Manipolazione e bufale: la serata a Sondrio
Si è svolta venerdì 3 maggio al Teatro Sociale di Sondrio la serata dedicata alla manipolazione delle notizie e alle bufale in rete, alla presenza di numerosi ospiti. Tra gli altri, l'assessore comunale alle Pari opportunità del Comune di Sondrio Barbara Dell'Erba (che ha introdotto l'evento e ha ringraziato i presenti), Laura Lesèvre, project manager de "Gli occhi della guerra", Andrea Indini, caporedattore de "Il Giornale", Tiziano e Giuseppe Della Cagnoletta (tra gli ideatori del blog, di cui parleremo successivamente).
Contrariamente a quanto si prevedeva inizialmente, causa malessere, non era presente il presidente della Rai Marcello Foa. Intervenuto comunque tramite Skype, Foa ha fatto riferimento all'influenza dei giornalisti nel dare le notizie: "Penso ad esempio a quando la stampa tutta insieme propone una sola versione nel riportare le notizie, soprattutto nell'ambito della politica nazionale. Ecco perché considero la comunicazione uno strumento privilegiato di guerre asimmetriche, spesso all'insaputa del giornalista stesso. E' pertanto importante conoscere le tecniche, anche psicologiche, del convincimento di massa per poi potersi difendere. Personalmente ribatto con il realismo. La stampa ha un ruolo fondamentale nella democrazia ed è un nostro dovere morale saper contrastare tali tecniche di manipolazione".
Presente anche Andrea Pontini, amministratore delegato de "Il Giornale", che ha raccontato il progetto "Gli occhi della guerra": "Nel 2013 in Siria si parlava di armi di distruzione di massa. Noi della redazione ci accontentavamo di leggere le informazioni dai comunicati stampa. Inoltre, con la crisi i giornali hanno avuto sempre meno soldi per finanziare i viaggi dei reporter. Ecco che allora è nata l'idea del crowdfunding, una raccolta di fondi a cui hanno contribuito i nostri stessi lettori. E' dunque il lettore (che è il nostro padrone migliore) che permette al giornalista di recarsi sui luoghi dei grandi eventi mondiali per raccontarli senza filtri e con assoluta libertà".
Sul proprio sito internet, il blog spiega la sua storia: "Nasciamo nel 2013 con un obiettivo: fare giornalismo senza censure nè filtri. Vittima della crisi mondiale degli ultimi anni è infatti proprio il giornalismo di qualità. Che fare quindi? Noi abbiamo deciso di puntare sulla più grande risorsa che ogni giornale ha: i propri lettori. Grazie al sostegno dei lettori, andiamo in Afghanistan, Libia, Siria, Somalia, Turchia, Bosnia, Cecenia, Repubblica Centraficana, Germania, Azerbaijan, Irlanda del Nord, Libano, Belgio, Kurdistan, Ungheria. Ovunque ci sia un conflitto da raccontare".
E' poi intervenuto l'inviato di guerra del giornale Fausto Biloslavo: "Si combatte una guerra civile senza vincitori né vinti e la situazione si sta cronicizzando. Temo una eriva di scenario siriano con interventi stranieri. Si combatte di giorno e di notte. Oltre alla guerra coi mitra c'è anche quella delle fake news".
Marcello Foa
Giovane studente-lavoratore, inizia la carriera nel 1984 a Lugano al quotidiano Gazzetta Ticinese e passa nel 1987 al Giornale del Popolo.
Nel maggio 1989, all’età di 25 anni, vince il premio giornalistico Lucini per la miglior prova scritta all’esame dell’Ordine dei giornalisti per l’iscrizione all’albo dei professionisti, con una dissertazione sulla situazione politica americana.
Nel novembre 1989 è assunto a il Giornale da Indro Montanelli con la qualifica di capo servizio e vice responsabile della redazione Esteri. Nel 1993 viene nominato responsabile della redazione con la qualifica di caporedattore esteri. Nel 1991 Montanelli pubblica una lettera aperta di Marcello Foa aggiungendo una sola riga di commento: “Questa lettera, caro Foa, avrei potuto scriverla io”, un onore riservato a pochissimi giornalisti.
Da subito Foa ha l’opportunità di viaggiare all’estero, si occupa del processo di unificazione tedesca, viene mandato regolarmente a Mosca dove assiste al crollo dell’Unione sovietica e alla fasi successive (era Eltsin, era Putin, fino al 2008). Nella seconda metà degli anni Novanta segue il processo di creazione della moneta unica europea e le trattative per l’adesione dell’Italia all’euro. E’ stato uno degli ultimi giornalisti a intervistare il premier israeliano Ytzhak Rabin, poche settimane prima del suo assassinio. Nel corso degli anni si specializza come analista di geopolitica e geostrategia.
Nel 2003 il governo statunitense invita un gruppo di appena otto giornalisti europei specializzati in politica estera a compiere un viaggio di studio dietro le quinte dell’Amministrazione, con visite e incontri alla Casa Bianca, al Pentagono, al Dipartimento di Stato, nell’ambito del progetto Visitor Program. Marcello Foa è l’unico giornalista italiano a partecipare.
Mantiene la carica di caporedattore esteri fino al 2005, quando diventa inviato speciale e segue in particolare i processi elettorali negli Stati Uniti, in Germania, in Gran Bretagna, in Francia, nonché compie reportages economici in Italia e sulla questione islamica sulle due sponde del Mediterraneo.
Dal 2007 cura il blog indipendente Il cuore del mondo, molto seguito e selezionato per 4 anni di fila (2014- 2017) nella Top 10 di Macchianera Awards nella sezione blog politici e d’opinione.
A partire dalla fine degli anni Novanta studia e approfondisce la multimedialità e il giornalismo digitale, analizzando correttamente e con anticipo l’evoluzione dell’editoria, competenze che a fine 2010 gli valgono la guida del sito ilgiornale.it.
Nell’estate 2011 lascia il Giornale e diventa direttore generale del gruppo editoriale Timedia Holding SA di Melide (Svizzera) e del quotidiano Corriere del Ticino, il più importante e più antico quotidiano della Svizzera Italiana, controllato da una Fondazione che dal 1891 ha come mandato la difesa della libertà di stampa e del pluralismo nella Svizzera Italiana.
Un anno dopo, Foa assume anche la carica di amministratore delegato sia della Società Editrice del Corriere del Ticino SA di Muzzano (Svizzera) sia del gruppo (TImedia, in seguito mediaTI Holding, è confluito nel gruppo della Società Editrice del Corriere del Ticino SA).
Il gruppo include, oltre al Corriere, principale quotidiano della Svizzera Italiana, la prima tv privata Svizzera (TeleTicino), la radio privata più ascoltata della Svizzera Italiana (Radio 3i), due siti di informazione (cdt.ch e ticinonews), il settimanale Extra Sette, una tipografia Centro Stampa SA e la concessionaria pubblicitaria MediaTi marketing. Foa è Amministratore delegato di tutte le società del Gruppo, ad eccezione del Centro Stampa.
Il gruppo detiene il 45% della Rezzonico Editore e di 2R Media, a sua volta proprietaria dei settimanali Il Caffè della domenica e Tessiner Zeitung. Foa è membro del Consiglio d’amministrazione dal 2015, attualmente con la carica di vicepresidente.
Dal 2016 siede nel Consiglio d’amministrazione della WEMF, l’Istituto di ricerca che rivela e certifica tirature e lettorati di tutte le testate svizzere in rappresentanza dell’Associazione degli editori della Svizzera Italiana, Stampa Svizzera.
A fine luglio 2018 lascia il Gruppo Corriere del Ticino per entrare nel CdA della RAI, di cui diventa presidente il 26 settembre 2018.
Nel corso della sua carriera giornalistica ha collaborato con varie testate radiotelevisive, tra le quali BBC Radio (di cui è stato collaboratore dall’Italia per un decennio), Rai Radio 3, Rai 1, RSI e ha
partecipato a molti programmi radiotelevisivi sia in Italia (Rai2, Rai Radio 1, Radio 24, Canale 5, Italia 1, Rete 4, La7), sia all’estero (CNBC, BBC, Russia Today, Arté).
Ha ricevuto nel 2013 il Premio delle Arti e della Cultura per il giornalismo e nel 2015 il Premio Poestate per i suoi romanzi e i suoi saggi.
articolo dell'11.05.2019, ore 21:00
riferimenti dal "Centrovalle"
Contrariamente a quanto si prevedeva inizialmente, causa malessere, non era presente il presidente della Rai Marcello Foa. Intervenuto comunque tramite Skype, Foa ha fatto riferimento all'influenza dei giornalisti nel dare le notizie: "Penso ad esempio a quando la stampa tutta insieme propone una sola versione nel riportare le notizie, soprattutto nell'ambito della politica nazionale. Ecco perché considero la comunicazione uno strumento privilegiato di guerre asimmetriche, spesso all'insaputa del giornalista stesso. E' pertanto importante conoscere le tecniche, anche psicologiche, del convincimento di massa per poi potersi difendere. Personalmente ribatto con il realismo. La stampa ha un ruolo fondamentale nella democrazia ed è un nostro dovere morale saper contrastare tali tecniche di manipolazione".
Presente anche Andrea Pontini, amministratore delegato de "Il Giornale", che ha raccontato il progetto "Gli occhi della guerra": "Nel 2013 in Siria si parlava di armi di distruzione di massa. Noi della redazione ci accontentavamo di leggere le informazioni dai comunicati stampa. Inoltre, con la crisi i giornali hanno avuto sempre meno soldi per finanziare i viaggi dei reporter. Ecco che allora è nata l'idea del crowdfunding, una raccolta di fondi a cui hanno contribuito i nostri stessi lettori. E' dunque il lettore (che è il nostro padrone migliore) che permette al giornalista di recarsi sui luoghi dei grandi eventi mondiali per raccontarli senza filtri e con assoluta libertà".
Sul proprio sito internet, il blog spiega la sua storia: "Nasciamo nel 2013 con un obiettivo: fare giornalismo senza censure nè filtri. Vittima della crisi mondiale degli ultimi anni è infatti proprio il giornalismo di qualità. Che fare quindi? Noi abbiamo deciso di puntare sulla più grande risorsa che ogni giornale ha: i propri lettori. Grazie al sostegno dei lettori, andiamo in Afghanistan, Libia, Siria, Somalia, Turchia, Bosnia, Cecenia, Repubblica Centraficana, Germania, Azerbaijan, Irlanda del Nord, Libano, Belgio, Kurdistan, Ungheria. Ovunque ci sia un conflitto da raccontare".
E' poi intervenuto l'inviato di guerra del giornale Fausto Biloslavo: "Si combatte una guerra civile senza vincitori né vinti e la situazione si sta cronicizzando. Temo una eriva di scenario siriano con interventi stranieri. Si combatte di giorno e di notte. Oltre alla guerra coi mitra c'è anche quella delle fake news".
Marcello Foa
Giovane studente-lavoratore, inizia la carriera nel 1984 a Lugano al quotidiano Gazzetta Ticinese e passa nel 1987 al Giornale del Popolo.
Nel maggio 1989, all’età di 25 anni, vince il premio giornalistico Lucini per la miglior prova scritta all’esame dell’Ordine dei giornalisti per l’iscrizione all’albo dei professionisti, con una dissertazione sulla situazione politica americana.
Nel novembre 1989 è assunto a il Giornale da Indro Montanelli con la qualifica di capo servizio e vice responsabile della redazione Esteri. Nel 1993 viene nominato responsabile della redazione con la qualifica di caporedattore esteri. Nel 1991 Montanelli pubblica una lettera aperta di Marcello Foa aggiungendo una sola riga di commento: “Questa lettera, caro Foa, avrei potuto scriverla io”, un onore riservato a pochissimi giornalisti.
Da subito Foa ha l’opportunità di viaggiare all’estero, si occupa del processo di unificazione tedesca, viene mandato regolarmente a Mosca dove assiste al crollo dell’Unione sovietica e alla fasi successive (era Eltsin, era Putin, fino al 2008). Nella seconda metà degli anni Novanta segue il processo di creazione della moneta unica europea e le trattative per l’adesione dell’Italia all’euro. E’ stato uno degli ultimi giornalisti a intervistare il premier israeliano Ytzhak Rabin, poche settimane prima del suo assassinio. Nel corso degli anni si specializza come analista di geopolitica e geostrategia.
Nel 2003 il governo statunitense invita un gruppo di appena otto giornalisti europei specializzati in politica estera a compiere un viaggio di studio dietro le quinte dell’Amministrazione, con visite e incontri alla Casa Bianca, al Pentagono, al Dipartimento di Stato, nell’ambito del progetto Visitor Program. Marcello Foa è l’unico giornalista italiano a partecipare.
Mantiene la carica di caporedattore esteri fino al 2005, quando diventa inviato speciale e segue in particolare i processi elettorali negli Stati Uniti, in Germania, in Gran Bretagna, in Francia, nonché compie reportages economici in Italia e sulla questione islamica sulle due sponde del Mediterraneo.
Dal 2007 cura il blog indipendente Il cuore del mondo, molto seguito e selezionato per 4 anni di fila (2014- 2017) nella Top 10 di Macchianera Awards nella sezione blog politici e d’opinione.
A partire dalla fine degli anni Novanta studia e approfondisce la multimedialità e il giornalismo digitale, analizzando correttamente e con anticipo l’evoluzione dell’editoria, competenze che a fine 2010 gli valgono la guida del sito ilgiornale.it.
Nell’estate 2011 lascia il Giornale e diventa direttore generale del gruppo editoriale Timedia Holding SA di Melide (Svizzera) e del quotidiano Corriere del Ticino, il più importante e più antico quotidiano della Svizzera Italiana, controllato da una Fondazione che dal 1891 ha come mandato la difesa della libertà di stampa e del pluralismo nella Svizzera Italiana.
Un anno dopo, Foa assume anche la carica di amministratore delegato sia della Società Editrice del Corriere del Ticino SA di Muzzano (Svizzera) sia del gruppo (TImedia, in seguito mediaTI Holding, è confluito nel gruppo della Società Editrice del Corriere del Ticino SA).
Il gruppo include, oltre al Corriere, principale quotidiano della Svizzera Italiana, la prima tv privata Svizzera (TeleTicino), la radio privata più ascoltata della Svizzera Italiana (Radio 3i), due siti di informazione (cdt.ch e ticinonews), il settimanale Extra Sette, una tipografia Centro Stampa SA e la concessionaria pubblicitaria MediaTi marketing. Foa è Amministratore delegato di tutte le società del Gruppo, ad eccezione del Centro Stampa.
Il gruppo detiene il 45% della Rezzonico Editore e di 2R Media, a sua volta proprietaria dei settimanali Il Caffè della domenica e Tessiner Zeitung. Foa è membro del Consiglio d’amministrazione dal 2015, attualmente con la carica di vicepresidente.
Dal 2016 siede nel Consiglio d’amministrazione della WEMF, l’Istituto di ricerca che rivela e certifica tirature e lettorati di tutte le testate svizzere in rappresentanza dell’Associazione degli editori della Svizzera Italiana, Stampa Svizzera.
A fine luglio 2018 lascia il Gruppo Corriere del Ticino per entrare nel CdA della RAI, di cui diventa presidente il 26 settembre 2018.
Nel corso della sua carriera giornalistica ha collaborato con varie testate radiotelevisive, tra le quali BBC Radio (di cui è stato collaboratore dall’Italia per un decennio), Rai Radio 3, Rai 1, RSI e ha
partecipato a molti programmi radiotelevisivi sia in Italia (Rai2, Rai Radio 1, Radio 24, Canale 5, Italia 1, Rete 4, La7), sia all’estero (CNBC, BBC, Russia Today, Arté).
Ha ricevuto nel 2013 il Premio delle Arti e della Cultura per il giornalismo e nel 2015 il Premio Poestate per i suoi romanzi e i suoi saggi.
articolo dell'11.05.2019, ore 21:00
riferimenti dal "Centrovalle"