i protagonisti? I giovani…” Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti.” (Pertini)
Oggi come allora sia dato spazio ai giovani. Chi ha più esperienza lasci spazi, dia fiducia, ma non calchi le prime file. Il futuro, le scelte, i ruoli, le comunita siano tra le mani dei più giovani,
Ricordo, Vita vissuta sul territorio, impegno e protagonismo dei giovani.
Questo il nostro modo di vivere questa giornata. Viva la liberta e la costituzione, Viva l’Italia. Non siamo in uno stadio facendo il tifo, il rispetto delle istituzioni prima di ogni cosa”.
Festa anche a Cosio Valtellino
La commemorazione del 25 aprile, a Cosio Valtellino, si è tenuta domenica 28 aprile. Ciò non ha tolto la partecipazione dei cittadini, degli Alpini, delle autorità e degli alunni degli istituti scolastici delebiesi.
Il primo cittadino, Alan Vaninetti, ha preso la parola per primo e ha ricordato coloro che "ci hanno consegnato un'italia democratica, una tra le più belle Costituzioni e la possibilità di vivere nella pace che abbiamo oggi in Italia". Dai reduci e dai prigionieri nati e vissuti a Cosio Valtellino: "Da loro ho sempre colto una testimonianza importante, loro che hanno segnato con la loro vita uqesta nostra Italia, che sono stati attori attivi di quella storia che noi leggiamo nei libri: la volontà di stare in silenzio, di non raccontare, "quello che ho vissuto resta dentro di me, mi ha portato tanta sofferenza e sacrifici" mi han detto. Da loro possiamo imparare di fare qualcosa di concreto per la nostra Italia e per la nostra comunità. Siamo tutti bravi a fare i leoni da tastiera sui social, o a giudicare al bar. Invece impariamo da loro a metterci in gioco in prima persona se vogliamo cambiare il nostro Paese. Loro sono testimonianza reale che se si fa qualcosa di concreto si può cambiare. Noi possiamo farlo all'interno della nostra realtà". Successivamente, sono stati ringraziati l'associazione Combattenti e reduci, i partigiani, il gruppo Alpini del paese, la Croce Rossa, i Carabinieri, la Filarmonica Santa Cecilia, gli studenti, gli insegnanti e don Enzo Ravelli.
Nel contempo, è stata celebrata ieri, sabato 27 aprile, alle 16.30, presso la Cappella del Cimitero di Sondrio, la Messa in suffragio di Benito Mussolini. Si tratta di un momento ogni anno piuttosto discusso, che ospita decine di “fedelissimi” da tutta la provincia e oltre. Le Messe per Benito Mussolini sono dedicate da molte città italiane (nei giorni scorsi la polemica di Terni). Nel caso del capoluogo valtellinese, l’Azione Antifascista di Sondrio aveva già tentato di lanciare una petizione on-line per impedirne lo svolgimento, non ottenendo però successo.
Il Sindaco Marco Scaramellini in un’intervista al Corriere della Sera afferma: «La domanda inoltrata in Comune è stata presentata da due cittadini. Nessuna associazione o movimento politico. Dagli accertamenti fatti è emerso che si tratta di un evento quasi rituale, che non ci sono mai stati problemi ed è tutto in regola. Così ho dato il mio assenso allo svolgimento”.
La Messa è stata celebrata dal prete lefebvriano sondriese Giulio Maria Tam, dalle posizioni politiche vicine all'estrema destra. Durante la celebrazione, Tam ha spiegato: "Qualunque battezzato cattolico ha diritto ad una Messa in suffragio, io sono qui con il permesso dei miei superiori".
Il 25 aprile
Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.
«Arrendersi o perire!» fu la parola d'ordine intimata dai partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi.
Entro il 1º maggio tutta l'Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mise così fine a vent'anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l'avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, e poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.
Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all'esercito alleato, si ebbe solo il 3 maggio, come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo durante la cosiddetta resa di Caserta firmata il 29 aprile 1945: tali date segnano anche la fine del ventennio fascista.
Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il re Umberto II, allora principe e luogotenente del Regno d'Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale ("Disposizioni in materia di ricorrenze festive") che recitava: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.»
La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, ma solo il 27 maggio 1949, con la legge 260 ("Disposizioni in materia di ricorrenze festive")[6], essa è stata istituzionalizzata stabilmente quale festa nazionale: «Sono considerati giorni festivi, agli effetti della osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici, oltre al giorno della festa nazionale, i giorni seguenti: [...] il 25 aprile, anniversario della liberazione;[...]»
Da allora, annualmente in tutte le città italiane – specialmente in quelle decorate al valor militare per la guerra di liberazione – vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria dell'evento.
Tra gli eventi del programma della festa c'è il solenne omaggio, da parte del Presidente della Repubblica Italiana e delle massime cariche dello Stato, al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d'alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi.
Le tappe, da "TPINews"
– Il primo settembre 1939 la Germania nazista di Adolf Hitler invase la Polonia. Di contro Francia e Regno Unito dichiararono guerra alla Germania: ebbe inizio così la seconda guerra mondiale. L’Italia, dal 1922 un regime fascista guidato da Benito Mussolini e alleata della Germania, si unì a Hitler nella guerra dopo un anno.
– Il Paese tra il 1936 e il 1939 aveva partecipato alla guerra di Etiopia, la guerra civile spagnola e l’invasione dell’Albania, e fu evidente che non era in grado di gestire un’ulteriore sforzo bellico. Gli italiani svilupparono sempre di più una contrarietà alla partecipazione alla seconda guerra mondiale.
– Nel marzo 1943 si svilupparono i primi malumori verso il regime fascista e si verificarono nelle grandi fabbriche del nord i primi scioperi contro il fascismo.
– Nel giugno 1943, gli Alleati, per la prima volta, entrarono in Italia, conquistando le isole di Pantelleria e Lampedusa e nel luglio sbarcando in Sicilia. La popolarità di Benito Mussolini iniziò a vacillare anche tra i gerarchi fascisti.
– Il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo approvò l’ordine Grandi, con il quale veniva tolta la fiducia a Benito Mussolini che dovette dimettersi e fu sostituito dal Re con il Maresciallo Pietro Badoglio.
– L’8 settembre 1943 il governo di Badoglio ruppe l’alleanza con Hitler e divenne co-belligerante degli Alleati. La Germania volle punire il tradimento dell’Italia, per questo invase il Paese fino al confine con la Campania (dove erano arrivati gli Alleati, nel frattempo), liberò Mussolini che a sua volta, nel nord Italia, fondò la Repubblica Sociale Italiana, uno stato, di fatto, fantoccio della Germania che portava avanti ciò che rimaneva del regime fascista.
– Nel frattempo, il Re Vittorio Emanuele III e il primo ministro Badoglio, lasciarono Roma, dove a giorni sarebbero entrati i tedeschi, per rifugiarsi a Brindisi, già liberata dagli Alleati.
– Nell’Italia controllata dai tedeschi, intanto, cittadini ed ex militari che si opponevano al fascismo, si organizzarono in brigate partigiane per combattere contro i nazisti. Contro di loro, però, vi erano anche altri italiani, fedeli alla Repubblica di Salò. Iniziò quindi a svolgersi un’altra guerra, che vide italiani contro altri italiani, la cosiddetta Guerra di Liberazione.
– Le truppe naziste, in questo periodo, si macchiarono di orrende stragi di civili come rappresaglia nei confronti della popolazione italiana e della attività dei partigiani. Particolarmente tragici furono gli eccidi di Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema e delle Fosse Ardeatini in cui furono uccisi centinaia di italiani.
– La Resistenza, quel movimento formato da partigiani, che aiutando gli Alleaticombattevano contro le truppe nazifasciste, fu molto influente nello svolgimento della guerra, tanto che le brigate partigiane riuscirono a liberare alcune zone e a formare delle Repubbliche partigiane, come in Val d’Ossola o a Montefiorino.
– Il 25 aprile 1945 fu lanciata la definitiva insurrezione che portò alla sconfitta delle truppe nazifasciste in Italia.
articolo del 25.04.2019, ore 21:55