Colico, riabilitato il cigno che ingerì microplastiche
COLICO/Città. Torna finalmente libero il cigno che all’”Ontano” di Colico, nelle scorse settimane, aveva accusato non pochi problemi all’apparato digerente, rendendo necessario l’intervento della Polizia Provinciale. Dopo le prime analisi, era risultato che l’animale aveva ingerito alcune microplastiche sul fondale del lago: l’intervento era dunque di primaria importanza, visto che in casi estremi gli animali possono anche essere soppressi.
Tutto è partito dalla segnalazione di una passante. Il racconto è stato pubblicato ieri da “LeccoOnline”: "La segnalazione ci è giunta da una signora che, recandosi spesso a portare cibo agli animali in riva al lago, si era accorta di un cigno che, rispetto agli altri del gruppo, restava in disparte e non si nutriva" ha affermato Mirco Cappelli della polizia provinciale, sezione ittico-venatoria. "Abbiamo notato che le sue condizioni peggioravano e così, dopo averlo fatto visitare da un veterinario, lo abbiamo portato al centro recupero animali selvatici (Cras) della Valpredina, in provincia di Bergamo perché aveva ingoiato del materiale plastico che andava ad occludere l'apparato digerente".
Il salvataggio e la cura dell’animale sono infatti stati garantiti dalla Polizia Provinciale, come da regolamento; fondamentale, durante il trattenimento dell’animale da parte degli agenti, l’espulsione della plastica (indotta e con metodi naturali).
A distanza di quindici giorni, l’animale è stato rimesso in libertà: prima disorientato per il periodo trascorso lontano dalle acque del lago, si è poi reinserito nel suo ambiente naturale.
"Abbiamo un numero unico per gli animali in difficoltà che viene gestito sia in orari di ufficio sia sull'arco delle ventiquattrore. In quest'ultimo caso un operatore contatta il referente di polizia reperibile per l'intervento sull'animale ferito" ha sottolineato il commissario capo Raffaella Forni. "Ai sei agenti della polizia provinciale, viene affiancata l'attività di venti volontari che si occupano di guardia ittica, ecologica e venatoria. Ci sono poi dei privati volontari a cui viene per esempio affidato un animale per lo svezzamento".
"Attraverso le telefonate si cerca sempre di capire se è necessario intervenire, altrimenti si prova a spiegare i comportamenti da adottare" ha concluso Cappelli. "Capita talvolta che, ingenuamente, le persone raccolgano dei piccoli merli e ce li portino pensando che stiano male. Non sanno invece che sono uccelli che si buttano nel mondo esterno senza aver ancora raggiunto le piene capacità. Una volta che arrivano da noi, però tocca a noi occuparcene: dobbiamo svezzarli con l'aiuto dei volontari oppure portarli al Cras. Per questo è importante che la telefonata sia quanto più possibile dettagliata".
La Polizia Ittico-Venatoria
E’ la competenza più antica, svolta un tempo dai “guardia-caccia” i quali, in via primaria, svolgevano i compiti istituzionali previsti da leggi e regolamenti per la prevenzione e repressione delle violazioni in materia di tutela della fauna terrestre ed acquatica, della caccia e della pesca nelle acque interne, integrati dalle attività di cattura ed abbattimento di capi a scopo selettivo e di polizia venatoria, di ripopolamento e di censimento della fauna selvatica.
Oggi l’attività della polizia provinciale in ambito ittico-venatorio si è evoluta fino a ricomprendere in senso lato la salvaguardia delle specie faunistiche, anche in relazione alla preservazione del loro habitat naturale.
Tra gli obiettivi primari rilevano il contrasto al fenomeno del bracconaggio ed in generale le azioni di presidio del territorio finalizzate al rispetto delle leggi in materia.
Nello specifico gli attuali compiti della Polizia Provinciale consistono in:
· controllo e verifiche sulle attività ittico-venatorie;
· pattugliamento e controllo delle aree verdi e delle aree montane;
· contrasto al bracconaggio e alle attività illecite in materia di caccia e di pesca;
· contenimento delle specie problematiche;
· recupero e trasporto, presso le strutture competenti, della fauna ferita o in difficoltà;
· censimento della popolazione faunistica;
· ripopolamenti del territorio con fauna autoctona e “semina” di specie ittica nei corsi d’acqua;
· controllo degli allevamenti.
Nell’espletamento delle suddette funzioni la Polizia Provinciale si avvale della collaborazione di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti in materia, siano esse associazioni di categoria (cacciatori, pescatori, ecc.) che di tutela ambientale o dei diritti degli animali, oltre che del prezioso supporto fornito dalle Guardie Volontarie ittico-venatorie.
articolo del 13.03.2019, ore 22:35
Tutto è partito dalla segnalazione di una passante. Il racconto è stato pubblicato ieri da “LeccoOnline”: "La segnalazione ci è giunta da una signora che, recandosi spesso a portare cibo agli animali in riva al lago, si era accorta di un cigno che, rispetto agli altri del gruppo, restava in disparte e non si nutriva" ha affermato Mirco Cappelli della polizia provinciale, sezione ittico-venatoria. "Abbiamo notato che le sue condizioni peggioravano e così, dopo averlo fatto visitare da un veterinario, lo abbiamo portato al centro recupero animali selvatici (Cras) della Valpredina, in provincia di Bergamo perché aveva ingoiato del materiale plastico che andava ad occludere l'apparato digerente".
Il salvataggio e la cura dell’animale sono infatti stati garantiti dalla Polizia Provinciale, come da regolamento; fondamentale, durante il trattenimento dell’animale da parte degli agenti, l’espulsione della plastica (indotta e con metodi naturali).
A distanza di quindici giorni, l’animale è stato rimesso in libertà: prima disorientato per il periodo trascorso lontano dalle acque del lago, si è poi reinserito nel suo ambiente naturale.
"Abbiamo un numero unico per gli animali in difficoltà che viene gestito sia in orari di ufficio sia sull'arco delle ventiquattrore. In quest'ultimo caso un operatore contatta il referente di polizia reperibile per l'intervento sull'animale ferito" ha sottolineato il commissario capo Raffaella Forni. "Ai sei agenti della polizia provinciale, viene affiancata l'attività di venti volontari che si occupano di guardia ittica, ecologica e venatoria. Ci sono poi dei privati volontari a cui viene per esempio affidato un animale per lo svezzamento".
"Attraverso le telefonate si cerca sempre di capire se è necessario intervenire, altrimenti si prova a spiegare i comportamenti da adottare" ha concluso Cappelli. "Capita talvolta che, ingenuamente, le persone raccolgano dei piccoli merli e ce li portino pensando che stiano male. Non sanno invece che sono uccelli che si buttano nel mondo esterno senza aver ancora raggiunto le piene capacità. Una volta che arrivano da noi, però tocca a noi occuparcene: dobbiamo svezzarli con l'aiuto dei volontari oppure portarli al Cras. Per questo è importante che la telefonata sia quanto più possibile dettagliata".
La Polizia Ittico-Venatoria
E’ la competenza più antica, svolta un tempo dai “guardia-caccia” i quali, in via primaria, svolgevano i compiti istituzionali previsti da leggi e regolamenti per la prevenzione e repressione delle violazioni in materia di tutela della fauna terrestre ed acquatica, della caccia e della pesca nelle acque interne, integrati dalle attività di cattura ed abbattimento di capi a scopo selettivo e di polizia venatoria, di ripopolamento e di censimento della fauna selvatica.
Oggi l’attività della polizia provinciale in ambito ittico-venatorio si è evoluta fino a ricomprendere in senso lato la salvaguardia delle specie faunistiche, anche in relazione alla preservazione del loro habitat naturale.
Tra gli obiettivi primari rilevano il contrasto al fenomeno del bracconaggio ed in generale le azioni di presidio del territorio finalizzate al rispetto delle leggi in materia.
Nello specifico gli attuali compiti della Polizia Provinciale consistono in:
· controllo e verifiche sulle attività ittico-venatorie;
· pattugliamento e controllo delle aree verdi e delle aree montane;
· contrasto al bracconaggio e alle attività illecite in materia di caccia e di pesca;
· contenimento delle specie problematiche;
· recupero e trasporto, presso le strutture competenti, della fauna ferita o in difficoltà;
· censimento della popolazione faunistica;
· ripopolamenti del territorio con fauna autoctona e “semina” di specie ittica nei corsi d’acqua;
· controllo degli allevamenti.
Nell’espletamento delle suddette funzioni la Polizia Provinciale si avvale della collaborazione di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti in materia, siano esse associazioni di categoria (cacciatori, pescatori, ecc.) che di tutela ambientale o dei diritti degli animali, oltre che del prezioso supporto fornito dalle Guardie Volontarie ittico-venatorie.
articolo del 13.03.2019, ore 22:35