I Testimoni di Geova di Colico e i "miti da sfatare"
COLICO/Frazioni. Testimoni di Geova. Per saperne di più sulla congregazione e sul “bilancio” 2018 del gruppo colichese, sono intervenuti al “Centrovalle” Ivan Gilardi e Raffaele Palmieri: “Siamo in attesa della sentenza definitiva riguardo all’annullamento del Pgt. In ogni caso l’amministrazione è impegnata a mantenere alta l’attività lavorando costantemente con passione e serietà. In questa situazione di assenza di uno strumento urbanistico, significa anche mancanza di entrate in Comune e su un vasto territorio perché tutti non lavorano o sono molto limitati nei loro
“L’anno scorso sono convenuti per l’occasione circa 18 milioni di persone in tutto il mondo, più di 400mila persone in tutta Italia. Anche le congregazioni a noi vicine hanno registrato una forte affluenza di persone anche e soprattutto di fede diversa come diversi cattolici e credenti, alla ricerca di Dio. La Commemorazione serve a ricordare il motivo per cui Gesù è venuto sulla terra ed è morto per noi, e del beneficio che possiamo trarre noi oggi dal suo grande gesto di amore nei nostri confronti. Il 14 aprile corrisponde con precisione alla data indicata dai Vangeli relativa alla morte di Gesù. I Testimoni di Geova, seguendo il calendario ebraico biblico del tempo di Gesù. si attengono strettamente a quanto indicato dagli stessi Vangeli e nella Bibbia. La Pasqua rappresenta la Resurrezione, il Venerdì Santo per la chiesa cattolica è di passione, noi commemoriamo cosa ha fatto Cristo, cosa ha simboleggiato, ma ci fermiamo dove Cristo viene preso”.
I testimoni di Geova
In origine i testimoni di Geova erano noti come Studenti Biblici.
Il nome attuale fu adottato ufficialmente il 26 luglio 1931 all'assemblea svoltasi a Columbus, durante la quale Joseph Franklin Rutherford, secondo presidente della Watchtower Society, pronunciò il discorso Il regno, la speranza per il mondo, con l'accettazione della risoluzione Un nuovo nome, nella quale si dichiarava: "Desideriamo essere conosciuti e chiamati con il nome, cioè, testimoni di Geova”.
La scelta di quel nome si ispirava a Isaia 43.10, passo che, nella traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture edizione 2017, recita: «"Voi siete i miei testimoni", dichiara Geova, "...Prima di me non è stato formato nessun Dio, e dopo di me non ce n'è stato nessuno"».
Il nome "Geova" è la resa italiana del tetragramma biblico, la sequenza di lettere che compongono il nome del dio giudaico-cristiano, con l'aggiunta delle vocali di "Adonai”.
Occorre precisare che la corretta pronuncia del nome di Dio (יהוה, YHWH), contenuto nel solo testo ebraico 6.827 volte, non si conosce e nel corso dei secoli è andata perduta. La ragione di ciò va individuata nell'atteggiamento degli scribi e dei Masoreti, i quali temevano che l'uso del nome proprio di Dio comportasse la violazione del divieto biblico di nominare il nome di Dio invano; pertanto evitarono di utilizzarlo, sostituendolo con il termine "Signore". Il nome Geova d'altronde, pur vantando un uso addirittura antecedente alla fondazione del movimento dei Testimoni di Geova ad esempio presso i teologi medioevali non rappresenta neppure per i testimoni l'esatta pronuncia del nome di Dio. Questi affermano che il non conoscere la giusta vocalizzazione del nome divino non autorizza a non usarlo. Per essi l'uso del nome di Dio ha valenza teologica per identificare e santificare il Dio della Bibbia; l'importante per loro è che tale nome sia usato e conosciuto nella propria lingua e per questo accettano l'uso del termine "Geova" pur non conoscendo la pronuncia sicura.
Va sottolineato che i Testimoni di Geova non rappresentano una confessione cristiana. In merito, riportiamo una risposta dal sito “Famiglia Cristiana”: Le confessioni cristiane che accolgono la Scrittura e condividono i misteri della fede quali la Trinità e l’incarnazione sono chiamate a vivere in maniera ecumenica il loro credo, pur nel rispetto delle diversità e, se possibile, a celebrare nello stesso tempo i misteri della fede. Non possiamo però ritenere i Testimoni di Geova una “confessione cristiana” in senso stretto, perché la loro interpretazione delle Scritture confligge spesso con quella delle Chiese in alcuni elementi dottrinali fondamentali: negano la dottrina della Trinità, Gesù è “Figlio di Dio” ma è stato creato, non generato. Sarebbe esistito nel cielo come prima creatura del Padre, prima di nascere come uomo. Non sarebbe risorto con il suo corpo terreno, ma avrebbe assunto un “corpo spirituale” in cielo. Mi sembra quindi che i Testimoni di Geova non possano definirsi una “confessione cristiana”, sebbene predichino in base alle Scritture, spesso interpretate in maniera fondamentalista, e forse si farebbe torto al loro credo se si volesse integrarli in una visione che non appartiene loro”.
Tornando al portale dei Testimoni di Geova, la congregazione spiega le proprie credenze: “Esaminavamo la Bibbia già molto tempo prima di iniziare a pubblicare la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, nel 1950. Usavamo le traduzioni disponibili e, in base a esse, elaboravamo le nostre dottrine. Prendete in considerazione alcune delle più antiche credenze dei Testimoni di Geova e verificate per conto vostro se collimano con ciò che insegna realmente la Bibbia.
1. In cosa crediamo: Dio non è una Trinità. L’edizione della Torre di Guardia di Sion (inglese) del luglio 1882 riportava: “I nostri lettori sono consci che crediamo in Geova e Gesù, e nello Spirito santo, ma rigettiamo come totalmente non scritturale l’insegnamento che questi siano tre Dèi in una persona, o come alcuni dicono, un Dio in tre persone”.
Cosa dice la Bibbia: “Il Signore Dio nostro è un Dio solo” (Deuteronomio 6:4, Martini). “Non abbiamo che un solo Dio, il Padre, da cui tutto proviene, e noi siamo fatti per Lui, e un solo Signore Gesù Cristo, mediante il quale tutto esiste, e noi siamo salvati per mezzo suo” (1 Corinti 8:6, Pontificio Istituto Biblico [PIB]). Lo stesso Gesù affermò: “Il Padre è maggiore di me” (Giovanni 14:28, Diodati).
2. In cosa crediamo: Non esiste il tormento eterno nell’inferno di fuoco. Citando Romani 6:23 dalla “Bibbia del re Giacomo” l’edizione della Torre di Guardia di Sion (inglese) del giugno 1882 si intitolava “Il salario del peccato è la morte” e riportava: “Quanto è semplice e chiara questa dichiarazione! È davvero strano che persone che professano di considerare la Bibbia come Parola di Dio persistano nel contraddire questa affermazione così cristallina sostenendo che la Bibbia insegni che il salario del peccato sia una vita eterna di tormenti”.
Cosa dice la Bibbia: “L’anima che pecca, perirà” (Ezechiele 18:4,20, PIB). La pena finale per coloro che si oppongono a Dio non è il tormento eterno, ma l’“eterna distruzione” (2 Tessalonicesi 1:9, Versione Riveduta di G. Luzzi [VR]).
3. In cosa crediamo: Il Regno di Dio è un vero governo, non semplicemente una condizione del cuore. A proposito del Regno di Dio, l’edizione della Torre di Guardia di Sion (inglese) del dicembre 1881 diceva: “L’istituzione di questo regno, naturalmente, comporterà la caduta di tutti i regni della terra”.
Cosa dice la Bibbia: “E al tempo di questi re, l’Iddio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro popolo; quello spezzerà e annienterà tutti quei regni; ma esso sussisterà in perpetuo” (Daniele 2:44, VR)”.
articolo del 27.04.2019, ore 21:30
“L’anno scorso sono convenuti per l’occasione circa 18 milioni di persone in tutto il mondo, più di 400mila persone in tutta Italia. Anche le congregazioni a noi vicine hanno registrato una forte affluenza di persone anche e soprattutto di fede diversa come diversi cattolici e credenti, alla ricerca di Dio. La Commemorazione serve a ricordare il motivo per cui Gesù è venuto sulla terra ed è morto per noi, e del beneficio che possiamo trarre noi oggi dal suo grande gesto di amore nei nostri confronti. Il 14 aprile corrisponde con precisione alla data indicata dai Vangeli relativa alla morte di Gesù. I Testimoni di Geova, seguendo il calendario ebraico biblico del tempo di Gesù. si attengono strettamente a quanto indicato dagli stessi Vangeli e nella Bibbia. La Pasqua rappresenta la Resurrezione, il Venerdì Santo per la chiesa cattolica è di passione, noi commemoriamo cosa ha fatto Cristo, cosa ha simboleggiato, ma ci fermiamo dove Cristo viene preso”.
I testimoni di Geova
In origine i testimoni di Geova erano noti come Studenti Biblici.
Il nome attuale fu adottato ufficialmente il 26 luglio 1931 all'assemblea svoltasi a Columbus, durante la quale Joseph Franklin Rutherford, secondo presidente della Watchtower Society, pronunciò il discorso Il regno, la speranza per il mondo, con l'accettazione della risoluzione Un nuovo nome, nella quale si dichiarava: "Desideriamo essere conosciuti e chiamati con il nome, cioè, testimoni di Geova”.
La scelta di quel nome si ispirava a Isaia 43.10, passo che, nella traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture edizione 2017, recita: «"Voi siete i miei testimoni", dichiara Geova, "...Prima di me non è stato formato nessun Dio, e dopo di me non ce n'è stato nessuno"».
Il nome "Geova" è la resa italiana del tetragramma biblico, la sequenza di lettere che compongono il nome del dio giudaico-cristiano, con l'aggiunta delle vocali di "Adonai”.
Occorre precisare che la corretta pronuncia del nome di Dio (יהוה, YHWH), contenuto nel solo testo ebraico 6.827 volte, non si conosce e nel corso dei secoli è andata perduta. La ragione di ciò va individuata nell'atteggiamento degli scribi e dei Masoreti, i quali temevano che l'uso del nome proprio di Dio comportasse la violazione del divieto biblico di nominare il nome di Dio invano; pertanto evitarono di utilizzarlo, sostituendolo con il termine "Signore". Il nome Geova d'altronde, pur vantando un uso addirittura antecedente alla fondazione del movimento dei Testimoni di Geova ad esempio presso i teologi medioevali non rappresenta neppure per i testimoni l'esatta pronuncia del nome di Dio. Questi affermano che il non conoscere la giusta vocalizzazione del nome divino non autorizza a non usarlo. Per essi l'uso del nome di Dio ha valenza teologica per identificare e santificare il Dio della Bibbia; l'importante per loro è che tale nome sia usato e conosciuto nella propria lingua e per questo accettano l'uso del termine "Geova" pur non conoscendo la pronuncia sicura.
Va sottolineato che i Testimoni di Geova non rappresentano una confessione cristiana. In merito, riportiamo una risposta dal sito “Famiglia Cristiana”: Le confessioni cristiane che accolgono la Scrittura e condividono i misteri della fede quali la Trinità e l’incarnazione sono chiamate a vivere in maniera ecumenica il loro credo, pur nel rispetto delle diversità e, se possibile, a celebrare nello stesso tempo i misteri della fede. Non possiamo però ritenere i Testimoni di Geova una “confessione cristiana” in senso stretto, perché la loro interpretazione delle Scritture confligge spesso con quella delle Chiese in alcuni elementi dottrinali fondamentali: negano la dottrina della Trinità, Gesù è “Figlio di Dio” ma è stato creato, non generato. Sarebbe esistito nel cielo come prima creatura del Padre, prima di nascere come uomo. Non sarebbe risorto con il suo corpo terreno, ma avrebbe assunto un “corpo spirituale” in cielo. Mi sembra quindi che i Testimoni di Geova non possano definirsi una “confessione cristiana”, sebbene predichino in base alle Scritture, spesso interpretate in maniera fondamentalista, e forse si farebbe torto al loro credo se si volesse integrarli in una visione che non appartiene loro”.
Tornando al portale dei Testimoni di Geova, la congregazione spiega le proprie credenze: “Esaminavamo la Bibbia già molto tempo prima di iniziare a pubblicare la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, nel 1950. Usavamo le traduzioni disponibili e, in base a esse, elaboravamo le nostre dottrine. Prendete in considerazione alcune delle più antiche credenze dei Testimoni di Geova e verificate per conto vostro se collimano con ciò che insegna realmente la Bibbia.
1. In cosa crediamo: Dio non è una Trinità. L’edizione della Torre di Guardia di Sion (inglese) del luglio 1882 riportava: “I nostri lettori sono consci che crediamo in Geova e Gesù, e nello Spirito santo, ma rigettiamo come totalmente non scritturale l’insegnamento che questi siano tre Dèi in una persona, o come alcuni dicono, un Dio in tre persone”.
Cosa dice la Bibbia: “Il Signore Dio nostro è un Dio solo” (Deuteronomio 6:4, Martini). “Non abbiamo che un solo Dio, il Padre, da cui tutto proviene, e noi siamo fatti per Lui, e un solo Signore Gesù Cristo, mediante il quale tutto esiste, e noi siamo salvati per mezzo suo” (1 Corinti 8:6, Pontificio Istituto Biblico [PIB]). Lo stesso Gesù affermò: “Il Padre è maggiore di me” (Giovanni 14:28, Diodati).
2. In cosa crediamo: Non esiste il tormento eterno nell’inferno di fuoco. Citando Romani 6:23 dalla “Bibbia del re Giacomo” l’edizione della Torre di Guardia di Sion (inglese) del giugno 1882 si intitolava “Il salario del peccato è la morte” e riportava: “Quanto è semplice e chiara questa dichiarazione! È davvero strano che persone che professano di considerare la Bibbia come Parola di Dio persistano nel contraddire questa affermazione così cristallina sostenendo che la Bibbia insegni che il salario del peccato sia una vita eterna di tormenti”.
Cosa dice la Bibbia: “L’anima che pecca, perirà” (Ezechiele 18:4,20, PIB). La pena finale per coloro che si oppongono a Dio non è il tormento eterno, ma l’“eterna distruzione” (2 Tessalonicesi 1:9, Versione Riveduta di G. Luzzi [VR]).
3. In cosa crediamo: Il Regno di Dio è un vero governo, non semplicemente una condizione del cuore. A proposito del Regno di Dio, l’edizione della Torre di Guardia di Sion (inglese) del dicembre 1881 diceva: “L’istituzione di questo regno, naturalmente, comporterà la caduta di tutti i regni della terra”.
Cosa dice la Bibbia: “E al tempo di questi re, l’Iddio del cielo farà sorgere un regno, che non sarà mai distrutto, e che non passerà sotto la dominazione d’un altro popolo; quello spezzerà e annienterà tutti quei regni; ma esso sussisterà in perpetuo” (Daniele 2:44, VR)”.
articolo del 27.04.2019, ore 21:30