Ruolo di Formigoni decisivo nel caso Maugeri, lo dice la Corte d'Appello
Ancora “in piazza” il ruolo di Formigoni nel caso Maugeri. Secondo la Cassazione, la sua figura sarebbe stata piuttosto determinante nel caso (e dunque nella decisione della sua condanna, avvenuta il 21 febbraio di quest’anno).
L’ex governatore della Lombardia, riprendendo il filo di quanto accaduto più di tre mesi fa, dovrà scontare una pena pari a cinque anni e dieci mesi, nonostante a marzo sia stata lanciata una petizione in suo favore. "Non si individua alcun punto di carenza ma, soprattutto, alcun punto di illogicità o contraddittorietà perché oggetto della doglianza è essenzialmente la valutazione delle prove". "Come acquisito in dibattimento – continua la sentenza - il ruolo dominante del presidente era dovuto anche al sostanziale controllo che egli aveva degli assessorati alla sanità e alla famiglia, per la stretta comunanza di area politica con i rispettivi titolari e, comunque, per il particolare interesse che Formigoni aveva sempre manifestato nella diretta gestione del settore Sanità". Formigoni, per la Cassazione, ebbe un “ruolo decisivo nella determinazione dei provvedimenti in questione”. La difesa di Formigoni contesta “il merito della decisione invero adottata dalla Corte d’appello sulla scorta di una ampia motivazione”. Non è importante che “"più reati di corruzione siano stati ritenuti quale unico reato permanente di corruzione per la ’vendita della funzione", perché la modifica "non ha comportato una mutazione non consentita del fatto". La Corte d’appello milanese ha infatti “ampiamente argomentato sul punto: ha innanzitutto rappresentato correttamente che la violazione del principio di correlazione tra sentenza ed accusa ricorre quando si sia in presenza di una sostanziale eterogeneità del fatto accertato e quando ciò abbia concretamente impedito la difesa", rilevando “come in concreto la modifica apportata alla contestazione originaria, fondendo le plurime condotte di corruzione in un’unica condotta di sostanziale messa a disposizione del pubblico ufficiale, non abbia nè apportato un cambiamento radicale, nè impedito un’adeguata difesa, così giungendo alla conclusione dell’infondatezza della questione". La decisione sarebbe congrua anche sulle premesse probatorie, anche se la difesa "vorrebbe rivedere la valutazione delle prove – continua la Cassazione - ricomputare il valore dei beni (le imbarcazioni) utilizzati sulla scorta dei momenti di effettiva fruizione e non della globale messa a disposizione di Formigoni che pure emerge dalle prove valorizzate in sentenza e, comunque, rivalutare le prove sulla esclusività o promiscuità della utilizzazione di tali beni. Lo stesso vale – in conclusione - anche per le altre considerazioni del ricorso in tema di entità dei profitti". articolo del 23.05.2019, ore 22:55 |