Sanità in Valchiavenna: l'Assemblea dei Sindaci presenta il documento
Il documento dell’Assemblea mandamentale dei sindaci della Valchiavenna concernente il futuro dell’ospedale della città del Mera è stato presentato ufficialmente nel Consiglio comunale di Chiavenna lunedì scorso (per metà gennaio è previsto l’arrivo nell’assemblea provinciale, in modo da poter predisporre più precisamente le richieste alla Regione).
Nella relazione si legge: “Il Presidio Ospedaliero di Chiavenna deve uscire dagli schemi dell’ospedale tradizionale in quanto non ne possiede requisiti e risorse, ma deve ottimizzare le proprie peculiarità, anche con strategie innovative, per rispondere alle richieste di sanità locale. Noi pensiamo che poter offrire la possibilità di ricovero e cura, la riabilitazione de nostri pazienti il più possibile in loco, non solo sia un vantaggio economico e una riduzione del disagio dei pazienti stessi, ma anche un modo per rendere un servizio dignitoso e moderno nell’assistenza sanitaria della nostra popolazione: questo lo pretendiamo. Il Presidio di Chiavenna deve tornare ad essere un punto di riferimento per tutta la popolazione valchiavennasca e per le aree limitrofe, per la richiesta di assistenza sanitaria dal periodo della nascita sino alla vecchiaia, in tutte le fasi della vita. Sicuramente deve essere un modello pensato per al realtà attuale dove è improponibile che un presidio periferico possa rispondere a tutte le problematiche della salute. Infatti per i casi più complessi o richiedenti maggiori intensità di cura, lo stretto rapporto di collaborazione con i Presidi di Sondrio e Sondalo garantisce una continuità assistenziale per i nostri malati. La nostra riflessione vuole rappresentare un modello di Presidio Ospedaliero che deve esistere per la sua peculiarità ed essere ridisegnato in alcune sue lacune. I punti di forza devono essere: aggiornamento, buona organizzazione, modernità della struttura e dei suoi operatori. Questo potrà essere un primo esempio di ospedale di montagna che contribuisce al benessere della popolazione residente e renda la Valchiavenna un posto accogliente, dove poter scegliere di vivere oggi e anche per le generazioni future”.
Roberto Scaramellini, presidente dell’Assemblea dei sindaci della Valchiavenna, ha affermato: “L’aspetto che ci è meno piaciuto del documento del Politecnico è stata un’analisi della popolazione valchiavennasca un poco fuorviante. Con questo documento abbiamo voluto specificare, attraverso un’analisi anche numerica, come il 78% della popolazione sia composta da giovani, adulti e persone mature che contribuiscono all’attività produttiva ed economica e quindi un presidio ospedaliero deve tener conto delle richieste sanitarie di costoro. La forza di questo documento risiede nel fatto che non si tratta di un libro di sogni ma è pieno di cose ampiamente realizzabili e che nemmeno si scontrano con le esigenze degli altri mandamenti”.
La minoranza, con Mirco Angelo Frizzi, ha comunque criticato il metodo: “Forse tali richieste avrebbero avuto maggiore forza e autorevolezza se fossero state elaborate da una più ampia rappresentanza, non solo della minoranza ma anche del Comitato popolare. Un metodo seguito in altri mandamenti e che è stato un peccato non utilizzare”.
articolo del 4.01.2020, ore 14:35
Nella relazione si legge: “Il Presidio Ospedaliero di Chiavenna deve uscire dagli schemi dell’ospedale tradizionale in quanto non ne possiede requisiti e risorse, ma deve ottimizzare le proprie peculiarità, anche con strategie innovative, per rispondere alle richieste di sanità locale. Noi pensiamo che poter offrire la possibilità di ricovero e cura, la riabilitazione de nostri pazienti il più possibile in loco, non solo sia un vantaggio economico e una riduzione del disagio dei pazienti stessi, ma anche un modo per rendere un servizio dignitoso e moderno nell’assistenza sanitaria della nostra popolazione: questo lo pretendiamo. Il Presidio di Chiavenna deve tornare ad essere un punto di riferimento per tutta la popolazione valchiavennasca e per le aree limitrofe, per la richiesta di assistenza sanitaria dal periodo della nascita sino alla vecchiaia, in tutte le fasi della vita. Sicuramente deve essere un modello pensato per al realtà attuale dove è improponibile che un presidio periferico possa rispondere a tutte le problematiche della salute. Infatti per i casi più complessi o richiedenti maggiori intensità di cura, lo stretto rapporto di collaborazione con i Presidi di Sondrio e Sondalo garantisce una continuità assistenziale per i nostri malati. La nostra riflessione vuole rappresentare un modello di Presidio Ospedaliero che deve esistere per la sua peculiarità ed essere ridisegnato in alcune sue lacune. I punti di forza devono essere: aggiornamento, buona organizzazione, modernità della struttura e dei suoi operatori. Questo potrà essere un primo esempio di ospedale di montagna che contribuisce al benessere della popolazione residente e renda la Valchiavenna un posto accogliente, dove poter scegliere di vivere oggi e anche per le generazioni future”.
Roberto Scaramellini, presidente dell’Assemblea dei sindaci della Valchiavenna, ha affermato: “L’aspetto che ci è meno piaciuto del documento del Politecnico è stata un’analisi della popolazione valchiavennasca un poco fuorviante. Con questo documento abbiamo voluto specificare, attraverso un’analisi anche numerica, come il 78% della popolazione sia composta da giovani, adulti e persone mature che contribuiscono all’attività produttiva ed economica e quindi un presidio ospedaliero deve tener conto delle richieste sanitarie di costoro. La forza di questo documento risiede nel fatto che non si tratta di un libro di sogni ma è pieno di cose ampiamente realizzabili e che nemmeno si scontrano con le esigenze degli altri mandamenti”.
La minoranza, con Mirco Angelo Frizzi, ha comunque criticato il metodo: “Forse tali richieste avrebbero avuto maggiore forza e autorevolezza se fossero state elaborate da una più ampia rappresentanza, non solo della minoranza ma anche del Comitato popolare. Un metodo seguito in altri mandamenti e che è stato un peccato non utilizzare”.
articolo del 4.01.2020, ore 14:35