Settimanalmente, andiamo alla scoperta delle tante meraviglie che il territorio colichese offre.
Quest'oggi siamo al borgo storico di Villatico, compresa la Chiesa prepositurale di San Bernardino, la più importante di tutto il nostro territorio.
Quest'oggi siamo al borgo storico di Villatico, compresa la Chiesa prepositurale di San Bernardino, la più importante di tutto il nostro territorio.
Villatico, un nucleo antico
Villatico, un nucleo storico fondamentale nella comunità colichese. Partiamo dalla chiesa prepositurale di San Bernardino, che sorge in Piazza Giovanni Paolo II: l'edificio segue uno stile nato ancor prima del romanticismo ed è stato costruito probabilmente nel XII secolo. L'impianto architettonico è basilicale, a tre navate; l'altare maggiore, costruito con marmo di Varenna, risale quasi certamente al Settecento.
Numerosi gli affreschi sulle pareti, tra cui quello centrale raffigurante San Bernardino (con a fianco, si presume, Sant'Elena e Santa Margherita), le figure di Angeli in adorazione della Colomba dello Spirito Santo, il sogno della scala di Giacobbe e la lotta con l'Angelo, il Cristo in gloria di Tagliaferri. La chiesa è dedicata al Santo attuale soltanto dal XV secolo, con la diffusione del culto dettata dalla "protezione" che questi assicurava agli appestati.
Pregevoli anche la statua della Beata Vergine del Rosario e la fonte battesimale del talamonese Roberto Bricalli, su cui è raffigurato il battesimo del Battista e di Gesù con i dodici.
L'edificio religioso, dunque, merita tassativamente una visita.
Spostiamoci ora al borgo vero e proprio, che si snoda tra la Piazza, via Fontanedo, via Asilo e via Fontana: il nome di Vilaricho appare per la prima volta nel 1154 e indica un terreno agricolo con campi, case padronali e rustici. Nel corso del tempo la frazione è stata più volte definita "Colico Alta", in contrapposizione con il nucleo più centrale di "Colico Piano".
Quando Paolo Giovio (vescovo, storico e medico vissuto a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento) descrisse Colico dal lago, osservava con tutta probabilità Villatico, vista la devastazione di "Colego Piano" causata da un grande incendio.
Ma i simboli del luogo sono i mulini. Risale al maggio del 2018, in occasione della Fiera di San Bernardino, la restituzione alla cittadinanza di questi importantissimi strumenti. Tra questi, il meglio tenuto è il Molino Maufet: le prime tracce risalgono all'Ottocento, ma è stato evidentemente costruito diversi decenni prima. Qui avveniva la macinazione di grano e castagne, grazie alle macine francesi di La Ferté mosse da due grandi ruote verticali. Il locale, utilizzato negli ultimi anni soltanto come forno per la panificazione, è stato chiuso negli anni Sessanta; ora è in mano alla famiglia Bettiga, che ne ha curato gli interventi di restaurazione.
Villatico: in poche parole, una frazione d'oro.
Numerosi gli affreschi sulle pareti, tra cui quello centrale raffigurante San Bernardino (con a fianco, si presume, Sant'Elena e Santa Margherita), le figure di Angeli in adorazione della Colomba dello Spirito Santo, il sogno della scala di Giacobbe e la lotta con l'Angelo, il Cristo in gloria di Tagliaferri. La chiesa è dedicata al Santo attuale soltanto dal XV secolo, con la diffusione del culto dettata dalla "protezione" che questi assicurava agli appestati.
Pregevoli anche la statua della Beata Vergine del Rosario e la fonte battesimale del talamonese Roberto Bricalli, su cui è raffigurato il battesimo del Battista e di Gesù con i dodici.
L'edificio religioso, dunque, merita tassativamente una visita.
Spostiamoci ora al borgo vero e proprio, che si snoda tra la Piazza, via Fontanedo, via Asilo e via Fontana: il nome di Vilaricho appare per la prima volta nel 1154 e indica un terreno agricolo con campi, case padronali e rustici. Nel corso del tempo la frazione è stata più volte definita "Colico Alta", in contrapposizione con il nucleo più centrale di "Colico Piano".
Quando Paolo Giovio (vescovo, storico e medico vissuto a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento) descrisse Colico dal lago, osservava con tutta probabilità Villatico, vista la devastazione di "Colego Piano" causata da un grande incendio.
Ma i simboli del luogo sono i mulini. Risale al maggio del 2018, in occasione della Fiera di San Bernardino, la restituzione alla cittadinanza di questi importantissimi strumenti. Tra questi, il meglio tenuto è il Molino Maufet: le prime tracce risalgono all'Ottocento, ma è stato evidentemente costruito diversi decenni prima. Qui avveniva la macinazione di grano e castagne, grazie alle macine francesi di La Ferté mosse da due grandi ruote verticali. Il locale, utilizzato negli ultimi anni soltanto come forno per la panificazione, è stato chiuso negli anni Sessanta; ora è in mano alla famiglia Bettiga, che ne ha curato gli interventi di restaurazione.
Villatico: in poche parole, una frazione d'oro.