In migliaia a Milano al comizio di Salvini. Presenti anche contromanifestazioni
Si è svolto nella giornata di ieri a Milano, alla presenza di migliaia di simpatizzanti e seguaci da tutta Italia (trecento dalla provincia di Lecco), il comizio di Matteo Salvini in vista delle prossime elezioni Europee (che si terranno domenica 26 maggio).
"E' un momento storico per liberare il continente dall'occupazione abusiva organizzata a Bruxelles da molti anni – ha detto Salvini -. Chi ha tradito l'Europa, il sogno dei padri fondatori, di De Gaulle e De Gasperi? I Merkel, i Macron, i Soros, gli Juncker, che hanno costruito l'Europa della finanza e dell'immigrazione incontrollata […] Qui non ci sono estremisti, razzisti, fascisti. La differenza è tra chi guarda avanti, parla di futuro e di lavoro e chi fa i processi al passato: hanno paura del passato perché non hanno un'idea di futuro. Noi stiamo costruendo il futuro". Hanno fatto discutere, nelle scorse ore, i fischi fatti in piazza per Papa Francesco dopo alcune affermazioni del vice primo ministro (“il governo sta azzerando i morti nel Mediterraneo, con orgoglio e spirito cristiano. Se la Lega sarà primo partito, porteremo le nostre politiche in tutta Europa e non entrerà più nessuno”). Salvini ha poi sottolineato il diverso pontificato dei due predecessori, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che a suo parere avrebbero prestato maggiore attenzione alla difesa delle radici cristiane dell’Europa. Nell’incontro, il segretario nazionale della Lega ha poi nuovamente mostrato i simboli religiosi (con un rosario e l’appello ai santi), concludendo dicendosi “pronto a dare la vita. Non mi fermo davanti a niente e nessuno, con la convinzione di essere nel giusto”. Sempre in conclusione di intervento, il ministro dell’Interno ha rassicurato che vi saranno altri 4 anni di governo con il Movimento Cinque Stelle e una “flat tax”, aliquota unica per tutti al 15%: “Al referendum del 26 maggio non prendo venti impegni, ne prendo uno: cambiare l'Europa da cima a fondo ma se date alla Lega il primo posto in Italia e in Europa non mollerò finché ciascuno in Italia non pagherà il 15% di tasse. Non una lira di più. Non solo non una tassa di più ma dateci forza e il coraggio per abbassarle. Perché volere è potere”. In giornata, soprattutto di fronte alla presenza di Marine Le Pen del Front National, Luigi Di Maio ha commentato dicendosi preoccupato dell’”ultradestra”. Dopo aver ricordato di provare rispetto “per tutte le piazze”, ha aggiunto: “Spero che Salvini abbia chiesto a Le Pen, ad Orban e agli altri governi sovranisti di prendersi i migranti che arrivano in Italia […] Bisogna essere preoccupati non solo della deriva ideologica, ma dal fatto che questi sono quelli che hanno chiesto all'Italia l'austerity. Non vogliono bene all'Italia e se non ci vogliono bene non ne abbiamo bisogno”. Più forte la critica del segretario nazionale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti: “Da Salvini nessuna idea per il futuro degli italiani. Tanta demagogia e odio nell'interesse della Lega. Una sfilata di partiti nemici dell'Italia. Da parte nostra nessuna complicità con questa destra: governo e Salvini a casa". Critico, soprattutto sui fischi al Papa, anche il sindaco di Milano Beppe Sala: "Ai sovranisti dico che si possono prendere l'Italia, l'Europa, il mondo, ma non Milano”. Durante l’intervento, ha fatto parlare anche la rimozione di uno striscione contro il Ministro dell’Interno, che recava la scritta “Salvini amico dei mafiosi, nemico dei poveri”. Sul caso sta tuttora indagando la Digos: secondo le frammentarie informazioni a disposizione, il cartello sarebbe stato esposto da una milanese residente in zona San Siro. Alberto Nobili, responsabile dell’Antiterrorismo, ha ritenuto intollerabile l’esposizione dello striscione, ricordando che tre giorni prima era già stato chiesto alla donna di rimuoverlo. Dopo aver affermato che fosse un suo diritto manifestare il proprio pensiero, la milanese aveva lasciato esposta la scritta. Nelle stesse ore del comizio meneghino è partita inoltre una contromanifestazione da parte di un corteo anti-sovranista, composta da circa 1.000 persone e organizzata da centri sociali, da “Non una di meno” e dagli antifascisti. Tutto in linea con un altro appuntamento dei manifestanti: un assembramento in piazza del Castello, a favore dell’accoglienza. Per gli antifascisti, è stata simbolica l’immersione di alcune barchette nell’acqua della fontana. Fortunatamente, non si sono tenuti scontri, particolari disordini o danni alla città. Gli altri interventi Carlo Calenda, capolista nel nord est del Partito Democratico, ha mantenuto la promessa lanciata il giorno prima: si è presentato in piazza, tra i tanti simpatizzanti e seguaci della Lega. Queste le sue parole su Facebook: “Sai che c’è Matteo Salvini, che mi sono rotto di farmi dire da te dove sarò o dove non sarò. Quindi io ci sarò. Senza scorta e senza cordoni. Pronto a fare un confronto con te e con i tuoi elettori. Ci vediamo domani a Milano. Vi chiedo però di non venire a disturbare il comizio di Salvini. Io sarò lì, in prima fila. Pronto a salire sul palco per un confronto civile e democratico. Ma nessun altro deve venire. Nessun disordine deve essere provocato. Altrimenti non vado. Io rispetto i comizi altrui. A Modena l’ho sfidato ma non sono andato. Però se usi la mia faccia per promuovere il tuo comizio pensando di potermi intimorire e di dirmi dove posso o non posso andare..allora non ci siamo. Andrò senza disturbare. Siamo Europei Partito Democratico”. Civiltà Cattolica contro Salvini Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio […] La coscienza critica e il discernimento – sottolinea – dovrebbe aiutare a capire che non è un comizio politico il luogo per fare litanie (e in nome di valori che col Vangelo di Gesù nulla hanno a che fare) […] La coscienza cristiana, a mio avviso, dovrebbe sussultare con sdegno e umiliazione nel vedersi così mercanteggiata e blandita. Si facciano i propri discorsi, ma davanti a Dio bisogna togliersi i sandali”. Famiglia Cristiana, confermando la linea editoriale contro le politiche di Matteo Salvini, ha commentato: “Ieri è andato in scena l'ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani. Mentre il capopolo della Lega esibiva il Vangelo un'altra nave carica di vite umane veniva respinta e le Nazioni Unite ci condannavano per il decreto sicurezza”. "Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso” ha poi aggiunto il segretario di stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine della Festa dei Popoli a San Giovanni in Laterano, dove ha celebrato la messa lanciando un monito contro l'indifferenza. La Festa è stata partecipata da tanti gruppi delle varie comunità immigrate della Capitale. In un corsivo non firmato, prende posizione anche il quotidiano dei cattolici, Avvenire: «Confronti e graduatorie tra Papi, ostentazione del Rosario per invocare un aiuto celeste nelle urne, proclami identitari: il leader leghista Matteo Salvini ancora una volta si proclama alfiere del cattolicesimo, ma di un cattolicesimo tutto suo, “politicizzato” e contraddittorio, piuttosto distante dal magistero del Papa e della Chiesa universale e italiana. Non si può discutere la fede che ciascuno afferma di avere, ma neppure è lecito deformare il messaggio evangelico. E col Rosario si prega, non si fanno i comizi». «Sono profondamente turbato – scrive su Twitter Enzo Bianchi, fondatore della Comunità di Bose – come è possibile che un politico oggi, in un comizio elettorale, baci il Rosario, invochi i santi patroni d’Europa e affidi l’Italia al Cuore immacolato di Maria per la vittoria del suo partito? Cattolici, se amate il cristianesimo non tacete, protestate!». Un ammonimento arriva anche dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, in una intervista a La Stampa: «Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso. Nessuno può appropriarsi dei valori cristiani». «Ritengo che sia scorretto usare il nome di Dio in questo modo. Non soltanto il suo nome, ma anche quello della Vergine. È una modalità strumentale dalla quale prendere del tutto le distanze». Lo ha sostenuto il segretario del Consiglio dei cardinali e vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, in un’intervista a La Repubblica. Una «uscita esecrabile», di fronte alla quale cita un passaggio del documento sulla fratellanza umana firmato negli Emirati Arabi Uniti da papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb: «Dio, l’Onnipotente non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente». «Chi ha responsabilità di governo – ha aggiunto il vescovo – dovrebbe leggere e studiare questo testo». Infine, a Salvini mons. Semeraro ricorda che «esiste il timor di Dio. Che da esso occorrerebbe ripartire». Al Corriere della Sera l’arcivescovo di Chieti mons. Bruno Forte spiega che «il Rosario usato a fini elettorali non rispetta la serietà della fede e ferisce i credenti. La preghiera non può essere usata a fini strumentali. Mi auguro che il ministro Salvini lo comprenda. Un conto è la fede, che si difende da se stessa e certo non ha bisogno di Salvini per essere difesa. Altro è usare un simbolo sacro a favore della propria parte politica». «È ora di finirla. Non possiamo più stare zitti di fronte alle sparate di un sempre più arrogante ministro della Repubblica». Lo ha scritto sul sito della Diocesi di Mazara del Vallo (Trapani), il vescovo mons. Domenico Mogavero. «Non possiamo più permettere che ci si appropri dei segni sacri della nostra fede per smerciare le proprie vedute disumane, antistoriche e diametralmente opposte al messaggio evangelico», ha aggiunto. «Chi è con lui non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell’amore». In precedenza, Salvini aveva detto: “Sono orgoglioso di testimoniare, con azioni concrete e con gesti simbolici, la mia volontà di un'Italia più sicura e accogliente, ma nel rispetto di limiti e regole. Frati, suore, missionari, vescovi, cardinali mi scrivono dicendo: mi raccomando Salvini tenete duro”. articolo del 19.05.2019, ore 23:05 riferimenti da "Tgcom24" foto da Facebook |