Migranti della Open Arms: "Il Gabbiano" si offre per accoglierne alcuni
Dopo il salvataggio di alcuni migranti trasportati dalla Open Arms (che ancora deve approdare in un porto europeo), l’associazione “Comunità Il Gabbiano onlus” si è resa disponibile nell’accoglienza di dieci richiedenti asilo, che verrebbero distribuiti nelle diverse strutture lecchesi (villa Guagnellini a Calolzio, Olginate, valle San Martino, meno probabilmente a Olgiasca di Colico).
Va ricordato che a bordo della Open Arms vi è proprio un calolziese: il capitano Riccardo Gatti.
«L’Associazione Comunità Il Gabbiano onlus si occupa da molti anni dell’accoglienza di persone fragili, vulnerabili o emarginate - si legge nella nota diffusa da Paolo Casu, operatore del Gabbiano - Obbedendo al semplice principio di umanità che ci anima ci rendiamo disponibili a ospitare alcuni dei profughi tratti in salvo dalla nave Open Arms lo scorso 2 agosto e al momento in attesa, in acque internazionali, di poter sbarcare in un porto sicuro europeo. Si tratta di oltre 150 naufraghi, di cui 23 minori e due donne in stato di gravidanza, il cui sbarco non è ancora stato autorizzato dai governi europei e, in particolare, da quello italiano».
«Sentendoci parte delle realtà della società civile ci facciamo promotori attivi dell’accoglienza di persone provate e innocenti, così come già dichiarato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e dalla Tavola Valdese - si legge inoltre nel comunicato del Gabbiano - Proprio per questo nei giorni scorsi abbiamo sondato con le istituzioni preposte la possibilità di mettere a disposizione le nostre risorse e le competenze acquisite. Siamo infatti convinti della preminenza della tutela del diritto alla sopravvivenza di donne e uomini, minori e adulti, di fronte a qualsiasi strumentalizzazione di fenomeni che dovrebbero essere affrontati con lungimiranza e programmazione e che in casi come questi - nel momento in cui scriviamo più di 500 persone si trovano nel Mar Mediterraneo - devono rispondere a un unico valore: la dignità umana».
«La disponibilità per l'accoglienza da parte della nostra comunità sarebbe per 8/10 migranti - specifica l'operatore del Gabbiano - Ciò che conta è non rimanere fermi di fronte al dolore di tante persone ancora naufraghe, è l'aver lanciato un appello concreto come società civile, uno dei primi in Italia. Noi ci proponiamo, ci mettiamo la faccia e ci diaciamo pronti a fare la nostra parte. Non ne possiamo più di vedere gente in mare in certe condizioni. La nostra associazione da 35 anni promuove accoglienza e aiuta persone in stato di bisogno, non solo migranti. Il 98% dei richiedenti asilo in carico al Gabbiano hanno un contratto di lavoro, frutto di iniziative di cittadinanza attiva e seria integrazione».
“L’Associazione Comunità “Il Gabbiano” onlus opera in Lombardia dal 1983 per la promozione e la tutela della dignità della persona, in particolare nei casi in cui sono presenti problemi di tossicodipendenza e alcolismo. Nel corso degli anni, per venire incontro alle crescenti richieste di intervento nell’ambito del disagio sociale, Il Gabbiano ha esteso i suoi servizi all’accoglienza di donne e uomini malati di AIDS e di giovani in minore età a grave rischio di marginalità sociale. L’Associazione è iscritta nella Sezione Sociale del Registro Generale Regionale del Volontariato: sul piano giuridico è una Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS), riconosciuta, tra l’altro, dall’Ufficio Giustizia Minorile del ministero della Giustizia per il collocamento di minori in situazioni penali. Il Gabbiano fa parte del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), del Coordinamento Italiano Case Alloggio per persone malate di AIDS (CICA), del Coordinamento Regionale Case Alloggio per persone malate di AIDS (CRCA), del Coordinamento Enti Ausiliari della Lombardia (CEAL) ed è riconosciuto a livello regionale come Ente Ausiliario Gestore di strutture di riabilitazione e di reinserimento di donne e uomini con problemi di tossicodipendenza e di alcoldipendenza. Dal 2001, tutte le unità di offerta per le dipendenze sono accreditate come erogatrici di servizi dalla Regione Lombardia” spiega la onlus.
“Da oltre 35 anni l’Associazione Comunità il Gabbiano onlus crede che le persone che si trovano, ad un certo punto della loro vita, in condizioni di fragilità e solitudine vadano accolte, sostenute e accompagnate in percorsi individualizzati di responsabilizzazione, riscatto personale e cittadinanza, nel rispetto dell’individualità irripetibile di ognuno. Alla base del nostro lavoro c’è la PERSONA nella sua interezza e nella sua fragilità. Il nostro lavoro quotidiano consiste nel riannodare il tessuto lacerato che segna spesso i percorsi di vita di chi è in difficoltà. L’esperienza ci ha convinti che dalle difficoltà personali si esce insieme: senza un terreno fertile il seme della speranza non riesce a schiudersi in un nuovo progetto di vita. In questi anni il territorio valtellinese ci ha permesso di portare avanti questo nostro tentativo, tanto che recentemente ci stiamo impegnando nello sviluppo di progetti di agricoltura sociale con una particolare attenzione all’integrità del territorio, alla manutenzione e al recupero di spazi faticosamente lavorati nei secoli, oggi a rischio di abbandono, nella consapevolezza che ecologia umana ed ecologia naturale devono camminare insieme. L’ Associazione Comunità Il Gabbiano onlus si impegna per l’inclusione sociale attraverso la realizzazione di progetti innovativi e sperimentali in tema di cura, residenzialità, socialità e inserimento lavorativo, accompagnati da un’opera diffusa di informazione e comunicazione. Lo facciamo in Valtellina, Alto Lario, Lecchese, Lodigiano e a Milano. 8 le strutture di accoglienza 13 gli appartamenti più di 330 le persone accolte stabilmente, in un anno, in percorsi di cura e inserite in processi strutturati di accompagnamento verso l’autonomia. 24 ore su 24. Accogliamo uomini e donne bisognosi di cure continue, ragazzi in fuga da paesi in guerra, famiglie che hanno perso la casa. Lo facciamo in comunità terapeutico-riabilitative, casa alloggio, comunità per minori, appartamenti. Promuoviamo attività lavorative in ambito cooperativo volte all’accoglienza di queste persone senza dimenticare l’importanza della promozione e della realizzazione di iniziative socio-culturali finalizzate all’abbattimento dei pregiudizi e lo sviluppo del territorio che da sempre ci ospita. Produciamo innovazione sociale, sperimentazione, sviluppo e benessere del territorio, coesione sociale”.
articolo del 14.08.2019, ore 9:30
Va ricordato che a bordo della Open Arms vi è proprio un calolziese: il capitano Riccardo Gatti.
«L’Associazione Comunità Il Gabbiano onlus si occupa da molti anni dell’accoglienza di persone fragili, vulnerabili o emarginate - si legge nella nota diffusa da Paolo Casu, operatore del Gabbiano - Obbedendo al semplice principio di umanità che ci anima ci rendiamo disponibili a ospitare alcuni dei profughi tratti in salvo dalla nave Open Arms lo scorso 2 agosto e al momento in attesa, in acque internazionali, di poter sbarcare in un porto sicuro europeo. Si tratta di oltre 150 naufraghi, di cui 23 minori e due donne in stato di gravidanza, il cui sbarco non è ancora stato autorizzato dai governi europei e, in particolare, da quello italiano».
«Sentendoci parte delle realtà della società civile ci facciamo promotori attivi dell’accoglienza di persone provate e innocenti, così come già dichiarato dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e dalla Tavola Valdese - si legge inoltre nel comunicato del Gabbiano - Proprio per questo nei giorni scorsi abbiamo sondato con le istituzioni preposte la possibilità di mettere a disposizione le nostre risorse e le competenze acquisite. Siamo infatti convinti della preminenza della tutela del diritto alla sopravvivenza di donne e uomini, minori e adulti, di fronte a qualsiasi strumentalizzazione di fenomeni che dovrebbero essere affrontati con lungimiranza e programmazione e che in casi come questi - nel momento in cui scriviamo più di 500 persone si trovano nel Mar Mediterraneo - devono rispondere a un unico valore: la dignità umana».
«La disponibilità per l'accoglienza da parte della nostra comunità sarebbe per 8/10 migranti - specifica l'operatore del Gabbiano - Ciò che conta è non rimanere fermi di fronte al dolore di tante persone ancora naufraghe, è l'aver lanciato un appello concreto come società civile, uno dei primi in Italia. Noi ci proponiamo, ci mettiamo la faccia e ci diaciamo pronti a fare la nostra parte. Non ne possiamo più di vedere gente in mare in certe condizioni. La nostra associazione da 35 anni promuove accoglienza e aiuta persone in stato di bisogno, non solo migranti. Il 98% dei richiedenti asilo in carico al Gabbiano hanno un contratto di lavoro, frutto di iniziative di cittadinanza attiva e seria integrazione».
“L’Associazione Comunità “Il Gabbiano” onlus opera in Lombardia dal 1983 per la promozione e la tutela della dignità della persona, in particolare nei casi in cui sono presenti problemi di tossicodipendenza e alcolismo. Nel corso degli anni, per venire incontro alle crescenti richieste di intervento nell’ambito del disagio sociale, Il Gabbiano ha esteso i suoi servizi all’accoglienza di donne e uomini malati di AIDS e di giovani in minore età a grave rischio di marginalità sociale. L’Associazione è iscritta nella Sezione Sociale del Registro Generale Regionale del Volontariato: sul piano giuridico è una Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS), riconosciuta, tra l’altro, dall’Ufficio Giustizia Minorile del ministero della Giustizia per il collocamento di minori in situazioni penali. Il Gabbiano fa parte del Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), del Coordinamento Italiano Case Alloggio per persone malate di AIDS (CICA), del Coordinamento Regionale Case Alloggio per persone malate di AIDS (CRCA), del Coordinamento Enti Ausiliari della Lombardia (CEAL) ed è riconosciuto a livello regionale come Ente Ausiliario Gestore di strutture di riabilitazione e di reinserimento di donne e uomini con problemi di tossicodipendenza e di alcoldipendenza. Dal 2001, tutte le unità di offerta per le dipendenze sono accreditate come erogatrici di servizi dalla Regione Lombardia” spiega la onlus.
“Da oltre 35 anni l’Associazione Comunità il Gabbiano onlus crede che le persone che si trovano, ad un certo punto della loro vita, in condizioni di fragilità e solitudine vadano accolte, sostenute e accompagnate in percorsi individualizzati di responsabilizzazione, riscatto personale e cittadinanza, nel rispetto dell’individualità irripetibile di ognuno. Alla base del nostro lavoro c’è la PERSONA nella sua interezza e nella sua fragilità. Il nostro lavoro quotidiano consiste nel riannodare il tessuto lacerato che segna spesso i percorsi di vita di chi è in difficoltà. L’esperienza ci ha convinti che dalle difficoltà personali si esce insieme: senza un terreno fertile il seme della speranza non riesce a schiudersi in un nuovo progetto di vita. In questi anni il territorio valtellinese ci ha permesso di portare avanti questo nostro tentativo, tanto che recentemente ci stiamo impegnando nello sviluppo di progetti di agricoltura sociale con una particolare attenzione all’integrità del territorio, alla manutenzione e al recupero di spazi faticosamente lavorati nei secoli, oggi a rischio di abbandono, nella consapevolezza che ecologia umana ed ecologia naturale devono camminare insieme. L’ Associazione Comunità Il Gabbiano onlus si impegna per l’inclusione sociale attraverso la realizzazione di progetti innovativi e sperimentali in tema di cura, residenzialità, socialità e inserimento lavorativo, accompagnati da un’opera diffusa di informazione e comunicazione. Lo facciamo in Valtellina, Alto Lario, Lecchese, Lodigiano e a Milano. 8 le strutture di accoglienza 13 gli appartamenti più di 330 le persone accolte stabilmente, in un anno, in percorsi di cura e inserite in processi strutturati di accompagnamento verso l’autonomia. 24 ore su 24. Accogliamo uomini e donne bisognosi di cure continue, ragazzi in fuga da paesi in guerra, famiglie che hanno perso la casa. Lo facciamo in comunità terapeutico-riabilitative, casa alloggio, comunità per minori, appartamenti. Promuoviamo attività lavorative in ambito cooperativo volte all’accoglienza di queste persone senza dimenticare l’importanza della promozione e della realizzazione di iniziative socio-culturali finalizzate all’abbattimento dei pregiudizi e lo sviluppo del territorio che da sempre ci ospita. Produciamo innovazione sociale, sperimentazione, sviluppo e benessere del territorio, coesione sociale”.
articolo del 14.08.2019, ore 9:30