Colico. Sfruttamento della prostituzione, assolti i due imputati cinesi
COLICO/Città. Sono stati assolti nella giornata di oggi, mercoledì 11 dicembre, i due cittadini cinesi (Yuxi Jiang, di 57 anni, e Yancum Xu, di 55) accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione nel maggio del 2015 a Colico.
Il giudice monocratico del tribunale di Lecco, Martina Beggio, ha infatti comunicato il mancato raggiungimento delle prove di reato; di conseguenza, niente pena di due anni e 300 euro di multa (come era invece stato proposto dal VPO Caterina Scarselli).
Nel corso del processo è intervenuto anche l’ex comandante della stazione dei Carabinieri di Colico, Giuseppe Cacicia, in modo da chiarire a quale persona venisse versato l’affitto concordato con la proprietaria dell’immobile e i versamenti in contanti per effettuare bonifici: anche in quest’ultimo caso, essendo una procedura lecita, ogni accusa è caduta.
Il caso risale ad una sera dell'ormai lontano maggio 2015: aveva fatto parecchio scalpore il ritrovamento del cadavere di un anziano, morto probabilmente di malore improvviso in compagnia di una ragazza non identificata. Era il 12 maggio quando, in un appartamento di via Nazionale, i Carabinieri di Colico intervenivano dopo alcune segnalazioni di movimenti sospetti; un fatto collegato (e, dopo, si dimostrerà a ragione) con la scomparsa di un 75enne avvenuta quella mattina.
Le Forze dell'Ordine erano giunte sul posto, avevano individuato l'automobile nel parcheggio adiacente ed erano quindi entrate al quarto piano dell'abitazione, trovando il pensionato ormai senza vita. Altri dettagli degni di nota, dalla ricostruzione de "La Provincia di Lecco": la porta aperta, l'assenza di altre persone e la presenza di fazzolettini con tracce di rossetto e confezioni di preservativi. Presenti anche alcuni indumenti in bagno.
Dopo i ritrovamenti, che ben facevano presumere l'attività abituale di quella stanza, i Carabinieri non avevano avuto un riscontro positivo né nei condomini, all'oscuro delle attività e delle persone presenti nella stanza, né nella ricerca stessa di eventuali residenti nell'abitazione. Dopo essere risaliti al numero di cellulare (composto quella mattina stessa dall'uomo sospettato), i Carabinieri avevano scoperto che il "centro operativo" si trovava in un negozio del quartiere Chinatown di Milano, "pubblicizzato in internet a corredo dell’offerto di “servizi” immaginabili".
articolo dell'11.12.2019, ore 22:20
Il giudice monocratico del tribunale di Lecco, Martina Beggio, ha infatti comunicato il mancato raggiungimento delle prove di reato; di conseguenza, niente pena di due anni e 300 euro di multa (come era invece stato proposto dal VPO Caterina Scarselli).
Nel corso del processo è intervenuto anche l’ex comandante della stazione dei Carabinieri di Colico, Giuseppe Cacicia, in modo da chiarire a quale persona venisse versato l’affitto concordato con la proprietaria dell’immobile e i versamenti in contanti per effettuare bonifici: anche in quest’ultimo caso, essendo una procedura lecita, ogni accusa è caduta.
Il caso risale ad una sera dell'ormai lontano maggio 2015: aveva fatto parecchio scalpore il ritrovamento del cadavere di un anziano, morto probabilmente di malore improvviso in compagnia di una ragazza non identificata. Era il 12 maggio quando, in un appartamento di via Nazionale, i Carabinieri di Colico intervenivano dopo alcune segnalazioni di movimenti sospetti; un fatto collegato (e, dopo, si dimostrerà a ragione) con la scomparsa di un 75enne avvenuta quella mattina.
Le Forze dell'Ordine erano giunte sul posto, avevano individuato l'automobile nel parcheggio adiacente ed erano quindi entrate al quarto piano dell'abitazione, trovando il pensionato ormai senza vita. Altri dettagli degni di nota, dalla ricostruzione de "La Provincia di Lecco": la porta aperta, l'assenza di altre persone e la presenza di fazzolettini con tracce di rossetto e confezioni di preservativi. Presenti anche alcuni indumenti in bagno.
Dopo i ritrovamenti, che ben facevano presumere l'attività abituale di quella stanza, i Carabinieri non avevano avuto un riscontro positivo né nei condomini, all'oscuro delle attività e delle persone presenti nella stanza, né nella ricerca stessa di eventuali residenti nell'abitazione. Dopo essere risaliti al numero di cellulare (composto quella mattina stessa dall'uomo sospettato), i Carabinieri avevano scoperto che il "centro operativo" si trovava in un negozio del quartiere Chinatown di Milano, "pubblicizzato in internet a corredo dell’offerto di “servizi” immaginabili".
articolo dell'11.12.2019, ore 22:20