Settimanalmente, andiamo alla scoperta delle tante meraviglie che il territorio colichese offre.
Oggi ci troviamo al Forte Montecchio Nord, il forte europeo in assoluto meglio conservato.
Oggi ci troviamo al Forte Montecchio Nord, il forte europeo in assoluto meglio conservato.
Un punto strategico di attacco e difesa: il Forte Montecchio
La posizione cruciale di Colico, anche nella Grande Guerra, è sottolineata dalla presenza dell'imponente Forte Montecchio (o Forte Aldo Lusardi). I lavori partirono nel 1911, al fine di realizzare un'opera che potesse controllare le strade del Maloja, dello Stelvio e dello Spluga e difendere l'Italia da eventuali incursioni nemiche (incursioni che avrebbero comunque violato la neutralità della Svizzera).
La struttura è formata dal piano su cui si trovano le quattro artiglierie, più un ricovero, un camminamento coperto, l'edificio batteria ed il generatore.
Il ricovero, protetto da spessi muri di calcestruzzo armato, includeva una fureria (gestione organizzativa e amministrativa del reparto), un locale comando, un'infermeria e un alloggio; sul retro, una struttura non fortificata ospitava una cucina, dei magazzini e dei bagni, mentre il piazzale, posto ad ovest, fungeva da campo bocce e da deposito di legna.
Il camminamento coperto, dotato di feritoie, collegava invece il ricovero alla polveriera (eccezionale il sistema di deumidificazione, ove la lamiera zincata, separata dalle pareti, consentiva la condensazione dell'umidità, acqua poi incanalata in grondaie che defluivano all'esterno) e alle artiglierie.
Queste ultime constano in quattro cannoni (due Schneider, due italiani su licenza francese) posti al di sopra di una cupola d'acciaio, luogo da cui venivano comandati.
Dal punto di vista storico, le buone condizioni in cui il complesso versa sono dovute anche allo scarso utilizzo che ne si faceva: oltre alle esercitazioni, ai colpi all'autocolonna Mussolini (falliti) e alle esequie di Leopoldo Scancini nel 1947, infatti, la struttura non è mai stata attivata ufficialmente in guerra.
Rimane però un enorme reperto storico aperto al pubblico: visita d'obbligo per un colichese, visita caldamente consigliata per un turista.
La struttura è formata dal piano su cui si trovano le quattro artiglierie, più un ricovero, un camminamento coperto, l'edificio batteria ed il generatore.
Il ricovero, protetto da spessi muri di calcestruzzo armato, includeva una fureria (gestione organizzativa e amministrativa del reparto), un locale comando, un'infermeria e un alloggio; sul retro, una struttura non fortificata ospitava una cucina, dei magazzini e dei bagni, mentre il piazzale, posto ad ovest, fungeva da campo bocce e da deposito di legna.
Il camminamento coperto, dotato di feritoie, collegava invece il ricovero alla polveriera (eccezionale il sistema di deumidificazione, ove la lamiera zincata, separata dalle pareti, consentiva la condensazione dell'umidità, acqua poi incanalata in grondaie che defluivano all'esterno) e alle artiglierie.
Queste ultime constano in quattro cannoni (due Schneider, due italiani su licenza francese) posti al di sopra di una cupola d'acciaio, luogo da cui venivano comandati.
Dal punto di vista storico, le buone condizioni in cui il complesso versa sono dovute anche allo scarso utilizzo che ne si faceva: oltre alle esercitazioni, ai colpi all'autocolonna Mussolini (falliti) e alle esequie di Leopoldo Scancini nel 1947, infatti, la struttura non è mai stata attivata ufficialmente in guerra.
Rimane però un enorme reperto storico aperto al pubblico: visita d'obbligo per un colichese, visita caldamente consigliata per un turista.