Crotto Caurga: dal 2020 parte il nuovo corso sull'area del benessere
Nuovi progetti in vista per l’istituto superiore Crotto Caurga di Chiavenna. La scuola ospiterà infatti, come da annuncio del dirigente Massimo Minnai, un corso pilota relativo all’area del benessere nelle attività alberghiere e nelle strutture ricettive. Il progetto è stato presentato alla cena d’autunno dell’istituto, intitolata “Sota el cueerc del lavecc”; il corso è previsto in partenza all’inizio dell’anno accademico 2020 (solo lì verranno forniti più dettagli circa l’iniziativa).
“L’idea iniziale è nata dalla ex dirigente dell’istituto Romegialli di Morbegno (purtroppo mancata lo scorso maggio) Paola Salomoni, la quale ha intravisto a suo tempo uno spazio libero dedicato a questa specialità legata allo sport e benessere. Oggi in molte attività alberghiere esiste all’interno una zona benessere, pertanto il coso sarà articolato in varie attività: alimentazione, ambienti confortevole funzionali nelle strutture alberghiere, scienze estetiche e tanto altro. Sarà un corso pilota, primo in Italia, che va incontro alle richieste di mercato del lavoro nel turismo valchiavennasco e in tutto il territorio, nonché all’estero. Il percorso didattico sarà basato su una formazione ricca anche dal punto di vista scientifico. Sono previste materie tecniche come fisica e chimica oltre alla tecnica professionale. Al termine di cinque anni gli studenti sosterranno gli esami di Stato e avranno al possibilità, se vorranno, di proseguire gli studi universitari, cosa non possibile fino ad ora, con i corsi triennali”.
Nel progetto si è rivelato fondamentale l’aiuto di Nadia Buffetti e Marina Fallini, professioniste, oltre a quello del piurese Roberto Lucchinetti. Proprio quest’ultimo è l’unico produttore (dal 1988) rimasto di “lavecc”: si tratta di particolari pentole di pietra ollare utilizzate già 2000 anni fa. Per le sue caratteristiche la pietra si riscalda lentamente, ma quando ha raggiunto la temperatura desiderata, la mantiene costante con una modesta fonte di calore e si raffredda altrettanto lentamente, mantenendo caldo il contenuto a lungo (oltre un'ora). Inoltre i cibi non si attaccano sul fondo.
Alla cena ha parlato anche lo storico Guido Scaramellini: “L’utilizzo del lavecc risale all’età del ferro, come più volte documentato e continua ancora oggi. Un tempo erano considerate le normali pentole per contadini e montanari, oggi invece sono considerate quasi un lusso o addirittura oggetti da collezione visti i prezzi piuttosto alti. Il lavecc viene costruito con la pietra olare, le cui cave esistono ancora, specie in Valmalenco. Viene lavorato al tornio e cerchiato con anelli di rame per aumentare la resistenza e reggere il manico. Forse non tutti sanno che, essendo una pentola ollare, oltre ad essere molto resistente e durevole nel tempo, non assorbe gli odori dei cibi”.
articolo del 9.11.2019, ore 15:45
“L’idea iniziale è nata dalla ex dirigente dell’istituto Romegialli di Morbegno (purtroppo mancata lo scorso maggio) Paola Salomoni, la quale ha intravisto a suo tempo uno spazio libero dedicato a questa specialità legata allo sport e benessere. Oggi in molte attività alberghiere esiste all’interno una zona benessere, pertanto il coso sarà articolato in varie attività: alimentazione, ambienti confortevole funzionali nelle strutture alberghiere, scienze estetiche e tanto altro. Sarà un corso pilota, primo in Italia, che va incontro alle richieste di mercato del lavoro nel turismo valchiavennasco e in tutto il territorio, nonché all’estero. Il percorso didattico sarà basato su una formazione ricca anche dal punto di vista scientifico. Sono previste materie tecniche come fisica e chimica oltre alla tecnica professionale. Al termine di cinque anni gli studenti sosterranno gli esami di Stato e avranno al possibilità, se vorranno, di proseguire gli studi universitari, cosa non possibile fino ad ora, con i corsi triennali”.
Nel progetto si è rivelato fondamentale l’aiuto di Nadia Buffetti e Marina Fallini, professioniste, oltre a quello del piurese Roberto Lucchinetti. Proprio quest’ultimo è l’unico produttore (dal 1988) rimasto di “lavecc”: si tratta di particolari pentole di pietra ollare utilizzate già 2000 anni fa. Per le sue caratteristiche la pietra si riscalda lentamente, ma quando ha raggiunto la temperatura desiderata, la mantiene costante con una modesta fonte di calore e si raffredda altrettanto lentamente, mantenendo caldo il contenuto a lungo (oltre un'ora). Inoltre i cibi non si attaccano sul fondo.
Alla cena ha parlato anche lo storico Guido Scaramellini: “L’utilizzo del lavecc risale all’età del ferro, come più volte documentato e continua ancora oggi. Un tempo erano considerate le normali pentole per contadini e montanari, oggi invece sono considerate quasi un lusso o addirittura oggetti da collezione visti i prezzi piuttosto alti. Il lavecc viene costruito con la pietra olare, le cui cave esistono ancora, specie in Valmalenco. Viene lavorato al tornio e cerchiato con anelli di rame per aumentare la resistenza e reggere il manico. Forse non tutti sanno che, essendo una pentola ollare, oltre ad essere molto resistente e durevole nel tempo, non assorbe gli odori dei cibi”.
articolo del 9.11.2019, ore 15:45