La Valtellina, un patrimonio chiamato territorio
E' stato presentato lo scorso martedì 21 maggio al Teatro Sociale di Sondrio (alle 9) il progetto scolastico a cura della Fondazione Provinea intitolato “Valtellina, un patrimonio chiamato territorio”.
Presenti il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini, l’assessore alla Montagna di Regione Lombardia Massimo Sertori, il dirigente Ambito Scolastico Territoriale Sondrio Fabio Molinari, il professore associato presso il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agricoli Alimentari e Forestali dell’Università di Firenze, Mauro Agnoletti, l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, il Ministro alle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo Gianmarco Centinaio, la coordinatrice nazionale ITLA Donatella Murtas, il consulente e tecnico sul tema terrazzamenti Dario Foppoli, il presidente regionale di Coldiretti Paolo Voltini e il presidente della Fondazione ProVinea Cristina Scarpellini.
La proposta va ad inquadrarsi nel progetto dell'Unesco, che lo scorso novembre ha riconosciuto i muretti a secco "Patrimonio dell'Umanità". La candidatura è stata presentata dall’Italia in collaborazione con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera, a dimostrazione dell'ampia area in cui si trovano i muretti a secco e soprattutto dell'interesse crescente.
“Senza i muretti che ci hanno consegnato i nostri vecchi la Valtellina sarebbe un’altra cosa, loro no pensavano di creare un monumento, ma avevano una necessità” ha affermato l’assessore regionale alla Montagna, valtellinese, Massimo Sertori.
“Il paesaggio è importante perché racconta l’epopea dell’uomo che ha vinto le difficoltà del contesto montano, offrendo al mondo prodotti di interesse. Senza questi manufatti non avremmo un’agricoltura fortemente distintiva. La qualità e l’originalità che offre il vino della Valtellina dipende in gran parte da quest’opera dell’uomo” ha aggiunto Fabio Rolfi.
Tuttavia, c’è ancora tanta strada da fare. Come ha evidenziato il professor Mauro Agnoletti, docente dell’Università di Firenze secondo il quale i terrazzamenti della Valtellina hanno tutte le carte in regola per entrare a far parte dei patrimoni Unesco, “da un punto di vista agricolo non siamo competitivi se non con la qualità”.
Dario Foppoli, tecnico dei terrazzamenti, ha affermato: “I terrazzamenti sono la risposta efficiente alla gestione del territorio e alla produzione agricola. Oggi c’è la vite ma in passato vi erano anche differenti colture. Alcuni di questi muretti li vediamo, ma sotto il bosco ce ne sono altri, dimenticati e nascosti. Fanno parte di un paesaggio costruito con la pietra. Quelle di Castel Grumello, ad esempio, sono state usate per i terrazzi quando è stato smantellato. Le costruzioni in pietra a secco sono un valore paesaggistico, storico, identitario, architettonico, di tecnologia costruttiva, geologico e idrogeologico, naturalistico ed ecologico, per la produzione agricola. E infine un patrimonio turistico”.
Successivamente ha parlato il nuovo presidente di Coldiretti Lombardia Paolo Voltini, che ha evidenziato quanto l’associazione Provinea, da sempre in prima linea per la conquista da parte dei terrazzamenti di un posto nei patrimoni Unesco, si stia impegnando per “mettere al centro il cibo ripartendo dal territorio, da valorizzare per ricostruire il nostro paese […] Dove c’è la parte agricola il territorio è vivo, emerge. Il nostro ruolo è di coltivare una speranza, dando una visione di lungo termine, garantendo un giusto reddito. I valori del territorio sono parte del nostro prodotto. La vera bellezza è la nostra distintività”.
Le conclusioni sono state affidate al presidente dell’associazione Provinea ,Cristina Scarpellini: “Cosa sono oggi i muri a secco? Sono solo un’opera di contenimento o rappresentano un’attrattiva turistica? Le aziende vitivinicole in questi anni ci hanno creduto e anche la reputazione e il valore del vino sono cresciuti. Così come la presenza nel mondo. Anche per il paesaggio, perché la vite cresce sui terrazzi. Ci auguriamo che il nostro dossier sia accolto e arrivi un responso positivo. Ma dobbiamo lavorare su un progetto Valtellina che sia comune. E il dibattito non si deve chiudere oggi”.
E' intervenuto anche il Ministro dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio: “E quando l’abbiamo fatto, un anno fa, sembrava una bestemmia. All’estero c’è chi ci considera una superpotenza in questi due settori, dobbiamo solo crederci. […] Per me è fondamentale (la valorizzazione del territorio, ndr). C’è sempre più attenzione alle aree rurali. Settimana scorsa al G20 dell’agricoltura in Giappone si diceva che il turismo serve a rilanciare le aree rurali. Per noi è un punto di forza e permette al mondo agricolo di essere consapevole che la valorizzazione del territorio è una possibilità di ulteriore reddito. In un momento in cui c’è sempre più attenzione al “made in Italy”, abbinargli la proposta turistica diventa un punto di forza per quei territori che sanno cogliere la sfida. L’auspicio è che la Valtellina vada avanti in un questa sua mission. E’ una zona dove il turismo è sempre più consapevole, fatto da chi torna e poi consiglia. Il turista viene qui per far sport ma anche e soprattutto perché apprezza le produzioni dell’agricoltura locale. […] L’Italia è vista come una superpotenza mondiale per turismo e agricoltura. Ognuno di noi deve valorizzare le eccellenze del proprio territorio. Raccontando la storia, la cultura, il territorio che sta dietro un bicchiere di vino”. Copiando, secondo Centinaio, “da chi è più bravo come la Francia e la Spagna, che si propongono sui mercati come un sistema unico e unito”.
L'intervento di Centinaio, incentrato sulla potenzialità e sullo stretto collegamento tra agricoltura e turismo, ha rappresentato il momento più importante.
Come ha inoltre ricordato il ministro, i dati parlano chiaro: l'85% degli americani e il 75% dei russi hanno scelto l'Italia, nel 2018, per le proprie vacanze estive. Merito? La gastronomia, che rende la Penisola famosa in tutto il mondo.
Lo scorso novembre, Sertori aveva affermato: “In Valtellina, dove esiste la più grande area terrazzata vitata e non d’Italia, si è ottenuto finalmente questo prestigioso riconoscimento internazionale, che conferma l’importanza del settore nel nostro Paese”. “Il risultato è frutto di un lavoro di squadra attuato in questi anni tra gli Enti locali, Ministero delle politiche agricole e con il grande supporto e contributo per il nostro territorio della Fondazione ProVinea. L’Unesco ha riconosciuto come patrimonio Immateriale dell’Umanità la Tradizione e la Cultura di quest’arte che ha reso storicamente coltivabili territori impervi come quelli valtellinesi”.
“Siamo molto contenti di questo grandissimo risultato per l’Italia – aveva dichiarato Cristina Scarpellini, Presidente della Fondazione ProVinea – che coinvolge tutti i terrazzamenti della Valtellina. Sono infatti in totale 2500 i chilometri di muretti realizzati a secco e, in particolar modo, ProVinea, sul territorio valtellinese, ha messo in atto, nell’ultimo anno azioni propedeutiche per ottenere questo straordinario riconoscimento”. “Ringrazio Mipaaf e ITLA Italia, che ha sostenuto fin dall’inizio questa candidatura, la vicina Svizzera, i Paesi UE che hanno partecipato e, non da ultimo, l’Unesco per aver confermato “l’arte di costruzioni dei muretti a secco” come patrimonio immateriale dell’umanità”.
Nella stessa giornata firmato il Contratto di Fiume
Un patto siglato da oltre sessanta sottoscrittori per l'attuazione di azioni di protezione, valorizzazione e riqualificazione del Fiume Adda, prevenzione del rischio e sviluppo locale attraverso pianificazione e programmazione strategica integrata. Questi, in sintesi, gli obiettivi del "Contratto di fiume dell'Alto bacino del fiume Adda", sottoscritto anche dal presidente di Arpa Lombardia, Stefano Cecchin, nella sede della Comunità Montana di Sondrio. Fra gli altri, per l'Agenzia erano inoltre presenti il direttore del dipartimento di Sondrio e Lecco, Fiorenzo Songini e il direttore del settore Monitoraggi Ambientali, Elena Bravetti.
Prosegue quindi il lavoro avviato con il "Manifesto di intenti" a cui, nel giugno 2015, hanno aderito tutti gli attori coinvolti. Soddisfatto il presidente dell'Agenzia, Stefano Cecchin: "Arpa Lombardia – ha detto - ha già sottoscritto diversi Accordi Quadro di programmazione negoziata, che ritiene rappresentino importanti strumenti di gestione coordinata delle risorse idriche, valorizzazione e salvaguardia dei territori. L'Agenzia parteciperà ad alcune delle azioni previste dal documento appena sottoscritto, mettendo a disposizione delle istituzioni il suo patrimonio conoscitivo e le proprie professionalità e competenze tecnico-scientifiche."
Il fiume Adda, il più lungo affluente del Po, è il maggiore corpo idrico della provincia di Sondrio, la sua asta principale è interamente compresa nel territorio della Lombardia e la valle limitrofa di Poschiavo, in Svizzera. Il fiume è definito dalla Rete ecologica Regionale (RER) corridoio primario ad alta antropizzazione e il territorio del bacino e suoi affluenti sono interessati da importanti tratti di corridoi ecologici e aree strategiche della RER. L'Adda è, inoltre, una risorsa importante sotto l'aspetto ambientale, sociale, turistico ed economico, visto che lungo il suo corso si sviluppano attività agricole, sportive, di svago, piste ciclabili, pesca e iniziative di educazione ambientale.
"Un accordo importante per il territorio – ha sottolineato Cecchin – che ha messo insieme oltre sessanta soggetti pubblici e privati con l'unico obiettivo di creare una strategia comune e condivisa per la tutela del territorio e il suo sviluppo anche dal punto di vista ambientale".
articolo del 15-25.05.2019
riferimenti dal "Centrovalle" e da comunicati stampa a
Presenti il sindaco di Sondrio Marco Scaramellini, l’assessore alla Montagna di Regione Lombardia Massimo Sertori, il dirigente Ambito Scolastico Territoriale Sondrio Fabio Molinari, il professore associato presso il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agricoli Alimentari e Forestali dell’Università di Firenze, Mauro Agnoletti, l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, il Ministro alle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo Gianmarco Centinaio, la coordinatrice nazionale ITLA Donatella Murtas, il consulente e tecnico sul tema terrazzamenti Dario Foppoli, il presidente regionale di Coldiretti Paolo Voltini e il presidente della Fondazione ProVinea Cristina Scarpellini.
La proposta va ad inquadrarsi nel progetto dell'Unesco, che lo scorso novembre ha riconosciuto i muretti a secco "Patrimonio dell'Umanità". La candidatura è stata presentata dall’Italia in collaborazione con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera, a dimostrazione dell'ampia area in cui si trovano i muretti a secco e soprattutto dell'interesse crescente.
“Senza i muretti che ci hanno consegnato i nostri vecchi la Valtellina sarebbe un’altra cosa, loro no pensavano di creare un monumento, ma avevano una necessità” ha affermato l’assessore regionale alla Montagna, valtellinese, Massimo Sertori.
“Il paesaggio è importante perché racconta l’epopea dell’uomo che ha vinto le difficoltà del contesto montano, offrendo al mondo prodotti di interesse. Senza questi manufatti non avremmo un’agricoltura fortemente distintiva. La qualità e l’originalità che offre il vino della Valtellina dipende in gran parte da quest’opera dell’uomo” ha aggiunto Fabio Rolfi.
Tuttavia, c’è ancora tanta strada da fare. Come ha evidenziato il professor Mauro Agnoletti, docente dell’Università di Firenze secondo il quale i terrazzamenti della Valtellina hanno tutte le carte in regola per entrare a far parte dei patrimoni Unesco, “da un punto di vista agricolo non siamo competitivi se non con la qualità”.
Dario Foppoli, tecnico dei terrazzamenti, ha affermato: “I terrazzamenti sono la risposta efficiente alla gestione del territorio e alla produzione agricola. Oggi c’è la vite ma in passato vi erano anche differenti colture. Alcuni di questi muretti li vediamo, ma sotto il bosco ce ne sono altri, dimenticati e nascosti. Fanno parte di un paesaggio costruito con la pietra. Quelle di Castel Grumello, ad esempio, sono state usate per i terrazzi quando è stato smantellato. Le costruzioni in pietra a secco sono un valore paesaggistico, storico, identitario, architettonico, di tecnologia costruttiva, geologico e idrogeologico, naturalistico ed ecologico, per la produzione agricola. E infine un patrimonio turistico”.
Successivamente ha parlato il nuovo presidente di Coldiretti Lombardia Paolo Voltini, che ha evidenziato quanto l’associazione Provinea, da sempre in prima linea per la conquista da parte dei terrazzamenti di un posto nei patrimoni Unesco, si stia impegnando per “mettere al centro il cibo ripartendo dal territorio, da valorizzare per ricostruire il nostro paese […] Dove c’è la parte agricola il territorio è vivo, emerge. Il nostro ruolo è di coltivare una speranza, dando una visione di lungo termine, garantendo un giusto reddito. I valori del territorio sono parte del nostro prodotto. La vera bellezza è la nostra distintività”.
Le conclusioni sono state affidate al presidente dell’associazione Provinea ,Cristina Scarpellini: “Cosa sono oggi i muri a secco? Sono solo un’opera di contenimento o rappresentano un’attrattiva turistica? Le aziende vitivinicole in questi anni ci hanno creduto e anche la reputazione e il valore del vino sono cresciuti. Così come la presenza nel mondo. Anche per il paesaggio, perché la vite cresce sui terrazzi. Ci auguriamo che il nostro dossier sia accolto e arrivi un responso positivo. Ma dobbiamo lavorare su un progetto Valtellina che sia comune. E il dibattito non si deve chiudere oggi”.
E' intervenuto anche il Ministro dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio: “E quando l’abbiamo fatto, un anno fa, sembrava una bestemmia. All’estero c’è chi ci considera una superpotenza in questi due settori, dobbiamo solo crederci. […] Per me è fondamentale (la valorizzazione del territorio, ndr). C’è sempre più attenzione alle aree rurali. Settimana scorsa al G20 dell’agricoltura in Giappone si diceva che il turismo serve a rilanciare le aree rurali. Per noi è un punto di forza e permette al mondo agricolo di essere consapevole che la valorizzazione del territorio è una possibilità di ulteriore reddito. In un momento in cui c’è sempre più attenzione al “made in Italy”, abbinargli la proposta turistica diventa un punto di forza per quei territori che sanno cogliere la sfida. L’auspicio è che la Valtellina vada avanti in un questa sua mission. E’ una zona dove il turismo è sempre più consapevole, fatto da chi torna e poi consiglia. Il turista viene qui per far sport ma anche e soprattutto perché apprezza le produzioni dell’agricoltura locale. […] L’Italia è vista come una superpotenza mondiale per turismo e agricoltura. Ognuno di noi deve valorizzare le eccellenze del proprio territorio. Raccontando la storia, la cultura, il territorio che sta dietro un bicchiere di vino”. Copiando, secondo Centinaio, “da chi è più bravo come la Francia e la Spagna, che si propongono sui mercati come un sistema unico e unito”.
L'intervento di Centinaio, incentrato sulla potenzialità e sullo stretto collegamento tra agricoltura e turismo, ha rappresentato il momento più importante.
Come ha inoltre ricordato il ministro, i dati parlano chiaro: l'85% degli americani e il 75% dei russi hanno scelto l'Italia, nel 2018, per le proprie vacanze estive. Merito? La gastronomia, che rende la Penisola famosa in tutto il mondo.
Lo scorso novembre, Sertori aveva affermato: “In Valtellina, dove esiste la più grande area terrazzata vitata e non d’Italia, si è ottenuto finalmente questo prestigioso riconoscimento internazionale, che conferma l’importanza del settore nel nostro Paese”. “Il risultato è frutto di un lavoro di squadra attuato in questi anni tra gli Enti locali, Ministero delle politiche agricole e con il grande supporto e contributo per il nostro territorio della Fondazione ProVinea. L’Unesco ha riconosciuto come patrimonio Immateriale dell’Umanità la Tradizione e la Cultura di quest’arte che ha reso storicamente coltivabili territori impervi come quelli valtellinesi”.
“Siamo molto contenti di questo grandissimo risultato per l’Italia – aveva dichiarato Cristina Scarpellini, Presidente della Fondazione ProVinea – che coinvolge tutti i terrazzamenti della Valtellina. Sono infatti in totale 2500 i chilometri di muretti realizzati a secco e, in particolar modo, ProVinea, sul territorio valtellinese, ha messo in atto, nell’ultimo anno azioni propedeutiche per ottenere questo straordinario riconoscimento”. “Ringrazio Mipaaf e ITLA Italia, che ha sostenuto fin dall’inizio questa candidatura, la vicina Svizzera, i Paesi UE che hanno partecipato e, non da ultimo, l’Unesco per aver confermato “l’arte di costruzioni dei muretti a secco” come patrimonio immateriale dell’umanità”.
Nella stessa giornata firmato il Contratto di Fiume
Un patto siglato da oltre sessanta sottoscrittori per l'attuazione di azioni di protezione, valorizzazione e riqualificazione del Fiume Adda, prevenzione del rischio e sviluppo locale attraverso pianificazione e programmazione strategica integrata. Questi, in sintesi, gli obiettivi del "Contratto di fiume dell'Alto bacino del fiume Adda", sottoscritto anche dal presidente di Arpa Lombardia, Stefano Cecchin, nella sede della Comunità Montana di Sondrio. Fra gli altri, per l'Agenzia erano inoltre presenti il direttore del dipartimento di Sondrio e Lecco, Fiorenzo Songini e il direttore del settore Monitoraggi Ambientali, Elena Bravetti.
Prosegue quindi il lavoro avviato con il "Manifesto di intenti" a cui, nel giugno 2015, hanno aderito tutti gli attori coinvolti. Soddisfatto il presidente dell'Agenzia, Stefano Cecchin: "Arpa Lombardia – ha detto - ha già sottoscritto diversi Accordi Quadro di programmazione negoziata, che ritiene rappresentino importanti strumenti di gestione coordinata delle risorse idriche, valorizzazione e salvaguardia dei territori. L'Agenzia parteciperà ad alcune delle azioni previste dal documento appena sottoscritto, mettendo a disposizione delle istituzioni il suo patrimonio conoscitivo e le proprie professionalità e competenze tecnico-scientifiche."
Il fiume Adda, il più lungo affluente del Po, è il maggiore corpo idrico della provincia di Sondrio, la sua asta principale è interamente compresa nel territorio della Lombardia e la valle limitrofa di Poschiavo, in Svizzera. Il fiume è definito dalla Rete ecologica Regionale (RER) corridoio primario ad alta antropizzazione e il territorio del bacino e suoi affluenti sono interessati da importanti tratti di corridoi ecologici e aree strategiche della RER. L'Adda è, inoltre, una risorsa importante sotto l'aspetto ambientale, sociale, turistico ed economico, visto che lungo il suo corso si sviluppano attività agricole, sportive, di svago, piste ciclabili, pesca e iniziative di educazione ambientale.
"Un accordo importante per il territorio – ha sottolineato Cecchin – che ha messo insieme oltre sessanta soggetti pubblici e privati con l'unico obiettivo di creare una strategia comune e condivisa per la tutela del territorio e il suo sviluppo anche dal punto di vista ambientale".
articolo del 15-25.05.2019
riferimenti dal "Centrovalle" e da comunicati stampa a