Sindacati: mobilitazione dei pensionati a Roma
“Tre grandi assemblee per il prossimo 9 maggio a Padova, Roma e Napoli e una manifestazione nazionale il 1° giugno in piazza San Giovanni a Roma.
I Sindacati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil annunciano l'avvio della mobilitazione dei pensionati per protestare contro la totale mancanza di attenzione nei loro confronti da parte del governo”.
“L'unica misura messa in campo - denunciano i Sindacati - è stata quella del taglio della rivalutazione, che partirà dal 1° aprile e a cui si aggiungerà un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi.
La tanto sbandierata pensione di cittadinanza invece finirà per riguardare un numero molto limitato di persone e non basterà ad affrontare il tema della povertà.
Nulla è stato previsto inoltre sul fronte delle tasse, che i pensionati pagano in misura maggiore rispetto ai lavoratori dipendenti, e tanto meno sulla sanità, sull'assistenza e sulla non autosufficienza, che sono temi di straordinaria rilevanza per la vita delle persone anziane e delle loro famiglie e che necessiterebbero quindi di interventi e di risorse”.
“Il governo - concludono Spi, Fnp e Uilp - si è mostrato del tutto sordo alle rivendicazioni e alle necessità dei pensionati italiani, accusati addirittura di essere degli avari per aver osato protestare a fine dicembre contro il taglio della rivalutazione. La loro mobilitazione è quindi necessaria e non più rinviabile”.
Ettore Armanasco, segretario della Spi Cgil Sondrio, ha affermato: “E’ ora di pensare seriamente ai problemi concreti della terza età. L’invecchiamento della popolazione è una delle grandi emergenze da affrontare senza misure estemporanee ma in modo puntuale, deciso e a lungo termine. Il numero delle persone che non sono più in grado di vivere autonomamente aumenta e le famiglie di conseguenza si trovano in difficoltà. Oltretutto dallo Stato giungono segnali molto negativi. Troppi Governi hanno tagliato el rivalutazioni delle pensioni, riducendo di fatto il potere di acquisto degli anziani. Il blocco delle rivalutazioni, che sono necessarie, è una mancanza di rispetto verso i pensionati”. “Per anni le badanti sono state una grande valvola di sfogo, ma oggi non bastano. Inoltre il sistema delle reti familiari per curare gli anziani a casa propria sta venendo meno. Senza contare che l’assistenza domiciliare integrata è poco più che uno slogan. Tutto ciò aggiunto alla non tutela delle pensioni delinea un quadro estremamente preoccupante. Ma l’anziano deve poter invecchiare a casa propria perché ciò migliora la qualità della sua vita. Un invecchiamento attivo e una vita sociale hanno benefici sia sulla persona stessa che sui suoi familiari sia anche sull’intero sistema sociale e sanitario con la riduzione dei ricoveri ospedalieri. Ecco perché serve una strategia complessiva per affrontare nel concreto ora e per il futuro tali problematiche”. “Per noi è una delle grandi criticità e sta peggiorando (il sistema sanitario, ndr). E’ vergognoso che continuino con i tagli e che inviino a Sondrio per la dirigenza persone incapaci di affrontare i problemi. Uno su tutti le lunghe liste d’attesa che inducono la persona a rivolgersi al privato che però ha costi più alti e c’è quindi chi rinuncia a curarsi. Servono pertanto cure per tutti e non solo per chi può”.
Sergio Marcelli, della segretaria Fnp Cisl, ha poi aggiunto: “Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare non c’è dubbio che nella nostra realtà gli operatori si diano da fare, ma non basta. Il servizio va migliorato e gli Uffici di Piano devono poter avere maggiori risorse. Lo Stato deve sostenerli”.
Infine, le parole della Uil Pensionati attraverso Enzo Bombardieri, che segnalano come in ogni caso in Valtellina vi siano buoni servizi: “Le Rsa della nostra provincia garantiscono un alto lviello di prestazioni e tra l’altro hanno le rette più basse della Lombardia, ma tutte le problematiche che riguardano l’anzianità devono essere affrontate in maniera concreta e complessiva con una legge ad hoc”.
All'Italia - secondo il leader della Cgil Maurizio Landini - serve un piano straordinario di investimenti e il governo deve chiedere all'Ue di scomputare gli investimenti dal deficit. "Vanno quindi cambiate le regole europee ma costruendo alleanze e non isolandosi. Quindi l'esecutivo deve fare una vera riforma fiscale contro l'evasione e ridurre le tasse su lavoratori dipendente e pensionati e non pensare a condoni. "Su questo siamo pronti al confronto, se non lo fa siamo pronti alla lotta nel paese e alla mobilitazione", dice Landini. "Se la strada è far pagare a lavoratori e pensionati - ha concluso - noi non ci stiamo".
“Da oggi scattano i tagli voluti dal Governo per 6 milioni di pensionati. Noi siamo qui in piazza San Giovanni a Roma. Con i sindacati, dalla parte di chi ha lavorato una vita intera. Noi crediamo – ha poi detto Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Partito Democratico, parlando con i giornalisti nel retropalco della manifestazione nazionale – che la prima esigenza sia il taglio delle tasse sul lavoro per i redditi più bassi, non la flat tax che, eliminando la progressività, aiuta i ricchi e chi sta meglio e colpisce chi sta peggio. Il secondo grande pilastro è investire su scuola e università. Terzo puntare sulla rivoluzione verde: attraverso una nuova idea di sviluppo si può creare lavoro. Serve un’idea e una visione che questo governo non ha“.
“Non siamo il vostro bancomat”. Lo slogan scelto dai pensionati scesi in piazza a Roma sintetizza le ragioni della protesta: no al blocco della rivalutazione degli assegni previdenziali e difesa dello stato sociale. “Si scrive conguaglio, si legge ‘vi abbiamo fregato i soldi’”, recita un altro cartello mostrato a piazza San Giovanni, storica sede di manifestazioni sindacali, preferita dopo circa 15 anni alla meno capiente piazza del Popolo. Secondo gli organizzatori, i presenti erano 100 mila, provenienti da tutta Italia, per dire che il nostro “non è un Paese per vecchi” e per farsi ascoltare dal governo. “Dateci retta” è il titolo della giornata: Spi, Fnp, Uilp chiedono al governo di ascoltare le richieste di pensionati e lavoratori e arrivano a invocare prima lo sciopero dei nonni e poi lo sciopero generale. Non piace la politica del governo e ancora meno il comportamento assunto difronte alla loro piattaforma: “Avari a chi”, replicano i pensionati al premier Giuseppe Conte, che aveva citato Moliere in una conferenza stampa.
Tanto Ivan Pedretti, segretario generale Spi Cgil, quanto Gigi Bonfanti, leader di Fnp Cisl, spingono sull’acceleratore della mobilitazione di tutte le categorie. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo si dicono pronti a qualsiasi iniziativa se l’esecutivo gialloverde non aprirà il confronto; non parlano di sciopero generale ma non lo escludono. Landini dà ancora tempo fino alla fine del mese di giugno; Furlan spera che le altre iniziative in programma (la protesta dei dipendenti pubblici in programma l’8 giugno a Roma, lo sciopero dei metalmeccanici indetto per il 14, la manifestazione a Reggio Calabria per il Mezzogiorno del 22) facciano cambiare linea all’esecutivo. Barbagallo dice di non voler fare minacce ma avverte: “Non ci fermeremo”. D’altronde, fa notare Furlan, lo “scippo” alle pensioni è “intollerabile” e il Paese scivola verso la recessione: il governo dovrebbe smettere di fare “chiacchiere, annunci e risse” per produrre invece fatti. La prospettiva di un taglio allo stato sociale fa reagire Landini, che promette lo scontro. Il welfare – dice Barbagallo – va rafforzato e non tagliato.
“La cosa da fare è una vera riforma fiscale, lì ci sono i soldi da andare a prendere, non sospendere per due anni la legge sugli appalti: le leggi vanno applicate ed è una scelta politica quella di combattere l’evasione fiscale per ridurre le tasse al lavoro dipendente e ai pensionati. Su questo siamo pronti al confronto, se il governo non lo fa, siamo pronti alla mobilitazione e alla lotta nel paese” ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini a margine della manifestazione. “Per cambiare anche le logiche europee bisogna fare trattative in Europa e costruire alleanze non isolate. E dall’altra parte la vera cosa da fare è un piano straordinario di investimenti, per fare infrastrutture sociali. E a quel punto chiedere all’Europa di scomputare gli investimenti dal deficit”, ha aggiunto Landini.
La ricetta dei sindacati è chiara: investimenti, riduzione del carico fiscale sui lavoratori e pensionati, rinnovo dei contratti, lotta all’evasione e risorse su sanità e istruzione. “Basta togliere ai poveri per dare ai poveri: questo è un comportamento da Robin Hood geneticamente modificato”. Così il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, parla del blocco delle rivalutazioni delle pensioni. “Sedici milioni di pensionati vorrebbero che il governo dia loro retta – sottolinea Barbagallo a piazza san Giovanni – ma se non ci risponde li manderemo alle liste d’attesa dell’otorino”.
Il leader dello Spi ha rimarcato come l’iniziativa dei sindacati dei pensionati si iscrive a pieno titolo nella mobilitazione iniziata il 9 febbraio scorso con l’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil e proseguita con le mobilitazioni di tante categorie dei lavoratori e “dei milioni di persone che in questi mesi sono scese in piazza in tutto il paese per difendere i diritti fondamentali, avere un lavoro sicuro, meno precario e pagato meglio. Ma anche per il diritto delle donne alla libera scelta sulla maternità e contro il perpetuarsi degli abusi e delle molestie sul lavoro e in famiglia”. Così come, ha ricordato, “importantissime sono state le mobilitazioni dei giovani in tutta Europa per difendere il diritto a vivere in un paese sano e non inquinato, in un mondo rinnovato che fa della questione ambientale un principio chiave della vita moderna”.
Non sono mancati i riferimenti agli esiti delle elezioni europee che hanno visto il prevalere in Italia di forze reazionarie come quella della Lega: “Ci batteremo contro ogni forma di intolleranza, razzismo e fascismo, poiché per noi esiste una sola razza, la razza umana”, ha sottolineato Pedretti tra gli applausi. “Vogliamo un’Europa della pace, della democrazia e della giustizia. Un’Europa della convivenza, non quella dei muri, dei fili spinati e dei porti chiusi”. Riferendosi poi alla querela annunciata da Salvini nei confronti del segretario della Cgil Giuseppe Massafra, il segretario generale dello Spi ha ribadito che “non ci faremo intimidire, perché noi riteniamo la legge sblocca cantieri una vergogna che va cambiata profondamente”.
Poi, naturalmente, i temi del welfare e delle pensioni. Il leader dello Spi ha accusato apertamente il governo “di aver stracciato il contratto di fiducia tra lo Stato e milioni di cittadini e pensionati. In quel contratto non c’era scritto di tagliare la rivalutazione delle pensioni”. “Siamo stati descritti come avari, ma non lo siamo”. Siete voi, ha detto rivolgendosi a Conte, Di Maio e Salvini “che state dilapidando risorse che non sono vostre senza nemmeno chiedere. Ma che razza di politica è quella di togliere i soldi ai pensionati? State generando una guerra tra poveri, anziché prendere risorse dagli evasori e dagli imbroglioni che rubano 200 miliardi all’anno non pagando le tasse”. Altro tema caldo è quello della sanità: “Non vi accorgete – ha attaccato – che tante persone non riescono più a curarsi perché non ce la fanno a fine mese, perché la sanità è sempre più privata? Bisogna aumentare il finanziamento della sanità pubblica, ve lo diciamo da tempo: servono 4 miliardi per dare la possibilità a tutti i cittadini italiani di curarsi, come dice la nostra Costituzione nata sulle ceneri del fascismo”. E dunque, bisogna “abolire i ticket, ridurre le liste d’attesa, assumendo più personale nel pubblico impiego”.
Poi un appello a un tema che sta molto a cuore ai pensionati, l’approvazione di una legge nazionale avanzata sulla non autosufficienza: “Nel paese – ha rimarcato il sindacalista – ci sono tre milioni di persone anziane non autosufficienti che aspettano dallo stato un aiuto più significativo, mentre oggi questo peso grava esclusivamente sulle famiglie”. Anche su questo il sindacato ha fatto e continua a fare una grande battaglia: “Costruiremo una proposta e raccoglieremo milioni di firme ma bisogna che tutti noi ci impegniamo per sostenere questa lotta di civiltà”. Pedretti ha concluso il suo intervento parlando di pensioni, invitando il governo a “bloccare” l’aspettativa di vita, “perché i lavoratori non sono tutti uguali: un muratore, un siderurgico un’infermiera hanno un’aspettativa di vita più bassa di un universitario o di un impiegato ed è giusto dunque che vadano in pensione prima e senza tagli”. Così come è fondamentale dare la possibilità a migliaia e migliaia di donne di veder riconosciuto il lavoro di cura svolto ai fini pensionistici e prevedere “una pensione di garanzia per i giovani, sostenuta dalla fiscalità generale, che garantisca un futuro previdenziale dignitoso alle nuove generazioni un futuro dignitoso e non una pensione da fame”.
Insomma, ha concluso Pedretti, non siamo il sindacato del no, abbiamo tante proposte e “non siamo egoisti come qualcuno ci descrive, anzi siamo pronti anche ad azioni di solidarietà per garantire un futuro ai giovani”. Però, il governo “ci deve ascoltare, deve aprire un confronto vero. Oggi in questa bellissima piazza siamo in tanti, ma, se non ci saranno risposte, domani saremo molti di più e continueremo a mobilitarci in tutte le città, nei quartieri e se sarà necessario casa per casa con assemblee, manifestazioni e presidi territoriali”. E, ha scandito, se sarà necessario “chiederemo a Cgil, Cisl e Uil di arrivare fino allo sciopero generale”.
articolo del 2.06.2019, ore 21:40
I Sindacati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil annunciano l'avvio della mobilitazione dei pensionati per protestare contro la totale mancanza di attenzione nei loro confronti da parte del governo”.
“L'unica misura messa in campo - denunciano i Sindacati - è stata quella del taglio della rivalutazione, che partirà dal 1° aprile e a cui si aggiungerà un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi.
La tanto sbandierata pensione di cittadinanza invece finirà per riguardare un numero molto limitato di persone e non basterà ad affrontare il tema della povertà.
Nulla è stato previsto inoltre sul fronte delle tasse, che i pensionati pagano in misura maggiore rispetto ai lavoratori dipendenti, e tanto meno sulla sanità, sull'assistenza e sulla non autosufficienza, che sono temi di straordinaria rilevanza per la vita delle persone anziane e delle loro famiglie e che necessiterebbero quindi di interventi e di risorse”.
“Il governo - concludono Spi, Fnp e Uilp - si è mostrato del tutto sordo alle rivendicazioni e alle necessità dei pensionati italiani, accusati addirittura di essere degli avari per aver osato protestare a fine dicembre contro il taglio della rivalutazione. La loro mobilitazione è quindi necessaria e non più rinviabile”.
Ettore Armanasco, segretario della Spi Cgil Sondrio, ha affermato: “E’ ora di pensare seriamente ai problemi concreti della terza età. L’invecchiamento della popolazione è una delle grandi emergenze da affrontare senza misure estemporanee ma in modo puntuale, deciso e a lungo termine. Il numero delle persone che non sono più in grado di vivere autonomamente aumenta e le famiglie di conseguenza si trovano in difficoltà. Oltretutto dallo Stato giungono segnali molto negativi. Troppi Governi hanno tagliato el rivalutazioni delle pensioni, riducendo di fatto il potere di acquisto degli anziani. Il blocco delle rivalutazioni, che sono necessarie, è una mancanza di rispetto verso i pensionati”. “Per anni le badanti sono state una grande valvola di sfogo, ma oggi non bastano. Inoltre il sistema delle reti familiari per curare gli anziani a casa propria sta venendo meno. Senza contare che l’assistenza domiciliare integrata è poco più che uno slogan. Tutto ciò aggiunto alla non tutela delle pensioni delinea un quadro estremamente preoccupante. Ma l’anziano deve poter invecchiare a casa propria perché ciò migliora la qualità della sua vita. Un invecchiamento attivo e una vita sociale hanno benefici sia sulla persona stessa che sui suoi familiari sia anche sull’intero sistema sociale e sanitario con la riduzione dei ricoveri ospedalieri. Ecco perché serve una strategia complessiva per affrontare nel concreto ora e per il futuro tali problematiche”. “Per noi è una delle grandi criticità e sta peggiorando (il sistema sanitario, ndr). E’ vergognoso che continuino con i tagli e che inviino a Sondrio per la dirigenza persone incapaci di affrontare i problemi. Uno su tutti le lunghe liste d’attesa che inducono la persona a rivolgersi al privato che però ha costi più alti e c’è quindi chi rinuncia a curarsi. Servono pertanto cure per tutti e non solo per chi può”.
Sergio Marcelli, della segretaria Fnp Cisl, ha poi aggiunto: “Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare non c’è dubbio che nella nostra realtà gli operatori si diano da fare, ma non basta. Il servizio va migliorato e gli Uffici di Piano devono poter avere maggiori risorse. Lo Stato deve sostenerli”.
Infine, le parole della Uil Pensionati attraverso Enzo Bombardieri, che segnalano come in ogni caso in Valtellina vi siano buoni servizi: “Le Rsa della nostra provincia garantiscono un alto lviello di prestazioni e tra l’altro hanno le rette più basse della Lombardia, ma tutte le problematiche che riguardano l’anzianità devono essere affrontate in maniera concreta e complessiva con una legge ad hoc”.
All'Italia - secondo il leader della Cgil Maurizio Landini - serve un piano straordinario di investimenti e il governo deve chiedere all'Ue di scomputare gli investimenti dal deficit. "Vanno quindi cambiate le regole europee ma costruendo alleanze e non isolandosi. Quindi l'esecutivo deve fare una vera riforma fiscale contro l'evasione e ridurre le tasse su lavoratori dipendente e pensionati e non pensare a condoni. "Su questo siamo pronti al confronto, se non lo fa siamo pronti alla lotta nel paese e alla mobilitazione", dice Landini. "Se la strada è far pagare a lavoratori e pensionati - ha concluso - noi non ci stiamo".
“Da oggi scattano i tagli voluti dal Governo per 6 milioni di pensionati. Noi siamo qui in piazza San Giovanni a Roma. Con i sindacati, dalla parte di chi ha lavorato una vita intera. Noi crediamo – ha poi detto Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Partito Democratico, parlando con i giornalisti nel retropalco della manifestazione nazionale – che la prima esigenza sia il taglio delle tasse sul lavoro per i redditi più bassi, non la flat tax che, eliminando la progressività, aiuta i ricchi e chi sta meglio e colpisce chi sta peggio. Il secondo grande pilastro è investire su scuola e università. Terzo puntare sulla rivoluzione verde: attraverso una nuova idea di sviluppo si può creare lavoro. Serve un’idea e una visione che questo governo non ha“.
“Non siamo il vostro bancomat”. Lo slogan scelto dai pensionati scesi in piazza a Roma sintetizza le ragioni della protesta: no al blocco della rivalutazione degli assegni previdenziali e difesa dello stato sociale. “Si scrive conguaglio, si legge ‘vi abbiamo fregato i soldi’”, recita un altro cartello mostrato a piazza San Giovanni, storica sede di manifestazioni sindacali, preferita dopo circa 15 anni alla meno capiente piazza del Popolo. Secondo gli organizzatori, i presenti erano 100 mila, provenienti da tutta Italia, per dire che il nostro “non è un Paese per vecchi” e per farsi ascoltare dal governo. “Dateci retta” è il titolo della giornata: Spi, Fnp, Uilp chiedono al governo di ascoltare le richieste di pensionati e lavoratori e arrivano a invocare prima lo sciopero dei nonni e poi lo sciopero generale. Non piace la politica del governo e ancora meno il comportamento assunto difronte alla loro piattaforma: “Avari a chi”, replicano i pensionati al premier Giuseppe Conte, che aveva citato Moliere in una conferenza stampa.
Tanto Ivan Pedretti, segretario generale Spi Cgil, quanto Gigi Bonfanti, leader di Fnp Cisl, spingono sull’acceleratore della mobilitazione di tutte le categorie. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo si dicono pronti a qualsiasi iniziativa se l’esecutivo gialloverde non aprirà il confronto; non parlano di sciopero generale ma non lo escludono. Landini dà ancora tempo fino alla fine del mese di giugno; Furlan spera che le altre iniziative in programma (la protesta dei dipendenti pubblici in programma l’8 giugno a Roma, lo sciopero dei metalmeccanici indetto per il 14, la manifestazione a Reggio Calabria per il Mezzogiorno del 22) facciano cambiare linea all’esecutivo. Barbagallo dice di non voler fare minacce ma avverte: “Non ci fermeremo”. D’altronde, fa notare Furlan, lo “scippo” alle pensioni è “intollerabile” e il Paese scivola verso la recessione: il governo dovrebbe smettere di fare “chiacchiere, annunci e risse” per produrre invece fatti. La prospettiva di un taglio allo stato sociale fa reagire Landini, che promette lo scontro. Il welfare – dice Barbagallo – va rafforzato e non tagliato.
“La cosa da fare è una vera riforma fiscale, lì ci sono i soldi da andare a prendere, non sospendere per due anni la legge sugli appalti: le leggi vanno applicate ed è una scelta politica quella di combattere l’evasione fiscale per ridurre le tasse al lavoro dipendente e ai pensionati. Su questo siamo pronti al confronto, se il governo non lo fa, siamo pronti alla mobilitazione e alla lotta nel paese” ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini a margine della manifestazione. “Per cambiare anche le logiche europee bisogna fare trattative in Europa e costruire alleanze non isolate. E dall’altra parte la vera cosa da fare è un piano straordinario di investimenti, per fare infrastrutture sociali. E a quel punto chiedere all’Europa di scomputare gli investimenti dal deficit”, ha aggiunto Landini.
La ricetta dei sindacati è chiara: investimenti, riduzione del carico fiscale sui lavoratori e pensionati, rinnovo dei contratti, lotta all’evasione e risorse su sanità e istruzione. “Basta togliere ai poveri per dare ai poveri: questo è un comportamento da Robin Hood geneticamente modificato”. Così il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo, parla del blocco delle rivalutazioni delle pensioni. “Sedici milioni di pensionati vorrebbero che il governo dia loro retta – sottolinea Barbagallo a piazza san Giovanni – ma se non ci risponde li manderemo alle liste d’attesa dell’otorino”.
Il leader dello Spi ha rimarcato come l’iniziativa dei sindacati dei pensionati si iscrive a pieno titolo nella mobilitazione iniziata il 9 febbraio scorso con l’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil e proseguita con le mobilitazioni di tante categorie dei lavoratori e “dei milioni di persone che in questi mesi sono scese in piazza in tutto il paese per difendere i diritti fondamentali, avere un lavoro sicuro, meno precario e pagato meglio. Ma anche per il diritto delle donne alla libera scelta sulla maternità e contro il perpetuarsi degli abusi e delle molestie sul lavoro e in famiglia”. Così come, ha ricordato, “importantissime sono state le mobilitazioni dei giovani in tutta Europa per difendere il diritto a vivere in un paese sano e non inquinato, in un mondo rinnovato che fa della questione ambientale un principio chiave della vita moderna”.
Non sono mancati i riferimenti agli esiti delle elezioni europee che hanno visto il prevalere in Italia di forze reazionarie come quella della Lega: “Ci batteremo contro ogni forma di intolleranza, razzismo e fascismo, poiché per noi esiste una sola razza, la razza umana”, ha sottolineato Pedretti tra gli applausi. “Vogliamo un’Europa della pace, della democrazia e della giustizia. Un’Europa della convivenza, non quella dei muri, dei fili spinati e dei porti chiusi”. Riferendosi poi alla querela annunciata da Salvini nei confronti del segretario della Cgil Giuseppe Massafra, il segretario generale dello Spi ha ribadito che “non ci faremo intimidire, perché noi riteniamo la legge sblocca cantieri una vergogna che va cambiata profondamente”.
Poi, naturalmente, i temi del welfare e delle pensioni. Il leader dello Spi ha accusato apertamente il governo “di aver stracciato il contratto di fiducia tra lo Stato e milioni di cittadini e pensionati. In quel contratto non c’era scritto di tagliare la rivalutazione delle pensioni”. “Siamo stati descritti come avari, ma non lo siamo”. Siete voi, ha detto rivolgendosi a Conte, Di Maio e Salvini “che state dilapidando risorse che non sono vostre senza nemmeno chiedere. Ma che razza di politica è quella di togliere i soldi ai pensionati? State generando una guerra tra poveri, anziché prendere risorse dagli evasori e dagli imbroglioni che rubano 200 miliardi all’anno non pagando le tasse”. Altro tema caldo è quello della sanità: “Non vi accorgete – ha attaccato – che tante persone non riescono più a curarsi perché non ce la fanno a fine mese, perché la sanità è sempre più privata? Bisogna aumentare il finanziamento della sanità pubblica, ve lo diciamo da tempo: servono 4 miliardi per dare la possibilità a tutti i cittadini italiani di curarsi, come dice la nostra Costituzione nata sulle ceneri del fascismo”. E dunque, bisogna “abolire i ticket, ridurre le liste d’attesa, assumendo più personale nel pubblico impiego”.
Poi un appello a un tema che sta molto a cuore ai pensionati, l’approvazione di una legge nazionale avanzata sulla non autosufficienza: “Nel paese – ha rimarcato il sindacalista – ci sono tre milioni di persone anziane non autosufficienti che aspettano dallo stato un aiuto più significativo, mentre oggi questo peso grava esclusivamente sulle famiglie”. Anche su questo il sindacato ha fatto e continua a fare una grande battaglia: “Costruiremo una proposta e raccoglieremo milioni di firme ma bisogna che tutti noi ci impegniamo per sostenere questa lotta di civiltà”. Pedretti ha concluso il suo intervento parlando di pensioni, invitando il governo a “bloccare” l’aspettativa di vita, “perché i lavoratori non sono tutti uguali: un muratore, un siderurgico un’infermiera hanno un’aspettativa di vita più bassa di un universitario o di un impiegato ed è giusto dunque che vadano in pensione prima e senza tagli”. Così come è fondamentale dare la possibilità a migliaia e migliaia di donne di veder riconosciuto il lavoro di cura svolto ai fini pensionistici e prevedere “una pensione di garanzia per i giovani, sostenuta dalla fiscalità generale, che garantisca un futuro previdenziale dignitoso alle nuove generazioni un futuro dignitoso e non una pensione da fame”.
Insomma, ha concluso Pedretti, non siamo il sindacato del no, abbiamo tante proposte e “non siamo egoisti come qualcuno ci descrive, anzi siamo pronti anche ad azioni di solidarietà per garantire un futuro ai giovani”. Però, il governo “ci deve ascoltare, deve aprire un confronto vero. Oggi in questa bellissima piazza siamo in tanti, ma, se non ci saranno risposte, domani saremo molti di più e continueremo a mobilitarci in tutte le città, nei quartieri e se sarà necessario casa per casa con assemblee, manifestazioni e presidi territoriali”. E, ha scandito, se sarà necessario “chiederemo a Cgil, Cisl e Uil di arrivare fino allo sciopero generale”.
articolo del 2.06.2019, ore 21:40