Turista russo aggredito sul treno: tre mesi al terzo valtellinese
Sconto di pena per il terzo valtellinese che, nel giugno 2017, era stato accusato di aver aggredito dei turisti su un treno della linea Milano-Lecco-Tirano.
A scaturire la violenta reazione sarebbe stata (secondo l’imputato) l’affermazione di un’anziana che viaggiava in carrozza, ovvero “Smettetela di bestemmiare”, di fronte al linguaggio poco consono dei tre valtellinesi. Da lì il putiferio, che un turista di nazionalità russa ha cercato di moderare difendendo la donna aggredita verbalmente.
Nel momento in cui il passeggero è intervenuto, però, il gruppo si è rivolto totalmente contro di lui attraverso pesanti ingiurie, calci e pugni. Il trentaduenne valtellinese è stato difeso stamattina dall’avvocato Rapella, che ha affermato come l’accusa mossa all’uomo sarebbe stata del tutto ingiustificata.
D.M., infatti, come rivelano le telecamere presenti a bordo del treno (di ultima generazione e per questo molto utile a capire le dinamiche dell’accaduto), si sarebbe allontanato volontariamente dall’aggressione.
Il giudice Enrico Manzi, al netto del racconto e dell’accaduto, ha impartito la condanna di tre mesi di reclusione.
Le aggressioni a bordo dei treni sono purtroppo un crescente sulle linee ferroviarie italiane; a tale proposito Regione Lombardia e Trenord sono attualmente impegnate nell’acquisto di “bodycam” per i controllori.
articolo del 20.07.2019, ore 15:25
A scaturire la violenta reazione sarebbe stata (secondo l’imputato) l’affermazione di un’anziana che viaggiava in carrozza, ovvero “Smettetela di bestemmiare”, di fronte al linguaggio poco consono dei tre valtellinesi. Da lì il putiferio, che un turista di nazionalità russa ha cercato di moderare difendendo la donna aggredita verbalmente.
Nel momento in cui il passeggero è intervenuto, però, il gruppo si è rivolto totalmente contro di lui attraverso pesanti ingiurie, calci e pugni. Il trentaduenne valtellinese è stato difeso stamattina dall’avvocato Rapella, che ha affermato come l’accusa mossa all’uomo sarebbe stata del tutto ingiustificata.
D.M., infatti, come rivelano le telecamere presenti a bordo del treno (di ultima generazione e per questo molto utile a capire le dinamiche dell’accaduto), si sarebbe allontanato volontariamente dall’aggressione.
Il giudice Enrico Manzi, al netto del racconto e dell’accaduto, ha impartito la condanna di tre mesi di reclusione.
Le aggressioni a bordo dei treni sono purtroppo un crescente sulle linee ferroviarie italiane; a tale proposito Regione Lombardia e Trenord sono attualmente impegnate nell’acquisto di “bodycam” per i controllori.
articolo del 20.07.2019, ore 15:25