Bim Lecco-Como: Spaggiari (Menaggio) è il nuovo presidente
Il nuovo presidente del Bim - Consorzio Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como, Brembo e Serio è il menaggino Michele Spaggiari. Il voto è stato piuttosto chiaro, con 57 voti a suo favore e 29 all'avversario cremiese Guido Dell'Era (candidato che poteva contare su di un inedito appoggio da parte di Lega e del Partito Democratico comasco, non di quello lecchese).
Nella nuova assemblea (di 5 membri) non sarà presente l'ex presidente Cesare Galli (Vendrogno), ma un posto sarà occupato dall'ormai ex presidente della Comunità Montana di Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Lario Carlo Signorelli (Perledo).
Ma cos'è il BIM?Il termine “imbrifero” deriva dalla parola latina imber = pioggia e indica una zona che raccoglie le acque piovane che alimentano un fiume.
Con il termine di bacino imbrifero montano, introdotto dalla legge 27 dicembre n. 959, si intende il territorio delimitato da una cintura montuosa o collinare che funge da spartiacque, ubicato al di sopra di una certa quota assoluta stabilita bacino per bacino.
Il bacino è delimitato verso valle da una sezione dell’asta principale, detta “sezione di chiusura del bacino”, in cui transitano tutte le acque superficiali raccolte dalla rete naturale di drenaggio.
Fin dalla fine dell’ottocento molti bacini montani, in special modo nell’Italia settentrionale, furono oggetto di forte interesse per la possibilità di utilizzare l’energia prodotta dalla caduta delle acque su salti consistenti, per trasformarla in forza motrice adatta a far funzionare i primi opifici di tipo manifatturiero e, in seguito, per produrre energia elettrica.
articolo dell'11.09.2019, ore 19:15
Nella nuova assemblea (di 5 membri) non sarà presente l'ex presidente Cesare Galli (Vendrogno), ma un posto sarà occupato dall'ormai ex presidente della Comunità Montana di Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Lario Carlo Signorelli (Perledo).
Ma cos'è il BIM?Il termine “imbrifero” deriva dalla parola latina imber = pioggia e indica una zona che raccoglie le acque piovane che alimentano un fiume.
Con il termine di bacino imbrifero montano, introdotto dalla legge 27 dicembre n. 959, si intende il territorio delimitato da una cintura montuosa o collinare che funge da spartiacque, ubicato al di sopra di una certa quota assoluta stabilita bacino per bacino.
Il bacino è delimitato verso valle da una sezione dell’asta principale, detta “sezione di chiusura del bacino”, in cui transitano tutte le acque superficiali raccolte dalla rete naturale di drenaggio.
Fin dalla fine dell’ottocento molti bacini montani, in special modo nell’Italia settentrionale, furono oggetto di forte interesse per la possibilità di utilizzare l’energia prodotta dalla caduta delle acque su salti consistenti, per trasformarla in forza motrice adatta a far funzionare i primi opifici di tipo manifatturiero e, in seguito, per produrre energia elettrica.
articolo dell'11.09.2019, ore 19:15