Settimanalmente, andiamo alla scoperta delle tante meraviglie che il territorio colichese offre.
Partiamo innanzitutto dalla frazione di Olgiasca e dalla chiesa.
Partiamo innanzitutto dalla frazione di Olgiasca e dalla chiesa.
Olgiasca, un borgo incantato
In questa prima settimana il nostro viaggio è a Olgiasca, frazione che un tempo numerava trecento residenti e che oggi, purtroppo, conta meno di centonovanta abitanti.
Una fortissima penalizzazione è sicuramente la posizione "scomoda", collinare, che induce a preferire Colico Piano o le frazioni vicine. Del resto, Olgiasca è una sorta di enclave del comune di Dorio, comune che va attraversato da ambe le parti per potervi accedere.
La popolazione si moltiplica esponenzialmente d'estate, grazie a turisti in prevalenza francesi e tedeschi che scelgono la frazione come meta estiva.
Una località turistica che non ha nulla da invidiare ad altri punti di riferimento colichesi: basti pensare che l'Abbazia di Piona, fiore all'occhiello di Colico di cui ci occuperemo nelle prossime settimane, è qui situata.
La frazione ha come confini la stessa Abbazia ed il cimitero ed è poco dopo quest'ultimo luogo che inizia Olgiasca, con le prime case e la storica bottega, unico alimentari presente.
Il punto di ritrovo più importante è certamente Piazza San Carlo Borromeo, in cui convergono Via Olgiasca (la strada che ha inizio dalla località doriese della Garavina), Via al Pozzo e Via Culmine; poco prima, la via Abbazia di Piona e la duecentesca Chiesa di San Filippo, gestita dai Padri di Piona.
Ma è superando la piazza che possiamo assaporare la vita di Olgiasca, così come un tempo: vie strettissime ed intricate, spesso costituite da semplici gradinate. Tutte le stradette interne riconducono alla via in direzione dell'Abbazia e all'unico ristorante superstite, la "Conca d'Oro".
La parte più a sud di Olgiasca, ossia Via Bruciata (qui sorgono numerose e lussureggianti ville estive), conduce alla spiaggia della Rivetta, situata però nel comune di Dorio. Ufficialmente, infatti, Olgiasca non conta nessuna spiaggia.
Ma non possiamo svelarvi troppo... non possiamo che invitarvi a visitare la frazione, meglio se nella giornata della festa patronale del 28 luglio, per assaporare a pieno l'aria di collina, un'aria sempre più dimenticata in un'atmosfera moderna che pone la fretta e l'attività lavorativa al centro di tutto.
Una fortissima penalizzazione è sicuramente la posizione "scomoda", collinare, che induce a preferire Colico Piano o le frazioni vicine. Del resto, Olgiasca è una sorta di enclave del comune di Dorio, comune che va attraversato da ambe le parti per potervi accedere.
La popolazione si moltiplica esponenzialmente d'estate, grazie a turisti in prevalenza francesi e tedeschi che scelgono la frazione come meta estiva.
Una località turistica che non ha nulla da invidiare ad altri punti di riferimento colichesi: basti pensare che l'Abbazia di Piona, fiore all'occhiello di Colico di cui ci occuperemo nelle prossime settimane, è qui situata.
La frazione ha come confini la stessa Abbazia ed il cimitero ed è poco dopo quest'ultimo luogo che inizia Olgiasca, con le prime case e la storica bottega, unico alimentari presente.
Il punto di ritrovo più importante è certamente Piazza San Carlo Borromeo, in cui convergono Via Olgiasca (la strada che ha inizio dalla località doriese della Garavina), Via al Pozzo e Via Culmine; poco prima, la via Abbazia di Piona e la duecentesca Chiesa di San Filippo, gestita dai Padri di Piona.
Ma è superando la piazza che possiamo assaporare la vita di Olgiasca, così come un tempo: vie strettissime ed intricate, spesso costituite da semplici gradinate. Tutte le stradette interne riconducono alla via in direzione dell'Abbazia e all'unico ristorante superstite, la "Conca d'Oro".
La parte più a sud di Olgiasca, ossia Via Bruciata (qui sorgono numerose e lussureggianti ville estive), conduce alla spiaggia della Rivetta, situata però nel comune di Dorio. Ufficialmente, infatti, Olgiasca non conta nessuna spiaggia.
Ma non possiamo svelarvi troppo... non possiamo che invitarvi a visitare la frazione, meglio se nella giornata della festa patronale del 28 luglio, per assaporare a pieno l'aria di collina, un'aria sempre più dimenticata in un'atmosfera moderna che pone la fretta e l'attività lavorativa al centro di tutto.