Sanità: pronto il piano per la Valtellina. Tutti i progetti
Con l’incontro sulla sanità valtellinese, tenutosi lo scorso venerdì 11 ottobre, è stato fortunatamente scongiurato qualsiasi taglio consistente agli ospedali dei mandamenti valtellinesi, che secondo i primi disegni dei sindacati avrebbero dovuto portare ad un accentramento totale dei servizi a Sondrio.
Come si vociferava già nelle ultime settimane, la “riqualificazione della rete ospedaliera” progettata dal Politecnico di Milano prevederà dunque potenziamenti e sviluppo per tutti i nosocomi della provincia.
Alla presentazione del disegno, avvenuta all’auditorium dell’Ufficio Territoriale Regionale di Sondrio, erano presenti 61 sindaci (su 77 totali) dei vari Comuni della Valle; nei prossimi mesi, proprio i primi cittadini sono invitati a fare proposte ed eventuali osservazioni sul piano (che Regione Lombardia vuole sottoscrivere ufficialmente entro la fine del 2019).
La nota Università milanese ha spiegato di aver prima consultato, già nello scorso anno, 125 persone coinvolte nella sanità locale e regionale valtellinese; da lì la raccolta di dati e la stesura del progetto, considerando i flussi turistici, la popolazione residente e i relativi bisogni, la domanda di salute, la produzione, la mobilità, i numeri riguardanti l’emergenza e l’urgenza. Di conseguenza, sono state coinvolte sia Areu (Azienda regionale di emergenza e urgenza), sia l’ASST Valtellina e Alto Lario, sia l’ATS di Montagna.
Per quanto riguarda l’ospedale di Sondrio, delineato come il polo fondamentale ma non unico, si prevedono grandi novità: il trasferimento di chirurgia toracica e vascolare da Sondalo (quattordici nuovi posti letto in tutto) e la riorganizzazione del reparto neurochirurgia. Una decisione che, ovviamente, sfavorirebbe il nosocomio dell’Alta Valtellina, ma che cercherà di dare una vocazione specifica ad ogni polo ospedaliero. Regione e Politecnico fanno sapere che sarà no necessari investimenti nelle risorse umane e progetti di adeguamento strutturale, per una spesa totale di 30 milioni di euro.
Non va dimenticato che il capoluogo diventerà sede di Dipartimento di Emergenza e Accettazione (Dea) di secondo livello, anche grazie alla presenza delle già “rodate” Cardiologia ed Emodinamica.
Come già detto, tuttavia, il Politecnico ha deciso di ridare importanza ad ogni presidio, a causa della difficile conformazione orografica di Valtellina e Valchiavenna e delle conseguenti problematiche nell’erogazione dei servizi.
L’ospedale di Sondalo diventerà la sede del Dipartimento di Emergenza della Montagna. Un luogo importante che dovrà fornire risposte nel campo dell’emergenza-urgenza, con una particolare attenzione alla traumatologia. Proprio Sondalo, secondo i disegni del Politecnico, sarà in stretto collegamento con il polo di Sondrio.
Il Morelli sarà un riferimento nazionale nell’ambito delle patologie pneumologiche e della cura della Tubercolosi, oltre al settore della riabilitazione. Opereranno ancora i reparti di Broncopneumologia, Cardiologia, Sub acuti (per cui i posti letto passano da 10 a 20), Cure palliative, Tisiologia, Medicina generale, Ematologia, Day hospital oncologico, Ginecologia e Ostetricia, Rianimazione, Chirurgia generale, Urologia, Ortopedia e Traumatologia, Neurochirurgia, Unità spinale, Riabilitazione ortopedica, Riabilitazione e recupero funzionale, Riabilitazione e recupero funzionale. Nell’ambito dei servizi ambulatoriali, permangono l’endoscopia, la dialisi, la medicina sportiva, la fisiopatologia respiratoria, al litotrissia; per quanto riguarda i laboratori, restano sia la microbiologia sia i due blocchi operatori.
Va sottolineato che di recente proprio Sondalo ha stretto una collaborazione con il Comitato paralimpico italiano (300mila euro la spesa): gli atleti verranno ospitati sui due piani del sesto padiglione.
Morbegno, Presidio Ospedaliero Territoriale e non più ufficialmente “ospedale” dal 2011, proseguirà con le attività che in questi ultimi anni l’hanno contraddistinto; in particolare, verranno potenziati il reparto di degenza di comunità, i posti letto per le cure palliative, l’offerta di ambulatori e consultori, le attività diagnostiche grazie all’introduzione di nuove tecnologie. Istituiti infine studi medici MMG ed un centro servizi PIC.
Il nosocomio di Chiavenna, particolarmente al centro delle discussioni per i ridimensionamenti degli ultimi anni (su tutti la chiusura del punto nascite avvenuta l’anno scorso), vedrà implementati il reparto di degenza di comunità, nuovi posti letto per la gestione di cure sub acute, l’offerta di ambulatori e consultori e l’assistenza ostetrica. Compariranno per la prima volta la figura dell’infermiere di comunità e l’attività di telemedicina.
Per quanto riguarda la rete di emergenza-urgenza, sono 26 i mezzi presenti in Valtellina e in Alto Lago; secondo i dati riguardanti Areu, l’aumento negli ultimi sei anni raggiunge quasi il 50%, grazie al nuovo Servizio di Elisoccorso Regionale e alle convenzioni extraregionali. Va aggiunto, però, che sono diverse le automediche “pensionate” con l’accentramento a Colico.
Nei prossimi anni sono previsti: la formazione delle forze dell’ordine (per un totale di 76, che dovrebbe avvenire già entro la fine dell’ano e che potrà contare su un defibrillatore per ogni mezzo) e degli studenti (circa 1700 ogni anno, che saranno impegnati nell’apprendimento delle tecniche di primo soccorso e defibrillazione), l’aumento dei medici in questo campo (attraverso il reclutamento da altri enti e la formazione e certificazione dei professionisti).
Anche l’ATS ha diversi progetti in mente, che secondo le linee guida dovrebbero divenire realtà nei prossimi mesi: il potenziamento dell’integrazione ospedale-territorio, con la presa in carico del paziente cronico e il ruolo dei medici di Medicina Generale, ma anche il percorso di riqualificazione delle varie tipologie di degenze extraospedaliere (diventate “di comunità”). Secondo lo studio, in una logica di continuità assistenziale, vista la bassa densità abitativa e le carenti infrastrutture della Valle, si prospetta un aumento delle prestazioni a bassa complessità. Tre gli obiettivi. il coinvolgimento della rete dell’assistenza primaria, l’incremento dell’uso delle tecnologie legate alla telemedicina, ‘organizzazione di percorsi diagnostici dedicati all’ambito della presa in carico. Attualmente,questo processo dalla presa in carico dei pazienti affetti da patologie croniche coinvolge il 60% dei medici di Medicina Generale e il 15% dei pazienti cronici arruolabili. E’ dunque prevista l’implementazione della telemedicina nelle sue sfumature (televisita, teleconsulto, telesorveglianza), l’attivazione di corse preferenziali e veloci presso Asst dedicati, l’attivazione della centrale delle dimissioni protette, in modo da favorire il rientro sicuro a casa per i pazienti più fragili.
Infine, riguardo alle degenze extraospedaliere, verrà predisposto un piano con l’obiettivo di garantire più omogeneità territoriale e più risposte al bisogno dei cittadini, visti in particolar modo i cambiamenti demografici e l’invecchiamento della popolazione.
«Il lavoro del Politecnico di Milano è estremamente importante per la provincia di Sondrio. È uno studio analitico e oggettivo, fortunatamente avulso dagli interessi di campanile o dei lavoratori» ha affermato l’assessore agli Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni, Massimo Sertori.
«Dall’accurato e scientifico lavoro del Politecnico, basato sull'ascolto dei soggetti coinvolti, è una vera opportunità per la provincia di Sondrio che va colta fino in fondo; ci permette di avere una visione d'insieme sulla nostra sanità locale con un traguardo di 15/20 anni» ha proseguito Sertori.
«Nel passato molte volte vi è stata confusione sul territorio in materia. Questa volta abbiamo chiesto ad un ente terzo “come possiamo fare per mantenere i servizi necessari sul territorio, renderli migliori e attrarre persone per venire a vivere in montagna?”» ha raccontato Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia.
«Vogliamo che il nostro nuovo piano possa rimanere per i prossimi 15 anni dando sicurezza alle attività con macchinari all’avanguardia. Per questo siamo pronti a investire dove si riterrà utile e strategico» ha concluso Gallera.
Oltre a Sertori e Gallera, erano presenti anche i direttori generali di Ats dela Montagna, Lorella Cecconami, e Asst, Tommaso Saporito, la docente del Politecnico di Milano Cristina Masella e il direttore generale di Areu Alberto Zoli.
Notizie dalla Sanità e dalla Regione: nuovo progetto per i DSA
Individuazione precoce dei segnali predittivi di Disturbi specifici dell’apprendimento, già dal secondo anno della scuola primaria, rafforzando le sinergie con mondo scolastico e operatori sanitari: sono le principali novità contenute in un nuovo progetto di legge sui disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), approvato oggi all’unanimità dalla Commissione consiliare Sanità, presieduta da Emanuele Monti (Lega). Le nuove disposizioni aggiornano e perfezionano quanto previsto da una precedente legge regionale del 2010, pioniera nel settore.
«Uno dei punti focali di questa legge è la stesura di un Protocollo d’Intesa tra Regione Lombardia e Ufficio Scolastico Regionale, affinché si definiscano le procedure per attuare un’individuazione precoce dei casi sospetti di DSA durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia e fino al termine del primo anno della scuola primaria – ha spiegato Gigliola Spelzini (Lega), prima firmataria e relatrice del provvedimento –. La tempestività è una delle variabili maggiormente rilevanti per determinare l’efficacia di un intervento di potenziamento e il conseguente miglioramento. Inoltre una diagnosi precoce è fondamentale per evitare di compromettere la carriera scolastica degli alunni; nei casi in cui questo disturbo non venga diagnosticato i bambini vengono spesso considerati svogliati e disattenti, con una perdita di autostima e scarsa motivazione ad apprendere. La carriera scolastica di questi soggetti è così costellata di insuccessi , e può portare anche all’abbandono scolastico, comportando costi sia in termini personali che sociali molto gravi. Oltre al tela dell’individuazione precoce, nuclei fondanti di questa legge sono il potenziamento e la formazione».
Nello specifico, i disturbi sui quali interviene il progetto di legge sono dislessia (lettura), disgrafia (grafia), disortografia (transcodifica) e discalculia (calcolo). In Lombardia, in media con la percentuale nazionale, la dislessia colpisce circa il 4% dei bambini, ma in alcuni casi il disturbo è riscontrabile anche in giovani adulti. A tale scopo, il nuovo progetto di legge prevede anche percorsi di diagnosi in soggetti che hanno superato l’età evolutiva, interventi di potenziamento e supporto sino allo studio universitario e lavorativo, pari opportunità nei bandi di concorso regionale. Infine, la legge prevede l’istituzione nel mese di ottobre di una giornata dedicata ai disturbi specifici di apprendimento.
«Regione Lombardia, con questo progetto di legge, metterà in campo importanti misure per contrastare la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento – ha sottolineato il Presidente Emanuele Monti – Un passo in avanti importante per tutelare i giovani con questi disturbi, mettendo a disposizione strumenti come l’individuazione precoce, e poter così assistere da subito il soggetto ed accompagnarlo nella sua crescita fornendo la dovuta assistenza».
L’Assemblea lombarda si occuperà dell’argomento nella seduta di martedì 22 ottobre.
articolo del 13.10.2019, ore 12:35
Come si vociferava già nelle ultime settimane, la “riqualificazione della rete ospedaliera” progettata dal Politecnico di Milano prevederà dunque potenziamenti e sviluppo per tutti i nosocomi della provincia.
Alla presentazione del disegno, avvenuta all’auditorium dell’Ufficio Territoriale Regionale di Sondrio, erano presenti 61 sindaci (su 77 totali) dei vari Comuni della Valle; nei prossimi mesi, proprio i primi cittadini sono invitati a fare proposte ed eventuali osservazioni sul piano (che Regione Lombardia vuole sottoscrivere ufficialmente entro la fine del 2019).
La nota Università milanese ha spiegato di aver prima consultato, già nello scorso anno, 125 persone coinvolte nella sanità locale e regionale valtellinese; da lì la raccolta di dati e la stesura del progetto, considerando i flussi turistici, la popolazione residente e i relativi bisogni, la domanda di salute, la produzione, la mobilità, i numeri riguardanti l’emergenza e l’urgenza. Di conseguenza, sono state coinvolte sia Areu (Azienda regionale di emergenza e urgenza), sia l’ASST Valtellina e Alto Lario, sia l’ATS di Montagna.
Per quanto riguarda l’ospedale di Sondrio, delineato come il polo fondamentale ma non unico, si prevedono grandi novità: il trasferimento di chirurgia toracica e vascolare da Sondalo (quattordici nuovi posti letto in tutto) e la riorganizzazione del reparto neurochirurgia. Una decisione che, ovviamente, sfavorirebbe il nosocomio dell’Alta Valtellina, ma che cercherà di dare una vocazione specifica ad ogni polo ospedaliero. Regione e Politecnico fanno sapere che sarà no necessari investimenti nelle risorse umane e progetti di adeguamento strutturale, per una spesa totale di 30 milioni di euro.
Non va dimenticato che il capoluogo diventerà sede di Dipartimento di Emergenza e Accettazione (Dea) di secondo livello, anche grazie alla presenza delle già “rodate” Cardiologia ed Emodinamica.
Come già detto, tuttavia, il Politecnico ha deciso di ridare importanza ad ogni presidio, a causa della difficile conformazione orografica di Valtellina e Valchiavenna e delle conseguenti problematiche nell’erogazione dei servizi.
L’ospedale di Sondalo diventerà la sede del Dipartimento di Emergenza della Montagna. Un luogo importante che dovrà fornire risposte nel campo dell’emergenza-urgenza, con una particolare attenzione alla traumatologia. Proprio Sondalo, secondo i disegni del Politecnico, sarà in stretto collegamento con il polo di Sondrio.
Il Morelli sarà un riferimento nazionale nell’ambito delle patologie pneumologiche e della cura della Tubercolosi, oltre al settore della riabilitazione. Opereranno ancora i reparti di Broncopneumologia, Cardiologia, Sub acuti (per cui i posti letto passano da 10 a 20), Cure palliative, Tisiologia, Medicina generale, Ematologia, Day hospital oncologico, Ginecologia e Ostetricia, Rianimazione, Chirurgia generale, Urologia, Ortopedia e Traumatologia, Neurochirurgia, Unità spinale, Riabilitazione ortopedica, Riabilitazione e recupero funzionale, Riabilitazione e recupero funzionale. Nell’ambito dei servizi ambulatoriali, permangono l’endoscopia, la dialisi, la medicina sportiva, la fisiopatologia respiratoria, al litotrissia; per quanto riguarda i laboratori, restano sia la microbiologia sia i due blocchi operatori.
Va sottolineato che di recente proprio Sondalo ha stretto una collaborazione con il Comitato paralimpico italiano (300mila euro la spesa): gli atleti verranno ospitati sui due piani del sesto padiglione.
Morbegno, Presidio Ospedaliero Territoriale e non più ufficialmente “ospedale” dal 2011, proseguirà con le attività che in questi ultimi anni l’hanno contraddistinto; in particolare, verranno potenziati il reparto di degenza di comunità, i posti letto per le cure palliative, l’offerta di ambulatori e consultori, le attività diagnostiche grazie all’introduzione di nuove tecnologie. Istituiti infine studi medici MMG ed un centro servizi PIC.
Il nosocomio di Chiavenna, particolarmente al centro delle discussioni per i ridimensionamenti degli ultimi anni (su tutti la chiusura del punto nascite avvenuta l’anno scorso), vedrà implementati il reparto di degenza di comunità, nuovi posti letto per la gestione di cure sub acute, l’offerta di ambulatori e consultori e l’assistenza ostetrica. Compariranno per la prima volta la figura dell’infermiere di comunità e l’attività di telemedicina.
Per quanto riguarda la rete di emergenza-urgenza, sono 26 i mezzi presenti in Valtellina e in Alto Lago; secondo i dati riguardanti Areu, l’aumento negli ultimi sei anni raggiunge quasi il 50%, grazie al nuovo Servizio di Elisoccorso Regionale e alle convenzioni extraregionali. Va aggiunto, però, che sono diverse le automediche “pensionate” con l’accentramento a Colico.
Nei prossimi anni sono previsti: la formazione delle forze dell’ordine (per un totale di 76, che dovrebbe avvenire già entro la fine dell’ano e che potrà contare su un defibrillatore per ogni mezzo) e degli studenti (circa 1700 ogni anno, che saranno impegnati nell’apprendimento delle tecniche di primo soccorso e defibrillazione), l’aumento dei medici in questo campo (attraverso il reclutamento da altri enti e la formazione e certificazione dei professionisti).
Anche l’ATS ha diversi progetti in mente, che secondo le linee guida dovrebbero divenire realtà nei prossimi mesi: il potenziamento dell’integrazione ospedale-territorio, con la presa in carico del paziente cronico e il ruolo dei medici di Medicina Generale, ma anche il percorso di riqualificazione delle varie tipologie di degenze extraospedaliere (diventate “di comunità”). Secondo lo studio, in una logica di continuità assistenziale, vista la bassa densità abitativa e le carenti infrastrutture della Valle, si prospetta un aumento delle prestazioni a bassa complessità. Tre gli obiettivi. il coinvolgimento della rete dell’assistenza primaria, l’incremento dell’uso delle tecnologie legate alla telemedicina, ‘organizzazione di percorsi diagnostici dedicati all’ambito della presa in carico. Attualmente,questo processo dalla presa in carico dei pazienti affetti da patologie croniche coinvolge il 60% dei medici di Medicina Generale e il 15% dei pazienti cronici arruolabili. E’ dunque prevista l’implementazione della telemedicina nelle sue sfumature (televisita, teleconsulto, telesorveglianza), l’attivazione di corse preferenziali e veloci presso Asst dedicati, l’attivazione della centrale delle dimissioni protette, in modo da favorire il rientro sicuro a casa per i pazienti più fragili.
Infine, riguardo alle degenze extraospedaliere, verrà predisposto un piano con l’obiettivo di garantire più omogeneità territoriale e più risposte al bisogno dei cittadini, visti in particolar modo i cambiamenti demografici e l’invecchiamento della popolazione.
«Il lavoro del Politecnico di Milano è estremamente importante per la provincia di Sondrio. È uno studio analitico e oggettivo, fortunatamente avulso dagli interessi di campanile o dei lavoratori» ha affermato l’assessore agli Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni, Massimo Sertori.
«Dall’accurato e scientifico lavoro del Politecnico, basato sull'ascolto dei soggetti coinvolti, è una vera opportunità per la provincia di Sondrio che va colta fino in fondo; ci permette di avere una visione d'insieme sulla nostra sanità locale con un traguardo di 15/20 anni» ha proseguito Sertori.
«Nel passato molte volte vi è stata confusione sul territorio in materia. Questa volta abbiamo chiesto ad un ente terzo “come possiamo fare per mantenere i servizi necessari sul territorio, renderli migliori e attrarre persone per venire a vivere in montagna?”» ha raccontato Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia.
«Vogliamo che il nostro nuovo piano possa rimanere per i prossimi 15 anni dando sicurezza alle attività con macchinari all’avanguardia. Per questo siamo pronti a investire dove si riterrà utile e strategico» ha concluso Gallera.
Oltre a Sertori e Gallera, erano presenti anche i direttori generali di Ats dela Montagna, Lorella Cecconami, e Asst, Tommaso Saporito, la docente del Politecnico di Milano Cristina Masella e il direttore generale di Areu Alberto Zoli.
Notizie dalla Sanità e dalla Regione: nuovo progetto per i DSA
Individuazione precoce dei segnali predittivi di Disturbi specifici dell’apprendimento, già dal secondo anno della scuola primaria, rafforzando le sinergie con mondo scolastico e operatori sanitari: sono le principali novità contenute in un nuovo progetto di legge sui disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), approvato oggi all’unanimità dalla Commissione consiliare Sanità, presieduta da Emanuele Monti (Lega). Le nuove disposizioni aggiornano e perfezionano quanto previsto da una precedente legge regionale del 2010, pioniera nel settore.
«Uno dei punti focali di questa legge è la stesura di un Protocollo d’Intesa tra Regione Lombardia e Ufficio Scolastico Regionale, affinché si definiscano le procedure per attuare un’individuazione precoce dei casi sospetti di DSA durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia e fino al termine del primo anno della scuola primaria – ha spiegato Gigliola Spelzini (Lega), prima firmataria e relatrice del provvedimento –. La tempestività è una delle variabili maggiormente rilevanti per determinare l’efficacia di un intervento di potenziamento e il conseguente miglioramento. Inoltre una diagnosi precoce è fondamentale per evitare di compromettere la carriera scolastica degli alunni; nei casi in cui questo disturbo non venga diagnosticato i bambini vengono spesso considerati svogliati e disattenti, con una perdita di autostima e scarsa motivazione ad apprendere. La carriera scolastica di questi soggetti è così costellata di insuccessi , e può portare anche all’abbandono scolastico, comportando costi sia in termini personali che sociali molto gravi. Oltre al tela dell’individuazione precoce, nuclei fondanti di questa legge sono il potenziamento e la formazione».
Nello specifico, i disturbi sui quali interviene il progetto di legge sono dislessia (lettura), disgrafia (grafia), disortografia (transcodifica) e discalculia (calcolo). In Lombardia, in media con la percentuale nazionale, la dislessia colpisce circa il 4% dei bambini, ma in alcuni casi il disturbo è riscontrabile anche in giovani adulti. A tale scopo, il nuovo progetto di legge prevede anche percorsi di diagnosi in soggetti che hanno superato l’età evolutiva, interventi di potenziamento e supporto sino allo studio universitario e lavorativo, pari opportunità nei bandi di concorso regionale. Infine, la legge prevede l’istituzione nel mese di ottobre di una giornata dedicata ai disturbi specifici di apprendimento.
«Regione Lombardia, con questo progetto di legge, metterà in campo importanti misure per contrastare la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento – ha sottolineato il Presidente Emanuele Monti – Un passo in avanti importante per tutelare i giovani con questi disturbi, mettendo a disposizione strumenti come l’individuazione precoce, e poter così assistere da subito il soggetto ed accompagnarlo nella sua crescita fornendo la dovuta assistenza».
L’Assemblea lombarda si occuperà dell’argomento nella seduta di martedì 22 ottobre.
articolo del 13.10.2019, ore 12:35