"Valtellina autonoma": l'intervento di Farina
”La Valtellina è un territorio morfologicamente variegato che, con spirito economico imprenditoriale e sociale, ha saputo caratterizzarsi in molti settori come quello vinicolo, agro-alimentare, nel turismo e non da ultimo nell’artigianato. Ed è per questo che merita l’autonomia, potendo vantare le stesse specificità del vicino Cantone dei Grigioni, in Svizzera, della Provincia autonoma di Bolzano e della Valle d’Aosta”. Con queste parole, Gianni Farina, candidato Pd alle Europee per il collegio Nord-Ovest, interviene nel dibattito sulle autonomie. ”Pur partendo dalle difficoltà oggettive di un territorio bellissimo, ma complesso – sottolinea Farina – i valtellinesi hanno mostrato la capacità di rimettersi in discussione e di superare le avversità fidando sulla propria forza di reazione ed all’enorme spirito di sacrificio, ciascuno per il bene della comunità.
La Valtellina, come sostengo da anni, deve continuare nel cammino di rinnovamento, canalizzando al meglio le sue grandi capacità e la riconosciuta specificità de suo tessuto produttivo”. Per questo, ricorda Farina ”l’autonomia della provincia e’ la migliore e concreta risposta in termini di capacità ed efficienza alle richieste e ai bisogni dei cittadini. Il residuo fiscale del territorio, quindi, e questa sarebbe solo la prima misura da adottare, deve essere rivisto in favore di chi quel reddito produce, Amo questa vallata sin da quando ero bambino e non ho mai smesso di amarla e, appena i miei impegni me lo rendono possibile, ci torno, anche per i forti legami familiari che non ho mai trascurato e che mi portano, d’estate come d’inverno, a sentirmi valligiano come gli altri valtellinesi. Chiediamo – conclude Farina – nell’ unità indivisibile della repubblica, l’autonomia della Valtellina”. Ufficio stampa on. Giovanni Farina Candidato PD alle Elezioni Europee per la Circoscrizione 1 Collegio NordOvest L'incontro della CISL Quali ricadute potrebbe avere l’autonomia della Lombardia per la nostra Provincia? Quali vantaggi e quali costi ne conseguirebbero? A che punto siamo del percorso verso di essa? “Regionalismo differenziato”: è questo il titolo dell’incontro organizzato dalla Cisl Sondrio per venerdì 3 maggio nella sala Consiliare della Provincia. Nel convegno sono stati invitati ad intervenire “interlocutori protagonisti istituzionali a livello regionale e locale, con loro entreremo nel merito della materia approfondendo i principali aspetti che la riguardano”. Questa la presentazione del Segretario Generale della Cisl di Sondrio, Davide Fumagalli. Sono intervenuti anche il costituzionalista dell’Università di Milano Bruno Di Giacomo Russo in veste di moderatore, Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia, Virginio Brivio, presidente di Anci Lombardia e sindaco di Lecco, Massimo Sertori, assessore regionale agli Enti Locali, Elio Moretti, presidente della provincia di Sondrio, e Tiziano Maffezzini, presidente di Uncem Lombardia. In questi ultimi due casi, si è potuto meglio capire e toccare con mano quali sono i benefici dell’autonomia della provincia, già lanciata nei giorni scorsi dall’esponente del PD Farina, così come quella regionale. Fumagalli ha spiegato: “Il regionalismo differenziato è un tema che come Cisl abbiamo appoggiato tramite un documento sottoscritto da altri enti e associazioni che vuole tenere conto anche delle specificità che caratterizzano ciascun territorio, in particolare il nostro. Come sindacato siamo interessati a capire quali benefici questo percorso può portare al benessere dei cittadini”. E Di Giacomo Russo: “Intendiamo capire meglio il regionalismo differenziato, da esso Regione Lombardia potrebbe ricevere più potere e questo comporterebbe la possibilità per la Provincia di Sondrio di ricevere maggiori competenze in diversi ambiti. Non funzioni meramente burocratiche ma politiche che diano maggiore spazio alle scelte territoriali per quanto riguarda ad esempio risorse energetiche, idriche e beni culturali. Durante il convegno cercheremo di capire in prospettiva cosa ci aspetta e come andranno gestite le nuove funzioni al fine di valorizzare l’identità del nostro territorio”. Al convegno, il costituzionalista Bruno di Giacomo Russo ha affermato: "Il regionalismo differenziato avanza e avanzano anche le intese stipulate tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e il Governo, ma è un momento in cui si parla di riforme delle Province. Il tema è legato strettamente al regionalismo differenziato perché esso prevede il coinvolgimento diretto degli enti locali. E la Provincia è l'ente principale sulla quale poggiano le Regioni nel momento in cui hanno bisogno di distribuire funzioni e, quindi, distribuire una maggiore autonomia al fine di migliorare l'efficientamento della macchina amministrativa". Davide Fumagalli, segretario della Cisl, ha aggiunto: "Il regionalismo differenziato potrà portare nuove funzioni e competenze a Regione Lombardia. Ci aspettiamo che anche alla nostra Provincia vengano riconosciute nuove competenze e funzioni che possono essere svolte dal punto di vista amministrativo e dal punto di vista finanziario, così di conseguenza avere una maggior aderenza ai bisogni reali dei cittadini in una situazione di equilibrio e sostenibilità di risose sia economiche che umane. Ciò nell'amito di un ripensamento e un riordinamento complessivo delle istituzioni locali che deve portare a una maggiore efficienza nell'ottica di enti complementari e non sovrapposti tra di loro. Enti che lavorano insieme in una unità decisionale politica all'interno della nostra Provincia che rispetto alel altre presenta delle particolarità riconosciute anche dal punto di vista legislativo. E' dunque chiario che per un argomento scottante come quello delle Province non si puà fare lo stesso ragionamento su ambiti territoriali diversi. A Sondrio non si può applicare un ragionamento standard pensato per altre province perché la nostra non è come le altre appunto per le specificità già note e riconosciute dalla legge". Infine, l'intervento di Tiziano Maffezzini: "La montagna ha bisogno di autonomia proprio per la sua specificità. I nostri sono territori con una difficoltà intrinseca, che hanno la necessità di essere governati dal basso. Chi li abita deve essere il primo protagonista, deve poter decidere cosa accade del proprio territorio. Dal regionalismo differenziato ci aspettiamo che una volta ottenuto dalla Regione Lombardia questo possa essere declinato nel migliore dei modi per quanto riguarda le zone montane come la nostra. Territorio che ha bisogno di investimenti per la crescita, una crescita che non sia dettata dall'assistenzialismo, ma che derivi da un'economia attiva". articolo del 25.04.2019, ore 12:10 |