Ragazza inseguita sulla SS36 trova riparo presso la Polstrada di Bellano
Se sulla Strada Statale 36 siamo abituati ad un racconto ormai quotidiano di incidenti, ecco che un nuovo episodio arricchisce la narrazione da una delle strade più pericolose d'Italia.
Nei giorni scorsi, una giovane, dopo aver compiuto un sorpasso nel tratto brianzolo dell'arteria, ha visto l'altro automobilista iniziare ad inseguirla a suon di manovre pericolose, pugni sul finestrino, insulti e inviti "poco carini" a scende dal mezzo. La ragazza e l'altro amico che si trovava con lei nell'abitacolo hanno cercato di sfuggire in quello che si era trasformato in un vero e proprio inseguimento, trovando rifugio presso la caserma della Polstrada di Bellano a seguito di un contatto telefonico con un operatore.
La ventenne, residente nella provincia di Monza e Brianza, ha affidato a Instagram il racconto della propria sventura: “Sabato verso le 11 mi stavo recando a Erba per raggiungere degli amici in discoteca. All’altezza di Carate, nel mentre di un sorpasso in cui pensavo di avere abbastanza spazio, probabilmente ho tagliato leggermente la strada alla macchina che avevo dietro. Questo anziché avvisarmi e farmi i fari, ha accelerato venendomi addosso. A quel punto decido di affiancarmi e propongo di fare una constatazione amichevole, lui ha tirato giù il finestrino facendomi il dito medio e gridava insulti. Nel tentativo di superarlo mi ha stretto verso il guardrail, mi sono messa quindi sulla corsia di marcia. Ogni volta che provavo a superarlo lui si metteva con l’auto in mezzo alla carreggiata, quando mi mettevo sulla corsia di sorpasso inchiodava in modo che io gli andassi addosso”.
E dopo aver provato a ripararsi in un'area di sosta: “Speravo non mi vedesse e andasse oltre, invece ogni volta si fermava all’uscita dell’autopompa o sulla corsia di accesso agli svincoli per non evitare che potessi uscire dalla super”.
Nel momento in cui la giovane "decide di lasciare l’auto sulla strada e di avvicinarsi a piedi", "presa dal panico non ho pensato al tasto per chiudere le portiere. Ho spento la macchina e l’ho chiusa da dentro usando il telecomando delle chiavi. Lui ha cercato di aprire lo sportello, dando pugni al finestrino e allo specchietto, mi ha rotto un tergicristallo, gridandomi di scendere. Nel frattempo abbiamo chiamato il 112 e siamo riusciti a ripartire. Lui è salito di nuovo in macchina inseguendoci”.
Nel frattempo, i ragazzi si sono messi in contatto con un operatore della Polizia Stradale, a cui sono state date le coordinate geografiche in modo da localizzare i giovani. Al momento della chiamata, i due avevano già superato Lecco in direzione Colico, verso l'uscita allo svincolo di Dervio. A questo punto, lo stesso operatore ha guidato i ragazzi verso la caserma di Bellano, dove è stato possibile sporgere denuncia e anche identificare l'aggressore (grazie al numero di targa del veicolo).
In conclusione, la ragazza scrive: "Ero terrorizzata, mi tremavano le gambe ringrazio di non essere stata da sola in macchina, di avere avuto qualcuno al telefono che mi tranquillizzava e diceva di calmarmi. E’ stato terrificante, non auguro a nessuno una cosa del genere”.
articolo del 23.12.2019, ore 13:40
Nei giorni scorsi, una giovane, dopo aver compiuto un sorpasso nel tratto brianzolo dell'arteria, ha visto l'altro automobilista iniziare ad inseguirla a suon di manovre pericolose, pugni sul finestrino, insulti e inviti "poco carini" a scende dal mezzo. La ragazza e l'altro amico che si trovava con lei nell'abitacolo hanno cercato di sfuggire in quello che si era trasformato in un vero e proprio inseguimento, trovando rifugio presso la caserma della Polstrada di Bellano a seguito di un contatto telefonico con un operatore.
La ventenne, residente nella provincia di Monza e Brianza, ha affidato a Instagram il racconto della propria sventura: “Sabato verso le 11 mi stavo recando a Erba per raggiungere degli amici in discoteca. All’altezza di Carate, nel mentre di un sorpasso in cui pensavo di avere abbastanza spazio, probabilmente ho tagliato leggermente la strada alla macchina che avevo dietro. Questo anziché avvisarmi e farmi i fari, ha accelerato venendomi addosso. A quel punto decido di affiancarmi e propongo di fare una constatazione amichevole, lui ha tirato giù il finestrino facendomi il dito medio e gridava insulti. Nel tentativo di superarlo mi ha stretto verso il guardrail, mi sono messa quindi sulla corsia di marcia. Ogni volta che provavo a superarlo lui si metteva con l’auto in mezzo alla carreggiata, quando mi mettevo sulla corsia di sorpasso inchiodava in modo che io gli andassi addosso”.
E dopo aver provato a ripararsi in un'area di sosta: “Speravo non mi vedesse e andasse oltre, invece ogni volta si fermava all’uscita dell’autopompa o sulla corsia di accesso agli svincoli per non evitare che potessi uscire dalla super”.
Nel momento in cui la giovane "decide di lasciare l’auto sulla strada e di avvicinarsi a piedi", "presa dal panico non ho pensato al tasto per chiudere le portiere. Ho spento la macchina e l’ho chiusa da dentro usando il telecomando delle chiavi. Lui ha cercato di aprire lo sportello, dando pugni al finestrino e allo specchietto, mi ha rotto un tergicristallo, gridandomi di scendere. Nel frattempo abbiamo chiamato il 112 e siamo riusciti a ripartire. Lui è salito di nuovo in macchina inseguendoci”.
Nel frattempo, i ragazzi si sono messi in contatto con un operatore della Polizia Stradale, a cui sono state date le coordinate geografiche in modo da localizzare i giovani. Al momento della chiamata, i due avevano già superato Lecco in direzione Colico, verso l'uscita allo svincolo di Dervio. A questo punto, lo stesso operatore ha guidato i ragazzi verso la caserma di Bellano, dove è stato possibile sporgere denuncia e anche identificare l'aggressore (grazie al numero di targa del veicolo).
In conclusione, la ragazza scrive: "Ero terrorizzata, mi tremavano le gambe ringrazio di non essere stata da sola in macchina, di avere avuto qualcuno al telefono che mi tranquillizzava e diceva di calmarmi. E’ stato terrificante, non auguro a nessuno una cosa del genere”.
articolo del 23.12.2019, ore 13:40