Per i valtellinesi è una bestemmia: pizzoccheri con feta e olive a Milano
In questi giorni, è sempre più al centro della discussione il piatto (un vero e proprio atto blasfemo per i valtellinesi) realizzato da un ristorante di Milano, situato in un centro commerciale in zona Portello.
Anziché presentarsi con il tradizionale condimento a base di burro, formaggio Casera e patate, la pasta tipicamente valtellinese a base di grano saraceno è stata servita con feta, pomodori e olive (alla modica cifra di 14,90 euro al chilo). A segnalarlo per primi, i valtellinesi sul gruppo Facebook “Sei della Valmalenco se”: la foto ha fatto in poco tempo il giro del web, finendo anche sulle principali testate nazionali. Se è vero che, come sottolineano alcuni, la pasta si chiami “pizzocchero”e può essere cucinata nel modo che più aggrada (soltanto specificando “alla Valtellinese” si tratterebbe di un piatto specifico), agli “autoctoni” scorrerà comunque un brivido lungo tutta la schiena. “Scempio”, “schifo”, “sacrilegio”, “ghigliottina”, “pena di morte”, “dove andremo a finire?”: sono solo alcuni dei commenti piuttosto spinti e forti presenti sul web. Altra “bestemmia”, diranno i valtellinesi, un’opinione piuttosto singolare. C’è chi, ad esempio, ritiene che i pizzoccheri originali siano quelli valdostani. Nel frattempo, l’appuntamento tradizionale e gustoso dei puristi con la “vera” Sagra dei Pizzoccheri è imminente: si terrà venerdì 26 luglio a Teglio. L’ultima parola all’Accademia del Pizzocchero di Teglio, che sul proprio sito online si definisce così: “L’idea della creazione di un organismo di tutela del pizzocchero nasce dall’esigenza di difendere il piatto forte dell’enogastronomia valtellinese dalle imitazioni valorizzandolo al tempo stesso come simbolo di una cultura antica. Noi valtellinesi, noi tellini ben conosciamo i pizzoccheri, molto li amiamo e sappiamo i segreti delle ricette (che abbiamo conservato gelosamente). Abbiamo fatto in modo, negli ultimi anni, che i pizzoccheri fossero conosciuti e apprezzati da un numero sempre più consistente di appassionati gastronomi e cultori delle cucine regionali. Avevamo anche la sensazione che il lavoro fatto dai ristoratori e dagli albergatori, soprattutto dell’area tellina, andasse sostenuto da un consorzio o da un’associazione e per questo abbiamo creato, nel 2002, l’Accademia del pizzocchero di Teglio. I Pizzoccheri facevano parte della nostra tradizione locale, ora sono molto più conosciuti in Lombardia, in Italia ed all’estero”. Chissà ora… articolo del 17.07.2019, ore 16:25 |